domenica 12 dicembre 2010

DELTA DEL NIGER: DOPO LA STRAGE AD AYAKOROMO SOLO CASE BRUCIATE

Qui la vita vale pocodice alla MISNA monsignor Hyacinth Egbebo, vescovo di Bomadi ma soprattutto uno dei pochi a poter visitare il villaggio di Ayakoromo dopo la strage del 1° dicembre.

Nei giorni scorsi si sono susseguite le accuse e le smentite, alcune organizzazioni per i diritti umani hanno denunciato 150 vittime civili mentre gli ufficiali dell'esercito hanno continuato a negare.

Ma ad Ayakoromo, nel Delta del Niger del petrolio e degli abusi, c’è solo silenzio. “Molti sono stati uccisi, molti sono fuggiti nella foresta e nelle città vicine” dice monsignor Egbebo. Davanti a sé vede decine di case senza tetto, bruciate dalla benzina dei generatori elettrici. “Dopo l'occupazione del villaggio da parte dell'esercito – racconta il vescovo – sono stati uccisi alcuni soldati: poi è cominciata la vendetta”.

Una vendetta sistematica, perché in questo villaggio dello Stato del Delta restano solo un centinaio di bambini e anziani che hanno perso tutto. La casa, ma anche le canoe e le reti per pescare. Probabilmente nessuno di loro conosceva John Togo, il comandante delle Forze di liberazione del Delta del Niger (Ndlf) ricercato dall’esercito. Nel tentativo di catturarlo i soldati hanno occupato e distrutto un campo di addestramento che si trovava a tre chilometri da Ayakoromo.

Nelle ultime settimane operazioni come queste ne sono state fatte diverse. L’idea è colpire i militanti che non hanno aderito al programma di amnistia avviato dal governo l’anno scorso. Ma è difficile, avvertono fonti della MISNA nel Delta del Niger, capire chi ha torto e chi ha ragione, che vuole la pace e chi cerca la guerra.

Restano disoccupazione, povertà, sofferenze e spesso vittime civili. Come Bonaventure Kalama, il presidente del Consiglio parrocchiale di Ayakomoro, ma anche donne e bambini.

Alla MISNA monsignor Egbebo avrebbe voluto mandare delle fotografie ma, dice, è vietato scattare o filmare. “Le case che non potevano essere bruciate sono crivellate di colpi” spiega il vescovo, cercando di descrivere.[VG]

Fonte: MISNA
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