
di Tamara Gallera*
L'Ira starebbe effettuando impiccagioni di massa in gran segreto e senza troppi preamboli. Lo aveva denunciato la Lega per la difesa dei diritti umani in Iran e lo ha ribadito la Federazione internazionale dei diritti dell'uomo (FIDH) in occasione della condanna alla pena della lapidazione di Mohammadi Sakineh Ashtiani. Le esecuzioni sotto accusa sarebbero verificate nella prigione di Vakil Abad, a Mashad.
Le due associazioni hanno chiesto alla Repubblica islamica dell'Iran di interrompere l'uso della pena di morte usata, dicono, come arma per soffocare l'opposizione al regime e terrorizzare la popolazione. Inoltre hanno affermato il loro sostegno alle mobilitazioni organizzate, sia a livello internazionale che in Iran, per invitare le autorita' iraniane a sospendere l'esecuzione di Sakineh Mohammadi Ashtiani, dopo che la sua condanna e' stata confermata il 11 agosto scorso.
"Questa decisione - argomentano le due asociazioni - determina una delle pratiche piu' barbare che e' condannata dal diritto internazionale, e pone l'Iran in violazione dei suoi obblighi internazionali. Il Patto sui diritti civili e politici, che l'Iran si e' impegnato a rispettare con la comunite' internazionale, vieta l'applicazione della pena di morte per i reati di adulterio (art. 6), condanna ogni forma di tortura, compresa la sua più barbara come la lapidazione (articolo 7), e respinge qualsiasi sentenza contro i presunti colpevoli cui si sia giunti sulla base di confessioni ottenute sotto tortura". La FIDH e LDDHI ricordano che la richiesta di respingere la legge sulla lapidazione e' stata inviata ripetutamente alle autorita' iraniane dalla commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.
I rapporti dei volontari per i diritti umani e le testimonianze di ex detenuti del carcere Abad Vakil mostrano che le autorite' giudiziarie iraniane hanno ordinato l'impiccagione di un centinaio di detenuti. Le autorita' carcerarie avrebbero gia' effettuato 68 esecuzioni il 18 agosto. A fine agosto le due associazioni hanno dichiarato di avere informazioni secondo cui bi sarebbero state esecuzioni in programma per le successive settimane di detenuti nel braccio della morte.
Le due organizzazioni deplorano "La natura collettiva di tali esecuzioni, per di piu' decise nel piu' grande segreto, in flagrante violazione delle leggi internazionali" e ricordano che il numero di condanne a morte in Iran è in crescita. Ufficialmente, 317 persone sono state giustiziate nel 2007, questo numero sale al 346 nel 2008, il numero è rimasto stabile con 338 esecuzioni dal 2009, anche se questi dati devono essere considerati con cautela, visto che avvendono esecuzioni segrete, tenute nascoste anche alle famiglie dei prigionieri ed ai loro avvocati.
* si ringrazia Claudio Giusti
Fonte: http://www.osservatoriosullalegalita.org/
L'Ira starebbe effettuando impiccagioni di massa in gran segreto e senza troppi preamboli. Lo aveva denunciato la Lega per la difesa dei diritti umani in Iran e lo ha ribadito la Federazione internazionale dei diritti dell'uomo (FIDH) in occasione della condanna alla pena della lapidazione di Mohammadi Sakineh Ashtiani. Le esecuzioni sotto accusa sarebbero verificate nella prigione di Vakil Abad, a Mashad.
Le due associazioni hanno chiesto alla Repubblica islamica dell'Iran di interrompere l'uso della pena di morte usata, dicono, come arma per soffocare l'opposizione al regime e terrorizzare la popolazione. Inoltre hanno affermato il loro sostegno alle mobilitazioni organizzate, sia a livello internazionale che in Iran, per invitare le autorita' iraniane a sospendere l'esecuzione di Sakineh Mohammadi Ashtiani, dopo che la sua condanna e' stata confermata il 11 agosto scorso.
"Questa decisione - argomentano le due asociazioni - determina una delle pratiche piu' barbare che e' condannata dal diritto internazionale, e pone l'Iran in violazione dei suoi obblighi internazionali. Il Patto sui diritti civili e politici, che l'Iran si e' impegnato a rispettare con la comunite' internazionale, vieta l'applicazione della pena di morte per i reati di adulterio (art. 6), condanna ogni forma di tortura, compresa la sua più barbara come la lapidazione (articolo 7), e respinge qualsiasi sentenza contro i presunti colpevoli cui si sia giunti sulla base di confessioni ottenute sotto tortura". La FIDH e LDDHI ricordano che la richiesta di respingere la legge sulla lapidazione e' stata inviata ripetutamente alle autorita' iraniane dalla commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.
I rapporti dei volontari per i diritti umani e le testimonianze di ex detenuti del carcere Abad Vakil mostrano che le autorite' giudiziarie iraniane hanno ordinato l'impiccagione di un centinaio di detenuti. Le autorita' carcerarie avrebbero gia' effettuato 68 esecuzioni il 18 agosto. A fine agosto le due associazioni hanno dichiarato di avere informazioni secondo cui bi sarebbero state esecuzioni in programma per le successive settimane di detenuti nel braccio della morte.
Le due organizzazioni deplorano "La natura collettiva di tali esecuzioni, per di piu' decise nel piu' grande segreto, in flagrante violazione delle leggi internazionali" e ricordano che il numero di condanne a morte in Iran è in crescita. Ufficialmente, 317 persone sono state giustiziate nel 2007, questo numero sale al 346 nel 2008, il numero è rimasto stabile con 338 esecuzioni dal 2009, anche se questi dati devono essere considerati con cautela, visto che avvendono esecuzioni segrete, tenute nascoste anche alle famiglie dei prigionieri ed ai loro avvocati.
* si ringrazia Claudio Giusti
Fonte: http://www.osservatoriosullalegalita.org/
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