Come, purtroppo, gli automobilisti ben sanno, quella relativa ai carburanti è una spesa che incide pesantemente sulle tasche delle famiglie.
L’O.N.F. - Osservatorio Nazionale Federconsumatori, ha effettuato un calcolo di quanto, a consuntivo 2010, gli automobilisti hanno speso in più per tale voce.
Le cifre emerse sono da capogiro:
PER LA BENZINA, nel 2010, vi è stato un aumento complessivo di 18 centesimi (da 1,30 di gennaio a 1,48 Euro al litro oggi), pari, secondo una media statistica, ad un esborso di 9 centesimi in più al litro, di cui 1 centesimo (sempre in media statistica) in più per l’Erario.
Tali aumenti si traducono in una spesa complessiva degli automobilisti di 1,51 miliardi di Euro in più rispetto al 2009, di cui 168 miliardi in più per l’Erario.
PER IL GASOLIO, nel 2010, vi è stato un aumento complessivo, anche qui, di 22 centesimi (da 1,14 di gennaio a 1,36 Euro al litro oggi), pari, secondo una media statistica, ad un esborso di 11 centesimi in più al litro, di cui 1,2 centesimi in più per l’Erario. Tali aumenti si traducono in una spesa complessiva degli automobilisti di 3,3 miliardi di Euro in più rispetto al 2009, di cui 360 miliardi in più per l’Erario.
COMPLESSIVAMENTE, quindi, gli automobilisti hanno speso 4,81 miliardi di Euro in più per i carburanti, di cui ben 528 milioni in più per l’Erario per via dell’aumento della tassazione.
È questo il triste consuntivo del 2010, un altro anno all’insegna dei rincari nel settore dei carburanti. Per questo, affinché il 2011 non registri andamenti ancora peggiori, è indispensabile intervenire per la realizzazione dei punti sottoscritti nell’accordo con l’intera filiera petrolifera, a partire da:
- la realizzazione della commissione istituzionale di controllo sulla doppia velocità,
- la razionalizzazione della rete,
- l’apertura della vendita attraverso il canale della grande distribuzione,
- il blocco settimanale dei prezzi.
Oltre a ciò è indispensabile agire anche sul versante dell’accisa, affinché questa si riduca in misura pari all’aumento dell’IVA, per mantenere identica almeno la tassazione, e non permettere anche allo Stato di lucrare sulle tasche dei cittadini.
Fonte: Federconsumatori
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