Sono almeno 150 le persone annegate e molte risultano ancora disperse a seguito del capovolgimento di un’imbarcazione al largo delle coste tunisine nel pomeriggio di mercoledì. Si tratta di uno degli incidenti più gravi e drammatici in termini di vittime occorsi finora quest’anno nel Mediterraneo.
Migranti e rifugiati soccorsi del Mediterraneo e condotti in salvo a Lampedusa nel maggio scorso. © F.Noy/UNHCR/May 2011 |
Il sovraffollato natante trasportava circa 850 persone, in maggioranza originarie dell’Africa occidentale, del Pakistan e del Bangladesh. Salpato sabato pomeriggio dalla capitale libica Tripoli era diretto verso l’isola di Lampedusa.
Il team di operatori dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) attivo in Tunisia è riuscito a parlare con alcuni dei sopravvissuti, secondo i quali la barca era condotta da persone con scarsa - o addirittura nessuna - esperienza marittima. L’imbarcazione ha cominciato ad avere problemi al timone e al motore poco dopo la sua partenza. Ormai persi in mare, il terzo giorno di viaggio le scorte di cibo e acqua si sono esaurite.
Mercoledì l’imbarcazione si è quindi incagliata su una secca vicino alle isole Kerkennah, circa 300 chilometri a nord-ovest di Tripoli. Si è poi capovolta quando i passeggeri in preda alla disperazione si sono riversati su un lato, cercando di farsi soccorrere dalla guardia costiera tunisina e dai pescherecci che si erano avvicinati alla barca. Molti sono caduti in mare. Ci sono anche quelli di donne e bambini tra i 150 corpi finora recuperati.
Sette persone - tra cui due donne incinte - sono in terapia intensiva negli ospedali di Sfax sulla costa tunisina, circa 40 chilometri a ovest delle isole Kerkennah. Le operazioni di soccorso da parte della marina militare e della guardia costiera tunisina sono ancora in corso.
Nella giornata di ieri 195 sopravvissuti sono stati trasferiti nel campo della Federazione internazionale della Croce rossa (IFRC) nei pressi di Ras Adjir vicino al confine con la Libia. Per oggi è in programma il trasferimento di altre 383 persone in questo e in altri campi vicini dove riceveranno assistenza anche psicologica.
Inoltre, a seguito degli incidenti della scorsa settimana vicino Ras Adjir nel corso dei quali due terzi del campo di Choucha sono stati distrutti, l’UNHCR ha ripulito l’area e riorganizzato il sito, anche in consultazione con i rappresentanti delle comunità di rifugiati e migranti. Fino a ieri erano state erette 168 nuove tende e altre saranno allestite nei prossimi giorni per fornire un alloggio ai residenti del campo. Al momento il campo di Choucha ospita circa 2.800 persone fuggite dai combattimenti in Libia.
Fonte: http://www.unhcr.it
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