domenica 24 gennaio 2010

Banche: hanno conseguito utili di 121 miliardi dal 2002. Ora devono pagare la "tassa Obama"

Le banche hanno conseguito utili di 121 miliardi dal 2002, mentre i consumatori, con il pretesto dell’euro, tiravano la cinghia pagando 9.178 euro a famiglia. ora devono contribuire adeguandosi dottrina Obama, con tassa 20% sugli utili.

Mentre il Paese andava a rotoli e le famiglie con il pretesto dell’euro introdotto nel 2002, subivano la più odiosa delle speculazioni con un tributo straordinario pari a 9.178 euro pro-capite nel più grande trasferimento di ricchezza,vero e proprio scippo con destrezza dalle tasche dei consumatori a quelle di coloro che hanno determinato prezzi e tariffe,i banchieri hanno festeggiato fior di utili, in un sistema protetto da Bankitalia al riparo da corrette regole di concorrenza e trasparenza.

Negli ultimi 8 anni (2002-2009) le banche italiane hanno conseguito utili netti pari a 121,214 miliardi di euro, rispettivamente 9,895 nel 2002; 11,095 nel 2003; 15,158 nel 2004; 16,737 nel 2005; 22,727 nel 2006; 23,654 nel 2007; 11.827 nel 2008; 10,121 miliardi nel 2009.

Il governatore della Bankitalia Mario Draghi, che è anche presidente del Financial Stability Forum, l'organismo internazionale chiamato a riscrivere le regole finanziarie per prevenire i rischi sistemici, che sul piano interno tutela gli interessi degli istituti di credito azionisti di Bankitalia Spa, non può stavolta fare orecchie da mercante ignorando le richieste che provengono da tutto il mondo per far pagare anche ai banchieri, principali artefici della crisi, i costi relativi tramite una tassa straordinaria sulle banche.

Se finora il Governatore Draghi ha ignorato le pressanti richieste di cittadini e consumatori, chiedendo addirittura sgravi e riduzioni con l’impellente necessità di ridurre la pressione fiscale sull'industria creditizia, di fronte alla previsione di una armonizzazione e ad una linea comune internazionale, proveniente principalmente dal presidente Obama che tramite il G 20 e l’organismo presieduto dal Governatore di Bankitalia,chiede di recuperare tramite una tassa sulle banche, i costi parziali della crisi,non può più nascondersi dietro un dito.

Se in America il costo del Tarp (il gigantesco fondo messo in piedi a Washington per salvare i colossi bancari attraverso ricapitalizzazioni straordinarie) è stato valutato in 120 miliardi di dollari, che dovrà essere recuperato con l'intervento tributario sui big del settore bancario con almeno 50 miliardi di asset finanziari, anche in Italia i costi diretti ed indiretti sulla crisi prodotta dall’avidità dei banchieri con fallimenti a catena di aziende e perdite di posti di lavoro,devono essere messi a carico delle banche con una tassazione straordinaria forfetaria del 20% degli utili netti delle banche.

Mai come stavolta le pressioni di Washington attraverso il G20 e l'Fsb,l’organismo internazionale presieduto da Mario Draghi affinché vengano adottate misure fiscali analoghe, devono essere accolte sia da Bruxelles che dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, per la migliore ed attenta valutazione di una cedolare secca finalizzata alla costituzione di un fondo straordinario per gli ammortizzatori sociali.

Se è pacifico che siano state le banche ad aver causato la gravissima crisi finanziaria che ha distrutto milioni di posti di lavoro,l’Europa e soprattutto l’Italia, devono fare tesoro della proposte americane per istituire la Financial crisis responsibility fee, ossia la tassa sulle responsabilità della crisi finanziaria commisurata ad almeno il 20% degli utili netti conseguiti dalle 10 principali banche nel 2009,con un prelievo straordinario di circa 2 miliardi di euro, finalizzati alla costituzione di un fondo straordinario per gli ammortizzatori sociali.

Adusbef e Federconsumatori infine, tornano a chiedere al Governo sgravi fiscali di almeno 1.200 euro,sui redditi di lavoro dipendente fino a 25.000 euro.

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