venerdì 17 dicembre 2010

MILITARIZZAZIONE NELLE AMERICHE

Darò un’immagine generale su quanto sta succedendo con la militarizzazione nel continente, cioè, una visione panoramica nella quale si possa inserire il Plan Colombia in un contesto più ampio, per comprenderlo come parte di una strategia generale di militarizzazione del continente e non solo come un piano in un determinato luogo.
di Ana Esther Ceceña

Per questo tipo di sguardo bisogna collocare gli ultimi avvenimenti del continente. Non è una nuova militarizzazione, il capitalismo funziona sulla base dell’aggressione, sulla base della violenza militarizzata. Il capitalismo militarizza in diversi modi e la militarizzazione non è solo piazzare un soldato o una base militare, ma trasformare le politiche con visione militaristica in politiche con visione di nemico.  

Nel continente quello che è in gioco è la capacità egemonica della maggiore potenza del mondo. Da sempre questa potenza ha pensato che il continente è la sua base per la costruzione della competitività in tutti i campi: dalla competitività politica, della visione del mondo, della competitività economica; in modo tale che l’intero continente le funga da supporto.

Questo continente ha altre tre cose molto importanti. Una, le ricchezze naturali che sono immense e diverse, quasi tutte quelle che sono necessarie per la riproduzione del capitalismo. Ma non solo per una riproduzione immediata, ma anche per estendersi verso le attività di punta, quelle che permettono la leadership nei processi economici del mondo, processi che includono la produzione militare. I tipi di risorse del continente, per esempio minerali, sono tutte quelle che sono necessarie per la tecnologia della comunicazione, tanto importanti a livello militare e non solo per le comunicazioni in sé stesse.

Così come i minerali, abbiamo la fornitura di acqua dolce e la biodiversità più importante del pianeta ed inoltre una quantità di petrolio, energia, che suggeriscono che questa forza sia autosufficiente. Essere autosufficiente in questo momento di guerra è una cosa molto importante, perché permette di assicurare condizioni di continuità e mantenimento della guerra. Queste possono essere sostenute solo se c’è un’ampia base di materiale in modo che al nemico finiscano le riserve, come il petrolio, lasciando altri sulla strada affinchè la macchina della guerra possa continuare.

Ma c'è un secondo elemento in questo continente di grande importanza, con una lunga storia. Questo continente ha il più importante passaggio delle merci del mondo: il Canale del Panama, un ponte di merci e di soldati, di equipaggiamenti da guerra, e ciò di cui ci sia bisogno. Oltre al Canale di Panama esiste l’idea del Panama ampliato, la moltiplicazione di Panama. L’IIRSA (Progetto di Integrazione della Infrastruttura Regionale del Sud America) è in qualche modo l’idea di altri canali di Panama, con caratteristiche diverse al primo, ma che garantisce la possibilità di raggiungere facilmente tutti i mercati del mondo e che si mobilitino comodamente merci in tutto il mondo. Compresi i soldati.

La terza cosa importante: questo continente è il mercato più grande del mondo. Gli USA, il maggior produttore ed il più grande dei consumatori in generale. Questo stato è colui che guida il resto del mondo. Perché? Perché ha imposto i paradigmi tecnologici, perché ha imposto i paradigmi di produzione in generale.

Tutte le condizioni rendono l' America un luogo importante. Ad esempio, sulla discussione della rilevanza delle risorse petrolifere e del Medio Oriente, è chiaro che in termini di risorse e posizione geopolitica, permette di controllare quella regione e fare da contrappeso all’America. La logica dei contrappesi è fondamentale per capire il bilanciamento geopolitico. Si estrae più petrolio in America e si esplora di più per fare da contrappeso al Medio Oriente e viceversa. Non basta avere delle postazioni in Medio Oriente per fare altre cose: al contrario, si svolgono le stesse attività, perché in questo modo si dispone di un certo equilibrio che permette di giocare geopoliticamente e far si che l'America s'impegni molto di più nel progetto egemonico.

Tutto questo per sostenere che l'America è il punto fondamentale su cui poggia l'egemonia degli Stati Uniti e in questo senso, è il territorio principale attraverso il quale organizza la competizione con altre potenze mondiali. Per questo anche alle altre potenze interessa avere possedimenti in America, conservare quelle che ha già e vedere in quale modo penetrare. Penetrano in modo coordinato, non sempre in competizione con gli USA o con le aziende statunitensi o con tutti quelli che conformano il potere egemonico degli USA; molte volte sono interventi associati.

