mercoledì 13 gennaio 2010

Somalia: allarme crisi umanitaria per l’intensificarsi degli scontri armati


Gli scontri si sono intensificati in molte zone della Somalia centrale, nella capitale Mogadiscio e a Beled Weyne, la capoluogo della regione di Hiraan.

L’allargarsi del conflitto in Somalia sta avendo effetti devastanti sulla popolazione civile costringendo un numero crescente di persone alla fuga.

Negli ultimi scontri avvenuti lo scorso 2 gennaio tra i due gruppi miliziani rivali, Al Shabaab e Ahlu Sunna Wal Jaama, a Dhusamareb, nella regione della Somalia centrale di Galgaduud, ci sarebbero state oltre 150 vittime, tra morti e feriti, e ben 7.000 sfollati. Rapporti sommari indicano che la stima degli sfollati sarebbe ancora più elevata.

I partner non governativi locali hanno riferito all’UNHCR che gli sfollati sarebbero fuggiti in 16 villaggi intorno a Dhusamareb. La maggior parte di loro si rifugia sotto gli alberi e molti bambini si sono ammalati a causa del freddo patito di notte. Per timore di nuovi combattimenti gli sfollati interni affermano di non voler tornare a casa finché la situazione non si sarà stabilizzata.

Poiché la situazione della sicurezza non permette un immediato intervento dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), si sta cercando una soluzione con le organizzazioni non governative locali per riuscire a fornire assistenza agli sfollati nel più breve tempo possibile.

Gli scontri si sono intensificati in molte zone della Somalia centrale, nella capitale Mogadiscio e a Beled Weyne, la capoluogo della regione di Hiraan. A causa del prolungarsi del conflitto la popolazione civile è molto vulnerabile visto che i servizi e mezzi di sostentamento non arrivano più e stanno diventando sempre più scarsi.

Nel frattempo è aumentato anche il numero di somali che si è riversato nei Paesi confinanti.

Circa 3.000 somali sono stati registrati come rifugiati in Etiopia solo a dicembre. Il tasso stimato di arrivi giornalieri è passato da 100 a 150 persone.

Il campo di Bokolmanyo, nel sud-est dell’Etiopia, allestito solo 9 mesi fa, attualmente ospita più di 22.000 rifugiati somali ed ha già raggiunto la sua massima capacità. L’UNHCR ha registrato circa 4.000 nuovi rifugiati al centro di transito di Dolo Ado, sul confine tra Etiopia e Somalia, in attesa del trasferimento in un secondo campo che l’UNHCR sta sviluppando per far fronte al flusso di migranti in arrivo dalla Somalia.

Da dicembre in Kenia 4.175 somali sono stati registrati come rifugiati nel complesso di Dadaab.

Nel 2009 oltre 110.000 somali hanno cercato asilo in Kenia (55.000), Yemen (32.000), Etiopia (22.000) e Gibuti (3.000), innalzando il numero di rifugiati somali nella regione a oltre 560.000.

Le agenzie umanitarie temono che la mancanza di sicurezza, la siccità e la sospensione degli aiuti alimentari nelle regioni centro meridionali potrebbero aggravare ancora di più la crisi umanitaria in Somalia e scatenare un flusso su larga scala di rifugiati nei paesi vicini e confinanti.

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