mercoledì 15 dicembre 2010

AUTONOMIE LOCALI: CGIA DI MESTRE, NEL 2011 TAGLI PER 6,3 MLD DI EURO

Le Regioni saranno le più colpite ( 4,5 mld di €). Seguono i Comuni (1,5 mld di €) ed, infine, le Province (300 milioni €).

Bortolussi: “Questa manovra colpisce tutti indistintamente. Equità vorrebbe che a pagare i maggiori sacrifici fossero coloro che hanno gestito in maniera disinvolta i propri conti pubblici”.

La Legge di Stabilità, approvata nelle settimane scorse dal Parlamento italiano, ha di fatto confermato i tagli già definiti con la manovra correttiva dell’estate scorsa: per il 2011, i sacrifici richiesti alle Autonomie locali (ovvero Regioni, Province e Comuni con più di 5.000 abitanti) ammonteranno a 6,3 mld di €.

Secondo un’analisi condotta dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre, i più colpiti saranno i cittadini delle piccole realtà regionali, mentre i cittadini delle Regioni a Statuto Speciale, ad esclusione dei valdostani, risulteranno essere i meno penalizzati.

Vediamo i numeri. In termini procapite, i tagli più consistenti li subiranno gli Enti della Basilicata (191 €), della Valle d’Aosta (190 €) e del Molise (177 €). Seguono l’Umbria (142 €), l’Abruzzo (131 €) e di seguito tutte le altre. In fondo a questa speciale classifica troviamo al terzultimo posto la Sicilia (con 80 euro di tagli procapite), al penultimo posto la Sardegna (70 euro) e, posizionato nell’ultimo gradino della graduatoria, il Friuli V.G (63 euro).

Tra gli Enti locali e le Regioni, saranno queste ultime a subire gli effetti più pesanti, con una riduzione dei trasferimenti dallo Stato centrale pari a 4,5 mld di euro. Ai Comuni con più di 5.000 abitanti, i sacrifici richiesti si attesteranno su 1,5 mld di euro, mentre le Province dovranno “rinunciare” a 300 milioni.

Al di là dell’entità dei tagli – sottolinea Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestreciò che non convince in questa manovra è che le Autonomie locali saranno colpite tutte indistintamente. Equità vorrebbe, invece, che a pagare i maggiori sacrifici fossero quei Comuni, quelle Province e quelle Regioni che nel recente passato hanno gestito in maniera disinvolta i propri conti pubblici”.

Fonte:CGIA di Mestre

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