Se l'America è il pezzo principale, allora l'America è il luogo dove si disegnano le strategie più attente, più sofisticate, per fare di questo continente la base, il supporto, dell’egemonia degli USA; impedendo che i popoli disputino lo stesso territorio e le stesse risorse. Costruire reti di controllo all'interno del continente, comprese le isole, è fondamentale. Il lato caraibico è importantissimo, ad esempio, per l'accerchiamento del Canale di Panama, è una posizione da dove si può controllare la maggior Conca petrolifera del continente, formata da Venezuela, Colombia e il Golfo del Messico.    

Come è stato pensato questo? Ci sono stati diversi modi, diversi scenari sono stati progettati. Il disegno generale è sostenuto in una posizione di enorme forza nel centro del continente, e da lì si organizza il dominio, a seconda delle reazioni delle resistenze dei popoli per adattare le politiche. L'intero sistema è basato sulla creazione di una piattaforma per la distribuzione nel centro del continente, in Colombia. Questa piattaforma, base di secondo livello, permette un controllo nel quale non è necessario che gli USA agiscano direttamente ma possono delegare o solo coordinare le attività, evitando così le restrizioni del loro stesso Congresso o della società civile statunitense.

Questo schema è legato all’idea della guerra preventiva: invadere qualsiasi paese senza alcun preavviso di guerra, semplicemente per “mettere a rischio” la sicurezza nazionale degli USA, una mossa che fino a poco tempo fa erano gli unici al mondo che avevano osato effettuare, e non sempre con il rifiuto della comunità internazionale o, talvolta, con un rifiuto complice. Fino a poco tempo fa questo era il panorama, ma oggi è diverso. Ci sono altri due paesi che fanno lo stesso, sostenuti dagli USA: Israele e Colombia. Israele molto più aggressivo, è da più tempo che è in Palestina ed altri territori vicini. La Colombia ha iniziato con Sucumbios nel 2008, chiaramente nella linea di intervento straniero diretto e senza preavviso nè dichiarazione di guerra, stabilendo un precedente per un comportamento unilaterale che potrebbe portare a delle repetizioni.

L’immanenza di Monroe  

Il punto di enclave della strategia degli USA nel continente è la Colombia, e da lì una serie di punti che sono già stati messi in moto. In realtà questa è una vecchia storia, ma a partire dell’anno 2000 si è rivitalizzata, in particolar modo negli ultimi due anni, da quando Obama è alla presidenza. Da allora, in modo esponenziale, sono stati compiuti progressi nella costruzione di posizioni e la creazione di politiche e meccanismi di impegno, per permettere al corpo di sicurezza degli USA di agire in modo libero e aperto, combinato con i corpi della sicurezza e principalmente con tutti i corpi militari degli altri paesi nella regione. Abbiamo un circolo tracciato nel continente che comprende due regioni importanti oltre alla Colombia ed al Canale di Panama: i Caraibi ed il Cono Sud.

Lo chiamo Cono Sud, ma la posizione sembra essere il Paraguay, anche se questo avviene a momenti. Qui c’è un cambiamento di situazioni che fanno si che anche le politiche si modifichino, ma indubbiamente il Paraguay è quel punto che permette di avere più postazioni nella regione del Cono Sud, il Rio de La Plata, i suoi dintorni e verso il basso.

Il Paraguay è in sé un territorio molto importante per le sue grandi risorse: acqua, energia, biodiversità, importanti minerali. In tutto il continente incontreremo queste caratteristiche, è un continente molto ricco e le posizioni strategiche nel centro permettono di raggiungere il sud. Le nuovi basi in Colombia, quelle postazioni che sono state negoziate, hanno un raggio d’azione che permette in tre o quattro ore arrivare alla punta del continente. Il raggio d’azione della Colombia è enorme, anche trascontinentale, non soltanto continentale.

Per questo si tratta di convincere le persone che il problema principale è la delinquenza, come lo fa la CNN per quanto riguarda il Venezuela. Se il problema è la sicurezza, allora bisogna militarizzare, perché non c’è altro modo per combattere l’insicurezza da questa prospettiva. Militarizzando e cedendo autodeterminazione, perché è sempre lo Stato che lo fa, è sempre da quelle cupole che decidono per noi chi ci proteggerà: “voi semplicemente denunciate e noi decidiamo cosa fare e come proteggervi”. Questo è il regime.   

Le posizioni militari in Colombia si sono moltiplicate dopo l’arrivo di Obama e Hillary Clinton al governo degli Stati Uniti, insieme a postazioni in altre zone. C’è un impegno per la costruzione di basi navali in Panama per accerchiare il Canale di Panama e le posizioni dei Caraibi, con lo scopo di mettere una cuneo, un’interruzione nel ponte che fa Cuba con Venezuela. Inoltre, queste postazioni garantirebbero una veloce risposta.

