lunedì 25 gennaio 2010

Clima: Coldiretti, dal 2000- 2009 il record del decennio più caldo.


Con il surriscaldamento a rischio i prodotti tipici del Made in Italy

La temperatura media globale sulla terra e sugli oceani dei primi dieci anni del terzo millennio (2000 - 2009) è stata la più elevata mai registrata con un valore di 57,9 gradi fahrenheit (14,389 gradi celsius), superiore dello 0,3 per cento a quella della decade precedente.

Lo rende noto la Coldiretti sulla base dei dati preliminari raccolti dal NOAA'S - National Climatic Data Center statunitense secondo il quale la temperatura media globale dell'anno appena trascorso è stata di 58 gradi fahrenheit (14,44 gradi celsius), superiore di 1,01 gradi fahrenheit alla media del ventesimo secolo.

Gli effetti del surriscaldamento si sono avvertiti anche in Italia e il 2009 - sottolinea la Coldiretti - si è classificato al quinto posto nella classifica degli anni piu' caldi dal 1800 ad oggi., secondo l`istituto di scienze dell`atmosfera e del clima del consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Isac-Cnr). Si tratta della conferma di una tendenza con il 2008 che - precisa la Coldiretti - si era già classificato al settimo posto nella classifica degli anni piu' caldi dal 1800 dopo il record assoluto degli due secoli che rimane assegnato al 2003.

Tra gli effetti del surriscaldamento del pianeta c'è la sottrazione alla coltivazione dei terreni piu' fertili anche per effetto dei fenomeni di erosione dovuti all'innalzamento dei mari. Un rischio che in Italia riguarda direttamente la pianura padana dove si coltiva un terzo del Made in Italy agroalimentare. Il riscaldamento provoca però anche - precisa la Coldiretti - il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l'affinamento dei formaggi o l'invecchiamento dei vini.

Una situazione che di fatto - prosegue la Coldiretti - mette a rischio di estinzione il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy che devono le proprie specifiche caratteristiche “essenzialmente o esclusivamente all'ambiente geografico comprensivo dei fattori umani e proprio alla combinazione di fattori naturali e umani”. Un paniere di prodotti che - conclude la Coldiretti - ha superato i 20 miliardi di euro in valore e che registra primati mondiali nei vini, nei prodotti a denominazione di origine e nelle specialità tradizionali.

Si tratta - sottolinea la Coldiretti - di una situazione che sta provocando effetti strutturali sulla competitività del Made in Italy che fonda buona parte del suo successo sul territorio e la buona cucina. L'aumento delle temperature provoca infatti anche la migrazione dei prodotti tipici verso nord con un processo che è in realtà in Italia si sta già verificando un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture come l'olivo che è arrivato quasi a ridosso delle Alpi e nella Pianura Padana dove si coltivano grandi quantità di pomodoro e di grano duro per la pasta.

Ma i cambiamenti climatici in corso si manifestano anche - sottolinea la Coldiretti - con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense, un maggiore rischio per gelate tardive, l'aumento dell'incidenza di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti come le cavallette e la riduzione della riserve idriche. Si tratta di processi - conclude la Coldiretti - che rappresentano una nuova sfida per l'impresa agricola che deve interpretare il cambiamento e i suoi effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

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