Sono state effettuate diverse perquisizioni presso le sedi legali ed amministrative di società dislocate nelle province di Bergamo, Milano e Pavia coinvolte nei lavori di bonifica dell'ex area industriale
Il personale del Comando Provinciale di Pavia del Corpo forestale dello Stato, nell'ambito dell'attività di indagine su presunti smaltimenti illeciti di rifiuti e su disposizione della Procura della Repubblica di Pavia, ha posto sotto sequestro l'area ex NECA, una zona industriale dismessa di vitale importanza per la città lombarda, per presunte irregolarità riguardanti le operazioni di bonifica. Sono state effettuate da parte della Forestale diverse perquisizioni presso le sedi legali ed amministrative di società dislocate nelle province di Bergamo, Milano e Pavia coinvolte nei lavori di bonifica dell'area industriale.
Si tratta di circa 80 mila metri quadrati di superficie fondiaria, un tempo occupati da un insediamento industriale ormai dismesso, situati nelle vicinanze dello scalo ferroviario cittadino, in prossimità del centro storico di Pavia, dove era presente la più grande fonderia cittadina.
Dalla "Necchi e Campiglio" (poi Neca) uscivano caldaie, radiatori e tutto quanto si potesse realizzare mediante la fusione della ghisa. Poi, negli anni Novanta, giunse la sentenza di fallimento e l'area rimase abbandonata. Nel progetto di riqualificazione del sito, la proprietà intendeva creare un nuovo spazio destinato ad accogliere strutture pubbliche e private per ottenere un'area vivibile e fruibile da tutti i cittadini.
Gli accertamenti del Corpo forestale dello Stato erano partiti a seguito di un esposto che evidenziava presunte irregolarità concernenti le operazioni di bonifica dell'area.
Sono finite sotto controllo ben 21 società, tra cui quella proprietaria dell'area, le società che hanno redatto il progetto, quelle che hanno effettuato i lavori e gestito i rifiuti, quelle che hanno effettuato i trasporti e quelle dove sono stati conferiti i materiali.
Nel corso delle indagini, inoltre, è intervenuta un'unità operativa dell'ARPA di Pavia che ha prelevato alcuni campioni di terreno per sottoporlo a precise analisi. Sotto il profilo ambientale, infatti, la falda sotterranea, nell'area in questione, risulta tuttora " inquinata", sebbene la proprietà abbia tutto l'interesse a far credere che tale inquinamento sia dovuto ad agenti esterni all'area. La presenza di rifiuti ancora interrati potrebbe essere la causa del peggioramento ecosostenibile del sito con valori fuori soglia. I dati del monitoraggio effettuato a partire dal 2005, infatti, hanno riscontrato il superamento di alcuni parametri dei solventi clorurati cancerogeni e dei metalli.
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