mercoledì 6 gennaio 2010

Adusbef: promuove class action sui Mutui contro Unicredit e Bankitalia.

La class action si propone di tutelare 3,6 milioni di mutuatari, vessati, tartassati e sistematicamente spennati dalle.

Adusbef, dopo aver sconfitto ancora una volta nei Tribunali arroganza e protervia degli istituti di credito, che lucrano ingenti profitti sulla pelle dei consumatori (nel caso di specie dei mutuatari), imponendo usi ed abusi illeciti ed illegali, vietati dal codice civile, ma tollerati dalle autorità vigilanti (Bankitalia), con la giustificazione della “stabilità del sistema”, anche se ciò configura una frode (come con l’anatocismo) a danno delle famiglie, ha promosso una class action pilota contro Unicredit e Bankitalia, sia per ottenere il rimborso dei danni causati alla generalità dei consumatori,che per far cessare comportamenti fraudolenti già condannati in Tribunale.

Il 29 ottobre 2008 infatti, il Tribunale di Bari (sezione distaccata di Rutigliano, giudice Pietro Mastronardi) ha pronunciato un sentenza sui mutui "epocale" perché applicabile alla generalità dei contratti basati sull'ammortamento "alla francese", nel quale le rate costanti, composte dalla somma di quota capitale (che cresce progressivamente) e quota interessi (che cala al pagamento delle rate) sono calcolate con la formula dell'interesse composto (cioé del calcolo di interessi sugli interessi).

Nel caso era coinvolta una famiglia di imprenditori pugliesi, difesa dal vicepresidente di Adusbef, avvocato Antonio Tanza del foro di Bari, che nell'aprile 2001 ha portato in giudizio Banco di Napoli (oggi gruppo Intesa Sanpaolo). Sotto la lente sono finiti due mutui aperti a gennaio 1988 (da 350 milioni di lire, decennale, rate semestrali, tasso fisso) e a maggio 1989 (da un miliardo, tasso variabile, decennale, rate semestrali). Nei due contratti sotto esame, una consulenza tecnica ha dimostrato che la rata era calcolata con la formula dell'interesse composto che non era espressamente indicata dal contratto. La consulenza ha evidenziato un aumento del costo effettivo del contratto dovuta a un tasso effettivo superiore a quello nominale: più erano le rate, più costava il mutuo.
I clienti, alla firma dei contratti, non si erano resi conto dell'alto tasso effettivo da pagare perché il tasso nominale annuo era davvero quello indicato per iscritto nel contratto, mentre quello effettivo poteva essere desunto solo dall'esame del piano di ammortamento. Invece di un tasso del 13% sul mutuo da 350 milioni di lire, i clienti pagavano un tasso effettivo annuale del 14,276 per cento.

Il magistrato,accogliendo la richiesta dell’avv. Tanza V. Presidente Adusbef, ha affermato che il calcolo dell'interesse nel piano di ammortamento deve essere trasparente ed eseguito secondo le regole matematiche dell'interesse semplice e non di quello composto utilizzato appunto nell'ammortamento "alla francese". Il Codice Civile richiede il calcolo dell'interesse giorno per giorno (articolo 820/821), non potendo essere applicato quello composto se non nei limiti dell'articolo 1.283 che prevede che il patto anatocistico (cioè di capitalizzazione composta) sia successivo alla maturazione dell'interesse e mai precedente, come invece accade nell'ammortamento "alla francese".

La banca, che utilizza nel contratto questo tipo di capitalizzazione, viola non solo l'articolo 1.283 del Codice Civile ma anche l'articolo 1.284 che, in caso di mancata determinazione e specificazione o di incertezza (tra tasso nominale contrattuale e tasso effettivo del piano di ammortamento allegato al contratto), impone l'applicazione del tasso legale semplice e non quello ultralegale, indeterminato o incerto. I mutuatari hanno ottenuto l'annullamento parziale dei contratti di mutuo per violazione della buona fede nella conclusione ed esecuzione dei contratti e per difformità tra tasso contrattuale (indicato agli atti) e quello effettivo di ammortamento. I piani di ammortamento sono stati ricalcolati al tasso legale di volta in volta in vigore, con l'eliminazione dell'anatocismo, determinando una quota interessi inferiore a quella pagata.

Adusbef dopo aver pubblicato sul suo sito http://www.adusbef.it/ un fac simile, da utilizzare per impugnare l’ennesima frode creditizia perpetrata dalle banche a danno dei consumatori, promuoverà una class action pilota contro Banca Unicredit e Bankitalia, sia per ottenere il ristoro dei danni subiti a partire dalla data del contratto di mutuo, che per far cessare l’ennesimo comportamento fraudolento dei banchieri,con il concorso del controllore.
Dal rimborso alla francese le banche lucrano circa l’1,20% di interessi, pari a 2,88 miliardi di euro, su un ammontare di 240 miliardi di euro di mutui erogati al 31 ottobre 2009.
La class action si propone di tutelare 3,6 milioni di mutuatari,vessati, tartassati e sistematicamente spennati dalle.

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