mercoledì 15 giugno 2011

PRECARI, RETE E POLITICA CONTRO BRUNETTA “INDEGNO DI RICOPRIRE LA SUA CARICA, SI DIMETTA”

“Ridacci il tuo stipendio e sparisci a bordo del tuo triciclo”. C’è chi ironizza sulla sua statura, chi gli rivolge insulti, chi chiede le sue dimissioni. Ancora una volta sono i frequentatori della Rete a reagire alla politica, dopo le dichiarazioni di ieri del ministro Renato Brunetta. “Voi siete l’Italia peggiore” è stata la risposta del titolare della Pubblica amministrazione alla domanda di una lavoratrice precaria dell’agenzia tecnica del ministero del Lavoro. E se il web si ribella, non si sono fatte attendere le risposte dell’opposizione, del sindacato e di Forza del Sud, che pure fa parte della maggioranza.

“Chi insulta di solito è in difetto, perciò non la insulto - scrive un altro utente sul profilo Facebook del ministro -. Ma un Ministro che invece di fornire argomenti a sostegno della propria tesi scappa, interrompe e denigra i suoi interlocutori non è degno di essere chiamato ministro, né di ricoprire la sua carica”. Non è piaciuta agli internauti la risposta video di Brunetta che smentisce di aver attaccato i precari e sostiene di essersi riferito ai soli contestatori. “Considerata la precarietà della tua altezza, della tua intelligenza e dei tuoi attributi potremmo dire che ti sei offeso da solo…”, ribatte on line un altro commentatore. Migliaia di commenti che hanno invaso il profilo del titolare della Pubblica amministrazione, ma che pian piano vengono rimossi daglli amministratori della pagina. “Più cancellate e più noi scriviamo”, rispondono precari e non. Che intanto hanno creato altri spazi in Rete per aggregare la protesta contro le offese di Brunetta. La cui faccia campeggia sopra un piatto di spaghetti, sostituita a quella di Alberto Sordi nella locandina del film ‘Un americano a Roma’. E’ la foto scelta per la pagina Facebook che chiede le dimissioni del ministro e che in poche ore ha raggiunto i 5mila iscritti. On line anche una petizione rivolta a tutti i gruppi parlamentari – e in particolare all’opposizione – affinché presentino una mozione di sfiducia individuale contro Brunetta. Stessa richiesta rilanciata da diverse associazioni e siti di precari. Quella del ministro è stata una “reazione scomposta ed estremamente anti-democratica – secondo i lavoratori del blog ‘Precariementi’ – che sicuramente mette in luce la debolezza in cui versa questo governo, oramai alla sua fase finale e che i cittadini italiani non sono più disposti a tollerare in silenzio”. “Brunetta prima di insultare i precari dovrebbe ricordarsi che il suo contratto è in scadenza – ironizza un altro commentatore sul facebook – e che, visti gli ultimi sondaggi, credo proprio che non verrà riconfermato". 

La frase di Brunetta è stata “un atto volgare che offende i lavoratori tutti, non solo quelli precari”, secondo il segretario nazionale Fp-Cgil Fabrizio Fratini. Che ha una proposta per il ministro. “Un bersaglio più idoneo per le sue ‘battute di caccia mediatiche’ – suggerisce -: l’Italia che bandisce concorsi ma che non assume i giovani che li vincono”. Si riferisce proprio a quanti lavorano già nello Stato, “con contratti precari, fianco a fianco con i loro colleghi a tempo indeterminato, ma senza diritti e senza tutele”, ricorda Fratini. Che annuncia la manifestazione in piazza dei precari fissata per il 20 giugno. “Questa, caro ministro - precisa il segretario -, è l’Italia dei precari licenziati dallo Stato e dei vincitori di concorso non assunti. L’Italia peggiore”. Per domani alle 18, intanto, il comitato ‘Il nostro tempo è adesso’ ha organizzato un sit-in di protesta davanti al ministero della Funzione Pubblica a Roma. “La precarietà è oggetto di rimozione governativa – spiega in un comunicato – quando qualcuno semplicemente la nomina le reazioni sono scomposte”. “Chi non se ne va – conclude la nota – chi studia, chi lavora, chi lotta per i proprio diritti rappresenta l’Italia migliore. Un’Italia che vuole rispetto".   

