lunedì 20 settembre 2010

CRBM CRITICA L'IPOCRISIA DELLA BANCA MONDIALE SULL'EMERGENZA LAND GRABBING


La CRBM manifesta tutte le sue enormi perplessità in merito al rapporto sul significativo aumento della domanda globale per l'acquisto di terra con uso agricolo che la Banca mondiale ha reso pubblico oggi. Lo studio analizza rischi ed opportunità collegati a quello che è stato definito come il fenomeno del land grabbing, un processo che consiste nell'acquisizione rapida da parte di investitori privati senza scrupoli di milioni di ettari di terra coltivabile nel Sud del mondo, spesso con fini speculativi ed aggravando le condizioni di vita e di sussistenza dei più poveri nelle campagne.

Tramite il suo sportello che presta al settore privato e incoraggia investimenti esteri in numerosi comparti (l'International Finance Corporation – IFC) la Banca mondiale è tra le istituzioni più coinvolte nella corsa all’accaparramento dei terreni. Di recente è stata criticata dalla società civile per aver sostenuto finanziariamente dubbi investitori, tra cui alcuni “aggressivi” fondi di private equity, nell'acquisto di terra nel Sud del mondo, contribuendo così a generare conflitti con le comunità locali.

La Banca riconosce”, ha dichiarato Antonio Tricarico, coordinatore della CRBM, “che l'elevata volatilità dei prezzi del cibo e della terra stessa rendono quest’ultima un investimento appetibile in un momento in cui i mercati finanziari tradizionali generano meno interesse e offrono ritorni inferiori. Ma la Banca si dimentica che fino ad oggi proprio le sue strategie di liberalizzazione degli investimenti e di sostegno diretto agli stessi mercati finanziari hanno contribuito a creare il problema”, ha continuato Tricarico.

È il classico esempio della mano destra che non sa, o non vuole vedere, cosa fa la sinistra. Si pensi soltanto che il Presidente Zoellick, ex Goldman Sachs, da quando ha preso la guida dell’istituzione, ha pubblicamente sostenuto l'aumento degli investimenti esteri in agricoltura come leva centrale per aumentare la produttività, contro gli interessi dell'agricoltura familiare e dei contadini e la necessità di costruire prima mercati locali”, ha concluso Tricarico.

La Banca mondiale è tra i promotori di un codice di condotta sul land grabbing, giudicato in maniera molto negativa dai movimenti sociali e le reti contadine. La CRBM fa sua questa critica, poiché sostiene che sia un'ipocrisia sostenere ancora il mantra degli investimenti esteri, quando è ben noto che i principali investitori sono oggi interessati a speculare finanziariamente sulla risorsa terra e non a produrre un bel niente per i poveri. Un codice etico difficilmente controllabile, visto che i fondi speculativi continuano a lavorare indisturbati nell'opacità dei mercati finanziari, legittimerebbe quest'ennesimo furto ai poveri del Sud. “È arrivato il momento che la Banca getti la maschera e ammetta le sue colpe, smettendo di subordinare i suoi interventi alla promozione in primis degli interessi degli investitori privati” ha concluso Tricarico.

Fonte:CRBM Campagna per la riforma della banca mondiale

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