In ogni caso è quello che si cerca, una risposta veloce, perché si ha uno schema secondo il quale i paesi, anche quando non sono catalogati come Stati falliti, possono trasformarsi in tali per un “collasso”. Di fronte ad un contingente, uno Stato che si credeva solido, anche certificato dal FMI, potrebbe diventare uno stato fallito perché è successo “qualcosa”. Questo si e verificato nel caso del Messico in un recente documento del Pentagono, e nel Pakistan. Il regime ha due casi possibili permissivi, due casi prototipi che permettono l’intervento direttamente. Hanno già due piattaforme: Israele e Colombia; e dopo i casi permissivi che sono Messico e Pakistan nelle due regioni. 

Il Plan Colombia el Nord

Nel Messico è stato spinto il PlanColombia. Prima è stato chiamato Accordo della Sicurezza e la Prosperità dell’America del Nord, dopo è stato chiamato Iniziativa Merida, non hanno voluto chiamarlo Plan Mexico perché sarebbe troppo evidente, inoltre lo si combatteva ancora prima della sua esistenza. E’ un Piano Messico simile al Plan Colombia, con l’aggravante dell’estesa frontiera con il Messico, dalla quale attraversano, a volte, non ufficialmente le forze di sicurezza statunitensi.   
Il Messico è fondamentale: funziona come anello tra gli Stati Uniti e l'America Latina, un tempo era il ponte tra queste due parti, oggi è oggi è una posizione di avanzamento verso il continente. Molte delle politiche che sono state attuate in America Latina si fanno dal Messico e non dagli USA come il Piano Puebla Panamà, che appare come un progetto di ispirazione messicana, così come l’IIRSA di ispirazione brasiliana, quando sono invece chiaramente due parti di un disegno di riordinamento continentale perfettamente coerente e articolato.

Il Messico sta agendo in tutte le congiunture del conflitto, si cerca di collocarlo come mediatore in caso di attacchi come quello del Sucumbios, affinchè si pensi che è un conflitto tra due parti equivalenti invece di un’azione flagrante di aggressione verso l’altro.

Altre cose che sono accadute di recente danno addito a pensare che si potenzia l'accordo con la Colombia e coloro che sono in movimento nei Caraibi per raggiungere la zona Cono Sud.

C’è il caso del terremoto di Haiti, molto importante da considerare perché si tratta ancora una volta di un collasso, di una contingenza- non necessariamente sono guerre- questa volta da una catastrofe naturale che ha permesso collocare il quartiere del Comando Sud nei Caraibi. Come quando sono arrivati gli spagnoli, la principale fortezza è stata lì. Ad Haiti si colloca il quartiere del Comando Sud e da lì si comincia ad operare. Finisce l’aiuto umanitario, motivo per il quale era stato portato lì il Comando Sud, ma il Comando non si ritira, ritirano parte dell’esercito, ma lo integrano con nuovi esercizi militari nella zona. Nel campo di gioco delle forze militari, c’è una combinazione di nuove basi con la creazione di nuove normative, con più esercitazioni militari, con l’operazione della IV Flotta che contempla un insieme di basi militari itineranti, con operazioni militari e simulazione con capacità di risposta se necessario, tra gli altri meccanismi. Gli Stati Uniti occupano permanentemente la regione del Gran Caraibi. Finisce un’esercitazione e ne comincia un’altra, in modo che ci sia sempre un esercito nella zona, in modo intensivo.

L’ultimo accordo fatto con la Costa Rica a giugno del 2010, prevede la collocazione in quel paese e le sue acque territoriali di 7.000 militari statunitensi. In un paese così piccolo, e senza tradizioni militari, è una quantità sproporzionata che si spiega solo in virtù delle operazioni caraibiche che si stanno delineando. Eravamo sorpresi delle esercitazioni militari realizzate in Peru durante il 2006 e il 2007 con 1000 militari, una quantità che non si era registrata in nessun posto del continente fino a quel momento. Oggi sono 7000 per cominciare e a questi bisogna aggiungere le altre truppe che vengono inviate come civili, mercenari e appaltatori. Tra le truppe che stanno piazzando in America Latina, come in Iraq, stanno aggiungendo eserciti che non sono tali, che sono completamente irregolari, formati da mercenari che non rendono conto a nessun' altro che chi li assume, che in questo caso è il Pentagono.