Un’uscita, quella di Brunetta, che non è piaciuta nemmeno negli ambienti politicamente a lui vicini. “Lei, il suo padrone Berlusconi e tutta la vostra cricca dovreste avere la compiacenza di ammettere una cosa – scrive un utente su Facebook – che non siete di destra ma che siete solo una casta assetata di potere. Io sono di destra caro signor ministro, ma della destra vera, la destra dell’etica, del rispetto, dell’onore. Faccia l’unica cosa che le è rimasta da fare: si dimetta”. E non meno dure sono le reazioni che provengono da Forza del Sud, gruppo da poco fuoriuscito dal Pdl ma comunque nella maggioranza. ”Se Brunetta non è capace di equiparare diritti e doveri dei lavoratori italiani - commenta a caldo la coordinatrice nazionale dei Club di Fds, Costanza Castello -, eviti almeno di ergersi a detentore di un punto di vista privilegiato sul mondo, si faccia da parte e si dimetta”. “Parole indecorose” quelle del ministro anche secondo Marco Pugliese di Fds. “Forse anche per questo oggi la maggioranza in Parlamento è precaria – spiega – perché abbiamo questi ministri che al posto di rimboccarsi le maniche peccano di ‘lobbismo’ o ‘snobbismo’".  

Non meno contraria l’opposizione. Un ministro “indegno del suo ruolo”, è il commento lapidario del portavoce dell’Idv Leoluca Orlando. “Si dovrebbe dimettere, chiedere scusa a chi lavora e paga il suo stipendio e andare a nascondersi – conclude -. La parte peggiore di questo Paese è lui, che appoggia i bunga bunga e non difende i giovani che, per colpa di questo governo, non hanno più un futuro”. “Espressioni estreme” che rispecchiano una “profonda incomprensione di quanto sta avvenendo nella società” per il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. “Non solo il governo di cui fa parte è intervenuto sistematicamente per aggravare le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici precarie – aggiunge Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del Pd -. Non solo non ha messo in campo nessuna iniziativa per la crescita e l’occupazione. Non solo umilia con tagli ciechi la scuola pubblica. Ora anche gli insulti”. “Attilio Piccioni, uno dei più grandi democristiani del dopoguerra e vice Presidente del Consiglio con De Gasperi, divideva i politici in energumeni e calmi, mostrando preferenza per questi ultimi, più adatti a governare un paese complesso come l’Italia – la prende larga il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini -. In quale di queste due categorie collochereste il ministro Brunetta?".    

L’esternazione del titolare della Pubblica amministrazione, comunque, ha ispirato Youdem, la tv del Pd. Che ha deciso di farne uno spot prodotto in occasione della Conferenza nazionale per il lavoro organizzata dal partito. ”Scusate?! Non vi vedo e non vi sento” reciterà la pubblicità on line dell’evento.

2 commenti:

  1. Ciao Dino,

    Brunetta non è degno tanto quanto chi HA CREATO il precariato e condannato le persone ad una vita di stenti e vane speranze, e ce ne sono tanti tra quelli che oggi " si indignano" per Brunetta.
    A partire dai sindacati, Cgil Cisl e Uil CHE FIRMARONO LA LEGGE 30 nonché la Treu a suo tempo, il Sig. Cesare Damiano (PD) e con lui tutto il PD che prima delle elezioni del 2006 "superiamo la precarietà", all'indomani della "vittoria" dichiara che la legge Biagi va bene così com'è al massimo si toglie il lavoro a chiamata.
    Bertinotti, che ipocritamente come solo lui sa fare, era a festeggiare per la vittoria del si.
    PECCATO CHE GRAZIE A LUI NON E' STATO POSSIBILE FARE LO STESSO PER IL REFERENDUM CHE AVREBBE DOVUTO ESTENDEERE, OVVERO TUTELARE CON L'ART 18 CHI AD OGGI NON E' COPERTO.LUI INVITO' AD ANDARE AL MARE.
    Tutta la cosiddetta sinistra estrema, oggi FDS, si scagliò contro Francesco Caruso che definì la legge Biagi "assassina".
    NOn potevano sostenere Caruso, avrebbe significato FARE VERAMENTE QUALCOSA CONTRO LA BIAGI.

    Ciau
    Barbara

    RispondiElimina
  2. Cara Barbara, sono pienamente d'accordo con te, anzi io vado oltre. Infatti, dopo l'ultima vittoria di tutti gli italiani dobbiamo mandare a casa tutta la casta. ti suggerisco di visitare questo link http://dinobrancia.blogspot.com/2011/06/dopo-lo-tsunami-dei-referendum-non.html

    a presto e non smettiamo la nostra battaglia

    RispondiElimina