MADRID - Una marea variopinta di decine di migliaia di indignados di ogni età si è riversata questo pomeriggio nel centro di Madrid per denunciare il giro di vite imposto in nome della difesa dell'euro, i politici corrotti, la collusione con i banchieri, una vita per molti senza prospettive di un futuro decente. El Mundo ha calcolato che circa 40mila persone sono calate oggi sul centro di Madrid, la tv pubblica Tve ha parlato di 'decine di migliaià di manifestanti.
Sono cifre che partiti e sindacati non riescono più a raggiungere.
Gli indignados hanno parlato di 100-150 mila partecipanti e non escludono ora lo sciopero generale. «Dobbiamo paralizare il paese» ha gridato un oratore a Plaza de Neptuno, cuore della protesta di oggi. Dopo il flop dello sciopero generale dei sindacati l'anno scorso contro i tagli di Zapatero, che per anni hanno appoggiato, quello degli indignados potrebbe invece davvero bloccare la Spagna.
Sei cortei sono partiti in mattinata e sono confluite a Plaza de Neptuno, a due passi dal Congresso dei Deputati, blindato dalla polizia nel timore di nuovi incidenti dopo quelli di Barcellona marted. Ma la marea umana della Spagna indignada ha invaso la capitale senza incidenti. «Ricordate che dovete portare con voi acqua, creme contro il sole e tanto pacifismo» invitava nella convocazione la pagina « acampadasol». E migliaia di persone hanno marciato in diverse altre città di tutta la Spagna.
Ci sono state anche concentrazioni all'estero. Su cartelli e striscioni a Madrid tanti i messaggi di ribellione a una crisi provocata da banchieri e governi 'a loro sottomessì, e gli appelli a una 'rivoluzione all'islandesè: «Questa crisi non è la nostra, non la paghiamo», «Non siamo merci nelle mani di politici e banchieri», «Dormivamo e ci siamo svegliati!», «Non resteremo muti anche se fate i sordi!». «Le banche e i governi che hanno favorito questa situazione devono sapere che non siamo d'accordo con le misure e i giri di vite che sono stati decisi, e che siamo determinati a manifestarci» ha chiarito la piattaforma 'Spanishrevolution' indicando l'Islanda dei cittadini che per referendum si sono opposti ai 'diktat delle banchè come l'esempio da seguire.
La marcia di Madrid ha confermato che il fenomeno indignados non è più un fatto di rivolta giovanile. Tanti i giovani nei cortei ma ancora di più i 40-50enni, i pensionati, le famiglie con i bambini, e sotto il braccio la borsa del picnic, che hanno fatto poi al fresco sotto gli alberi del Paseo del Prado. «Siamo la gente indignata, le persone anonime, i senza voce. Eravamo silenziosi, ma ascoltavamo, osservavamo aspettando il momento di unirci» spiegano gli indignados. «Oggi chiamiamo alla 'Globalrevolution'. Invitiamo alla occupazione pacifica delle piazze pubbliche e alla creazione di spazi di incontro, di dibattito e di riflessione. È nostro dovere recuperare lo spazio pubblico e decidere insieme che mondo vogliamo». L'adesione della Spagna al movimento di rivolta contro le derive 'tossichè di politica ed economia fatte «sulle spalle dei cittadini» è alta.
I sondaggi indicano che quasi l'80% della popolazione simpatizza con le ragioni della rivolta, che ha preso alla sprovvista i vertici del Palazzo della politica, incapace negli ultimi tre anni di dare risposte valide alla crisi. La disoccupazione è al 21%, al 45% fra i giovani, un milione di famiglie non ha più alcun introito. E dopo avere negato per due anni l'esistenza della crisi, il governo socialista del premier Josè Luis Zaatero ora ha invertito la rotta e preso la strada dell'austerità e dei tagli sociali a oltranza.
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