A poche settimane dal referendum in Sudan, migliaia di persone stanno tornando dal nord verso la parte meridionale del paese. I loro spostamenti in auto, in treno, su barconi o in aereo sono in parte di natura spontanea e in parte organizzati dal governo sudanese.
Nelle ultime settimane quasi 55mila sudanesi hanno fatto ritorno negli stati meridionali, soprattutto nello stato di Unità. Ci sono stati molti ritorni anche gli stati dell’Alto Nilo, Bahr el Ghazal Settentrionale, Jonglei e Warrap. Nei campi per rifugiati intorno a Khartoum migliaia di persone originarie del sud stanno facendo le valige e sono in attesa di partire.
I nuovi arrivati stanno certamente appesantendo una situazione umanitaria già di per sé molto precaria. Dal gennaio scorso il Sudan meridionale è alle prese con oltre 215mila sfollati interni costretti a fuggire dalle proprie case per gli scontri etnici, gli attacchi dei ribelli o altre situazioni correlate alla scarsa sicurezza.
La scorsa settimana l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha avviato la distribuzione di aiuti ad alcuni dei 35mila rimpatriati nei dintorni della città di Abyei, arrivati da Khartoum con l’aiuto delle autorità locali e che stanno beneficiando di kit per la costruzione di ripari d’emergenza.
L’UNHCR ha mobilitato le proprie risorse al fine di rispondere in modo efficace nel caso vi sia un aumento dei bisogni umanitari in altre aree, trasferendo ed organizzando aiuti umanitari di emergenza anche nei paesi confinanti. Allo stesso tempo l’agenzia sta predisponendo centri di accoglienza lungo il percorso in Sudan per dare assistenza ai rimpatriati durante il viaggio e per rafforzare la propria presenza e capacità di intervento negli stati meridionali e nelle aree più strategiche.
Sin dalla firma dell’Accordo Comprensivo di Pace tra il governo sudanese e il gruppo ribelle del Sudan meridionale, SPLA, che ha portato al termine della guerra fra nord e sud nel 2005, due milioni di sfollati hanno fatto ritorno nelle proprie comunità nel Sudan meridionale e nelle cosiddette ‘Tre Aree’ di Abyei, Nilo Azzurro e Kordofan Meridionale. Altri 330mila rifugiati hanno fatto ritorno dall’esilio, in gran parte con l’aiuto dell’UNHCR.
Resta ancora difficile proporre soluzioni definitive ai rimpatriati a causa della sempre maggiore insicurezza e del limitato accesso ai servizi, ai mezzi di sostentamento e alle infrastrutture. L’UNHCR continuerà a concentrare i propri sforzi su coloro che hanno fatto ritorno e a lavorare per assicurarne la reintegrazione nella società del Sudan meridionale.
Fonte: UNHCR
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