L’Adico sostriene i 2 sì al referendum del 12 e 13 giugno 2011 e spiega perché il servizio deve restare pubblico. Indagine sulle tariffe nei capuloghi di provincia della nostra regione, aumento medio di 80 euro in 2 anni (+30%).
L’acqua di Rovigo è la più cara del Veneto, seguita da quella di Padova e quindi del capoluogo di regione, Venezia. Ai veronesi invece l’onore della bolletta più leggera, analogamente a quando accadeva 2 anni fa. A pochi giorni dall’appuntamento con i referendum del 12 e 13 giugno, con 2 dei 4 quesiti abrogativi relativi alla privatizzazione dell’acqua, l’Adico ha realizzato un’indagine sui costi in bolletta del servizio idrico integrato nei sette comuni capoluogo di provincia del Veneto. La fattura-tipo presa in esame è quella di una famiglia di 3 persone (scaglione di prima eccedenza) con un consumo annuo medio di 197 metri cubi. Tutti i valori espressi si intendono in euro al metro cubo.
Ecco i risultati analitici, dal valore più alto al più basso:
1) ROVIGO à Polesine Acque à 572 euro
2 (acqua) + 0,27 (fognatura) + 0,56 (depurazione) = 2,83 euro/mc X 197 + 15 euro quota fissa[1]
2) PADOVA à Acegas Aps à 338 euro
0,872270 (acqua) + 0,249220 (fognatura) + 0,500022 (depurazione) = 1,621512 euro/mc X 197 + 18,178531 euro quota fissa[2]
3) VICENZA à Acque Vicentine à 334 euro
0,890912 (acqua) + 0,241819 (fognatura) + 0,482938 (depurazione) = 1,615668 euro/mc X 197 + 15,852548 euro quota fissa[3]
4) VENEZIA à Veritas à 330 euro
1,071688 (acqua) + 0,153995 (fognatura) + 0,450262 (depurazione) = 1,675945 euro/mc[4] X 197
5) TREVISO à Alto Trevigiano Servizi à 323 euro
0,937913 (acqua) + 0,15 (fognatura) + 0,40 (depurazione ) = 1,487913 euro/mc X 197 + 30 euro quota fissa[5]
6) BELLUNO à GSP Gestione Servizi Pubblici à 290 euro
0,68829 (acqua) + 0,23384 (fognatura ) + 0,44317 (depurazione ) = 1,3653 euro/mc X 197 + 20,62203 euro quota fissa[6]
7) VERONA à Acque Veronesi à 249 euro
0,50887 (acqua) + 0,26833 (fognatura) + 0,38599 (depurazione) = 1,16319 euro/mc X 197 + 20 euro quota fissa[7]
Gli uffici dell’Adico hanno poi messo a confronto questi dati con analoghe stime riferite all’anno 2009, mostrando come i rincari sulla tariffa media regionale siano nell’ordine di 80 euro in 2 anni: se nel 2009 una famiglia di 3 persone in Veneto pagava in media 231 euro all’anno per il servizio idrico integrato (acqua, depurazione, fognatura, costi fissi)[8], oggi la somma media delle bollette pagate dalla stessa famiglia in 12 mesi tocca quota 310 euro, con un aumento quindi superiore al 30%.
Sempre considerando i dati relativi al 2009, allora il Veneto si piazzava all’ottavo posto nella classifica delle bollette regionali, tra la Campania (214 euro) e il Lazio (245) ma ben lontana dai 178 della Lombardia, seconda classificata.
Analoga la situazione dei principali comuni della regione nella classifica dei 106 capoluoghi di provincia italiani: Rovigo nel 2009 era sempre la più cara, prima tra le venete al 16esimo posto con una bolletta da 340 euro (invariata dal 2008) seguita da Padova al 43esimo posto (270 euro, +7% rispetto al 2008 quando la spesa annuale era di 250 euro), Vicenza al 49esimo con 260 euro (+11% rispetto ai 235 euro del 2008), Treviso, 65esima ( rincaro record del +45% rispetto all’anno precedente: 230 contro 165 euro), Belluno, 67esima con 220 euro di bollette all’anno ( +6%, 210 euro nel 2008), quindi Venezia al 79esimo posto con 202 euro (+26%, 160 euro nel 2008) e infine la ‘virtuosa’ Verona, 80esima classificata con 201 euro all’anno pagati dalla famiglia tipo per l’acqua (+10%, 180 euro nel 2008).
Secondo il presidente dell’Adico Carlo Garofolini, la privatizzazione del servizio porterebbe a un aumento di ulteriori 50 euro nell’arco di un biennio: «La privatizzazione delle reti idriche pubbliche non porterebbe alcun vantaggio ai consumatori ma solo aumenti dei costi in bolletta: considerando un consumo medio per famiglia di 200 metri cubi di acqua all'anno e quindi un costo di circa 300 euro, la bolletta potrebbe salire di 50 euro complessivi nel giro di due anni – spiega – E questo non soltanto per la necessità di remunerare i costi di gestione, ma anche per l’esigenza dei privati di realizzare profitti a breve termine: a differenza dei Comuni i privati non sono interessati a realizzare gli investimenti che il settore richiede, e quindi chi paga è solo il cittadino attraverso le tasse. L'acqua è un bene dell’umanità, una risorsa fondamentale, e in quanto tale non deve andare in mano ai privati. Senza contare che a Nordest il servizio idrico pubblico funziona tutto sommato bene, con perdite di rete di gran lunga minori rispetto a tante altre regioni italiane e con costi in bolletta per il consumatore sono ancora contenuti. Questo non vuol dire che non si debba tenere comunque sotto controllo la tariffa – chiude Garofolini – ma siamo convinti che finché il servizio resta in mano ai Comuni, questo controllo sia ancora possibile. Mestre se andasse in mano a società private, il rischio di aumenti indiscriminati e ingiustificati sarebbe altissimo».
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[4] Fonte: http://www.atolagunadivenezia.it/pdf_tariffe/ArticolazioneVESTA2011.pdf. Non sono indicati costi fissi.
[5] Fonte: http://www.altotrevigianoservizi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=152&Itemid=67.
[6]Fonte:http://www.gestioneservizipubblici.bl.it/Idrico/Tariffe_Le_tariffe_di_fornitura_del_servizio_idrico_integrato_14-1.aspx?idElem=148 à Tariffe anno 2011
[7] Fonte: http://www.acqueveronesi.it/labolletta_tariffedifornitura.asp à Tariffe in vigore dal 01.01.2011.
[8] Rielaborazione Adico su dati 2011 di Cittadinanzattiva, ‘Dossier sul servizio idrico integrato 2010’. Il calcolo è sempre basato su 197 metri cubi di acqua consumati in un anno da un nucleo di 3 componenti.
Tratto da: http://www.associazionedifesaconsumatori.it
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