lunedì 20 settembre 2010

Altra lite tra medici a Messina, neonato in coma


Un'altra lite tra due medici, questa volta all'ospedale Papardo di Messina, avrebbe provocato lesioni a un nascituro. Il diverbio, secondo i genitori del neonato, che una settimana fa hanno presentato una denuncia ai carabinieri, sarebbe sorto per decidere se procedere con un cesareo o parto naturale. Il sostituto procuratore di Messina Anna Maria Arena ha aperto un'inchiesta. Il neonato e' stato trasferito al Policlinico Universitario, dove si trova tuttora ricoverato nel reparto di terapia intensiva neonatale in coma farmacologico.

Gli accertamenti sulla vicenda sono stati affidati ai carabinieri. Nella denuncia la puerpera Ivana Rigano, di 24 anni, e il marito Nicola Mangraviti, di 34, spiegano che il bambino ha sofferto per una mancata ossigenazione al cervello perché nato con ritardo dopo ore di travaglio. I medici, secondo i genitori, avrebbero litigato su come procedere, se col cesareo o con il parto naturale. Il ginecologo Rosario Pino sarebbe stato favorevole al cesareo, ma quando tutto sembrava pronto sarebbe intervenuto il primario Francesco Abate e il suo aiuto Saverio Esposito, che hanno ordinato che si procedesse con parto naturale. Il bimbo è nato dopo quattro ore dal travaglio, e il padre, che dice di aver subito capito che il figlio aveva problemi, ha aggredito il primario. Soltanto tre settimane fa, il 26 agosto, al Policlinico di Messina era accaduto un caso analogo: altri due medici avevano litigato in sala parto, ritardando la nascita di un bimbo e provocando problemi al neonato e alla madre.

PUERPERA, PRIMARIO HA VIETATO CESAREO - ''Non so se i medici hanno litigato, so di certo che ero giunta all'ospedale Papardo dove, a parere di tutti i medici avrei dovuto partorire con un cesareo, viste le dimensioni del bambino, che pesava 4 chili 150 grammi. Ma il primario, Francesco Abate, è intervenuto, sostenendo la tesi del parto naturale e vietando il cesareo. E' stato tremendo: ho subito lacerazioni, il parto e' stato difficilissimo, il bimbo ha avuto difficoltà di ossigenazione, subendo danni”. E' quanto afferma Ivana Rigano, la donna che il 13 settembre scorso ha partorito al Papardo di Messina. Giunta nel pomeriggio al Policlinico di Messina, dove il bimbo è ricoverato in coma al reparto di terapia intensiva, la donna, insieme al marito Nicola Mangraviti, 34 anni, ricorda quei terribili momenti: ''Non avrei mai pensato a un parto naturale - aggiunge - perchè le dimensioni del bambino lo sconsigliavano. L'unico a insistere per questo metodo è stato il primario Francesco Abate, mentre gli altri suoi colleghi erano favorevoli al cesareo, anche se non l'hanno praticato. Per questo ci siamo rivolti alla magistratura”. Quanto alle accuse rivolte dal primario ai parenti della puerpera, che avrebbero aggredito i medici, la donna afferma che ''sì, c'era stato un battibecco tra i sanitari e i familiari di qualcuno che aveva partorito o stava partorendo, ma mio marito e le persone a noi vicine sono estranei a questo episodio”.

BIMBO GRAVE MA MIGLIORA - "Il bambino ha avuto una sofferenza post ischemica. Abbiamo proceduto con la ventilazione e l'abbiamo sedato e intubato ed è in coma farmacologico” A dirlo è il professor Ignazio Barberi, direttore dell'unità operativa di terapia intensiva neonatale del Policlinico di Messina, a proposito del neonato trasferito dal Papardo. "Il bambino - spiega Barberi - ha sofferto perché gli è mancato l'ossigeno ed è andato in asfissia. Al momento le condizioni sono serie ma in netto miglioramento, qualcosa di più preciso si potrà dire tra una settimana".

La nuova lite tra medici in sala parto a Messina è solo l'ultimo di una serie di casi di malasanità legati a gravidanze. Del 26 agosto scorso è l'acceso diverbio tra due sanitari del Policlinico di Messina sull'opportunità di procedere al cesareo su una donna alla sua prima gravidanza, mentre è di appena 9 giorni fa il caso di una donna che ha perso il bimbo dopo una drammatica corsa tra due ospedali senza ambulanza. L'8 settembre, a Policoro (Matera), una donna è morta dopo un parto cesareo con cui ha dato alla luce due gemelli.

Diversi i casi di errori sanitari nel cosentino: il 19 luglio a Rossano è morta una neonata dopo un cesareo d'urgenza, il 21 maggio sono morti due neonati presso l'Azienda Ospedaliera Santa Annunziata. Ecco i principali casi degli ultimi mesi:

11 settembre - A Padova una donna perde il bimbo e finisce in coma farmacologico dopo un cesareo d'urgenza e una drammatica corsa senza ambulanza dall'ospedale di Piove di Sacco.

8 settembre - A Policoro (Matera) una donna di 32 anni muore dopo un parto cesareo con cui ha dato alla luce due gemelli.

26 agosto - Lite in sala parto, con vetri in frantumi, al Policlinico di Messina, dove due medici vengono alle mani sull'opportunita' del taglio cesareo. Il bimbo e' stato dimesso solo tre giorni fa dopo essere stato in condizioni critiche, ala donna, operata da un'altra equipe, e' stato asportato l'utero.

9 agosto - Neonata muore all'ospedale di Partinico. Secondo il presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori sanitari, Leoluca Orlando, si tratta del sesto caso registrato negli ultimi tempi presso il nosocomio siciliano.

13 luglio - Una bimba appena nata muore durante il trasporto in eliambulanza a Cosenza. La madre poco prima del parto avvertiva forti dolori e si era dovuta recare con i suoi mezzi - l'unica ambulanza era gia' impegnata - da Trebisacce a Rossano, perche' nel primo era chiuso il reparto di ostetricia.

21 maggio - Il Ministro della Salute Ferruccio Fazio, in seguito al decesso di due neonati avvenuto presso l'Azienda Ospedaliera Santa Annunziata di Cosenza, dispone l'invio degli ispettori del Ministero nella struttura.

20 maggio - Una bimba nasce all'Ospedale civile di Venezia con un gravissimo danno cerebrale, dopo un parto cesareo su cui la Commissione parlamentare di inchiesta su errori in campo sanitario chiede una relazione dettagliata.

Fonte: (ANSA).

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