domenica 13 maggio 2012

UNA MARCIA PER I DIRITTI DEI DISABILI

Si è svolto ieri nel cuore di Roma il corteo organizzato dal Coordinamento Nazionale Famiglie di Disabili Gravi e Gravissimi per protestare pacificamente contro i tagli del governo e sostenere i diritti delle persone con disabilità.

“Non siamo un mondo a parte, ma una parte del mondo”: è stato lo slogan che, dal Colosseo a Caracalla, ha animato l’evento dall’inizio alla fine.

Dopo la marcia iniziale, dove disabili e familiari si sono passati di mano una torcia simbolo delle “Olimpiadi dei Diritti”, il corteo è arrivato al “Villaggio dei Diritti” allestito a Caracalla: un sit-in con lezioni per i più giovani sui temi della disabilità, giochi per i più piccoli, uno spazio dedicato a consulenze professionali, un’area ristoro e tanta musica fino alle 19.00.

“I tagli previsti per i disabili gravi e gravissimi sono inaccettabili per un Paese come il nostro.
Non si può lasciare tutto il “peso” alle famiglie. Uno Stato, sociale e di diritto, deve farsi carico dei bisogni dei suoi cittadini. I disabili non devono essere visti come un peso, ma come una risorsa al pari degli altri cittadini. Le famiglie vanno supportate economicamente e con ogni mezzo affinchè non si sentano abbandonati” commenta Assotutela, che ieri era in prima linea al grido di “Mai più a testa bassa”.

“Lo sguardo d’amore delle mamme, dei papà, dei fratelli e delle sorelle dei ragazzi disabili è immenso e insostituibile. Ma in quegli occhi, al corteo, c’era anche tanta rabbia per essere stati dimenticati, esclusi e tartassati da tagli e tasse che rendono difficoltoso un cammino, già di per sè non sempre facile”.

La Presidente del Coordinamento, Maria Simona Bellini, ha commentato il significato più profondo della manifestazione:”stiamo cercando l’unità con le altre realtà, perché fino ad oggi è mancata ed è invece fondamentale per affermare i diritti dei disabili. Vogliamo unire famiglie, associazioni, operatori, disabili che sono in grado di autorappresentarsi e le istituzioni. Chiediamo il riconoscimento giuridico del caregiver, che oggi manca”.

Le associazioni, insieme ai disabili e ai loro familiari, chiedono più rispetto per i loro diritti, più considerazione per le famiglie in difficoltà che, contando solo sulle proprie forze, continuano ad assistere i propri cari al prezzo di enormi sacrifici. 

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