PROTESTA Le forze dell’ordine bloccano a Civitavecchia un gruppo di oltre 200 allevatori arrivati dalla Sardegna per chiedere un intervento del governo nel settore agroalimentare. «La pastorizia vive da anni una situazione insostenibile»
Sono sbarcati a Civitavecchia alle prime luci dell’alba. Volevano arrivare a Roma per chiedere un intervento del governo nel settore agropastorale, ma non sono riusciti a farlo. Ad accogliere oltre 200 allevatori partiti dalla Sardegna alla volta della Capitale, ieri al porto di Civitavecchia c’era uno schieramento di forze di polizia. «Ci è stato detto che non potevamo uscire dall’area portuale perché volevamo fare un corteo non autorizzato» racconta Felice Floris, portavoce del Movimento dei pastori sardi (Mps). «Ma noi avevamo organizzato solamente una conferenza stampa e per farlo non c’è bisogno di alcuna autorizzazione». La tensione è salita in un baleno: i manifestanti, tenuti in ostaggio dalle forze dell’ordine, hanno reagito forzando il blocco. «Siamo padri di famiglia - dice Floris mica criminali». Due allevatori sono stati denunciati per resistenza a pubblico ufficiale, il resto delle persone invece per manifestazione non autorizzata. «Stasera torneremo in Sardegna scortati dalle forze dell’ordine anche durante la traversata. È una vergogna - aggiunge Floris - siamo stati sottoposti a un vero e proprio sequestro preventivo, insieme ai pullman i cui autisti sono stati identificati e minacciati di denuncia se solo si fossero mossi. Non solo, successivamente ci hanno impedito di salire sui treni diretti a Roma. E pensare - conclude il leader del movimento - che volevamo solo proporre al ministero la costituzione di un coordinamento mediterraneo dei Paesi che praticano la pastorizia, allo scopo di far fronte alle attuali normative che penalizzano pesantemente l’intera categoria».
Il comparto agropastorale della Sardegna è sul piede di guerra ormai da mesi. Gli allevatori del Mps chiedono contributi per il settore e un equo prezzo per il latte ovino e caprino. La protesta è rivolta contro il governo ma soprattutto contro la Regione, accusata di non aver mantenuto gli accordi siglati il 2 novembre scorso a Cagliari dopo giorni di occupazione del consiglio regionale culminati in una guerriglia urbana che ha portato in carcere alcuni manifestanti. «Rifiutiamo gli accordi del de minimis sul prezzo del latte: non ci possono pagare 60 centesimi al litro quando a noi pastori viene a costare 80» spiega Filippo Gioi, del Mps. Poi aggiunge: «Dei 150mila euro destinati alla pastorizia della Sardegna, a noi sono arrivate solo briciole». I pastori non approvano gli interventi messi in campo dalla Regione sia per l’esiguità dei fondi a disposizione che per le modalità di assegnazione delle risorse. Secondo gli allevatori, il rischio è che i contributi coprano solo una parte delle aziende. «La pastorizia vive da anni una situazione insostenibile - ripete Floris -, che rischia di far scomparire dal processo produttivo un settore che occupa decine di migliaia di persone. Siamo ormai al collasso. Ormai tutto quello che viene prodotto dalla terra non ha alcun valore. Il consumatore però paga tutto più caro».
di Rossella Anitori
Tratto da: http://www.terranews.it/
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