In termini giuridici, questi mercenari sono fuori la giurisdizione del diritto, sono un’entità che non esiste. Oggi non si possono portare facilmente i mercenari davanti ad un tribunale. E la maggior parte degli accordi militari che sono in corso sul continente rappresentano qualcosa come una metà di ruppe regolari ed il resto, irregolari, registrati come contrattisti senza che venga specificato di quale tipo o con quali funzioni.

Uno dei grandi pericoli di oggi è precisamente l’azione di questi mercenari: paramilitari, parapoliziotti, sicari, che sono molto più invisibili ed inafferrabili e che possono anche uscire di quadri di controllo dei loro contraenti non più come parte di un gioco simulato per realizzare le operazioni più sporche ma come parte di una trasmutazione prodotto della capacità della forza che portano. Cioè, se già sono pericolosi come enti assunte dalle forze armate legali, lo saranno molto di più se si trasformano in gruppi di potere relativamente indipendenti, come nel caso di quelli creati in Centro America (zetas e altri).

Il Plan Colombia Sud

C’è chiaramente una politica di fuoriuscita continentale dal Piano Colombia. Verso il nord, il punto principale è il Messico, verso il Sud lo è Paraguay. Il Paraguay è il luogo perfetto per il Cono Sud. Hanno firmato accordi che garantiscono l’impunità agli eserciti degli Stati Uniti sul territorio paraguayano, così come in Colombia, che permettono di fare qualsiasi cosa senza alcuna responsabilità. Questa situazione si sta cercando di ricreare oggi, nonostante il cambio di governo. Si è cercato di installare l’idea che c’è un esercito terrorista, l’Esercito del Popolo Paraguayano (EPP), che sta mettendo a rischio sia la sicurezza nazionale come quella dell'emisfero, agendo nella zona nord del paese. Non smette di sorprendere che quasi da un giorno all’altro sia apparso un gruppo- composto da (solo) 14 persone secondo quanto si afferma- capace di mettere a rischio un continente. Differente è il caso delle FARC, che hanno un’altra storia ed un’altra realtà.  

Quello che sorprende è questa apparizione opportuna di eserciti terroristici nei territori considerati strategicigeopoliticamente parlando, esattamente come è successo con Bin Laden in Afghanistan. Il semplice fatto di denunciare che ci sia una forza teoricamente terrorista o destabilizzante è servita per giustificare la militarizzazione, le perquisizioni in casa di contadini o di gente del posto, gli arresti, ecc. Anche se viviamo in Paraguay, in linea di principio, un processo democratico stanno avanzando vecchi compromessi assessoriali e di miglioramento come in Colombia, e si sta imponendo questo spettacolo finalizzato alla firma di nuovi accordi che garantiscano la libera circolazione o l'installazione di ufficiali delle forze armate degli Stati Uniti e una nuova era di militarizzazione e repressione diffusa nel paese. (1) 

Il Piano America  

In questo modo, abbiamo un Plan Colombia che estende un braccio forte verso il nord, verso il Messico, passando da Panama, Costa Rica e Honduras, come un ponte verso i Caraibi, con l’installazione del Comando Sud in Haiti, che estende un altro braccio verso giù, un braccio molto importante perché permette di raggiungere il Cono Sud, facendo il ponte per attraversare tutti i paesi con processi democratici diversi oggi nel continente: Bolivia, Ecuador e Venezuela, che rimarrebbero, attraverso queste politiche, totalmente accerchiati. Questo permetterebbe di organizzare l’idea della guerra preventiva, della guerra per la sicurezza dell'emisfero, della possibilità di intervenire unilateralmente in qualunque posto per garantire la “sicurezza”, che in questo regime resta a carico del Pentagono e dei suoi alleati.

Questo è il modo in cui cammina la politica americana verso il continente. Così si evidenzIa il modo in cui Hillary Clinton, Segretaria di Stato, ha agito in America Latina ed NEi Caraibi: visite frequenti, nuovi impegni, creazione di iniziative sulla sicurezza ovunque.

A giugno 2010 è stata firmata l’iniziativa della Sicurezza dei Caraibi, già esiste quella del Centro America e quella del Messico, e si sta muovendo un’iniziativa per la sicurezza andina.

Con questo si stanno creando le nuove condizioni per il funzionamento, controllo, vigilanza ed intervento nel continente.

L'articolo è parte dell’intervento della ricercatrice messicana Ana Esther Ceceña al Forum Sociale Americhe, ad Asuncion, Paraguay di agosto.

Nota:
(1)- L’accordo fu approvato ad ottobre del 2010

Fonte: Visiones Alternativas

Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da VANESA

Tratto da: Voci Dalla Strada 

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