martedì 8 maggio 2012

MEDITERRANEO, UN MARE DI SCHIAVE

Nell'incontro dal titolo “Mediterraneo, un mare di schiave”, in programma giovedì 10 maggio a Roma, egiziane, giordane, italiane e libanesi si incontreranno per una giornata dedicata alla protezione delle vittime della tratta, mettendo a confronto buone pratiche, legislazioni e soprattutto esperienze di vita.



di Francesca Manfroni

L'appuntamento è a Roma, giovedì 10 maggio, alle ore 15, presso la Sala delle Bandiere della sede del Parlamento Europeo di via IV novembre (149), e sarà un’occasione importante per un confronto tra diversi esperti delle due sponde.

Parteciperanno infatti rappresentanti della Jordanian Women's Union, di organizzazioni e movimenti egiziani e libanesi per confrontarsi sui temi dello sfruttamento lavorativo e sessuale delle migranti con esperti italiani dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato (Squadra Mobile di Roma), ma soprattutto con gli operatori delle cooperative Be Free e Parsec, e della Casa dei diritti sociali.

Di particolare importanza la testimonianza dalla Giordania con la senatrice Amneh Falah, presidente dell’Unione delle donne giordane, organizzazione molto attiva nella protezione delle donne migranti, delle vittime di tratta e violenza, nonché delle rifugiate irachene e siriane

Accanto a lei interverrà il responsabile per la lotta alla tratta del ministero dell’Interno giordano, che farà un quadro delle normative nella regione mediorientale.

Si tratta di una delegazione di operatrici sociali egiziane, giordane e libanesi impegnate in politica e nella protezione di lavoratrici migranti e rifugiate, che da oggi fino al 15 maggio visiteranno l'Italia per studiare il nostro sistema di protezione ed assistenza ai migranti e nella lotta contro la tratta di esseri umani.

La delegazione incontrerà anche i responsabili immigrazione di CGIL, Gruppo Abele, Caritas ed enti locali particolarmente attenti a queste tematiche, come il Comune di Napoli e il Comune di Pisa, nonché altre importanti realtà italiane impegnate nella protezione delle vittime di tratta su tutto il territorio italiano.

A Roma il gruppo visiterà le strutture e i servizi offerti dall’Associazione BeFree presso l’Ospedale San Camillo e seguirà l’unità di strada dell’associazione Parsec.

Il viaggio di studio proseguirà a Caserta, Torino e Pisa.

Venerdì 11 maggio le operatrici sociali verranno ricevute dal sindaco Luigi de Magistris, per poi confrontarsi con i rappresentanti di un territorio dove sono numerosi i casi di tratta e sfruttamento, con una visita allo sportello Lillith dell’associazione Sott’n copp di San Sebastiano al Vesuvio e la casa protetta delle Suore Orsoline di Caserta.

L'arrivo di questa delegazione fa parte di un più ampio programma messo a punto da Un ponte per... con il suo partner Jordanian Women’s Union per contrastare il fenomeno della violenza e dello sfruttamento delle lavoratrici migranti in Medio Oriente, sia attraverso il rafforzamento del quadro normativo e dei servizi di protezione legale e sociale, sia offrendo servizi di assistenza psicologica.

E’ questo infatti l’obiettivo del progettoUna risposta olistica al traffico, violenza e sfruttamento delle lavoratrici migranti nel Mashrekavviato nel 2011 in partnership con la Jordanian Women’s Union.

Si tratta di un programma che nasce dalla volontà di affrontare il fenomeno dello sfruttamento delle lavoratrici migranti provenienti dall’Asia, in particolare da Sri Lanka, Filippine e Indonesia, che negli ultimi anni ha assunto proporzioni impressionanti, sia in termini numerici che di conseguenze fisiche e psicologiche sulle donne coinvolte.

Iniziato negli anni ’90, il fenomeno del lavoro domestico ha ormai assunto proporzioni impressionanti, sia in termini numerici che di conseguenze fisiche e psicologiche ai danni delle donne coinvolte.

Secondo le stime ufficiali (che rispecchiano solo in parte la reale entità del fenomeno), in Libano si registra oggi almeno un decesso a settimana, e spesso si tratta di suicidio.

La Giordania conta almeno 70.000 lavoratrici domestiche straniere su una popolazione totale di poco meno di 6 milioni di persone, mentre in Egitto i lavoratori migranti superano quota 2 milioni di individui. 

Fonte: http://www.osservatorioiraq.it/mediterraneo-un-mare-di-schiave

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