Nel corso del 2010 la RAI è stata inadempiente agli obblighi di realizzare un'informazione obiettiva, corretta ed equilibrata, obblighi assunti attraverso il Contratto di servizio pubblico e imposti dalla disciplina sulla par condicio.
Di fronte alla violazione da parte della RAI dei diritti e delle prerogative dei propri abbonati, Altroconsumo ha proposto dinanzi al Tribunale di Roma una class action per consentire a tutti gli abbonati che vi aderiranno di ottenere un risarcimento per la lesione del diritto, costituzionalmente garantito, a una informazione libera, plurale e obiettiva. Le adesioni sono raccolte attraverso il sito www.altroconsumo.it.
I fatti: durante la campagna elettorale che ha preceduto il voto amministrativo del 28 e 29 marzo scorso la RAI ha cancellato dal proprio palinsesto televisivo i principali programmi di informazione ed approfondimento politico, come Ballarò, Porta a Porta, Anno Zero, Ultima Parola. Questo è accaduto nonostante non vi fosse alcun obbligo di legge in tal senso e nonostante le critiche e perplessità manifestate dal mondo della politica, da quello del giornalismo, oltre che dall'opinione pubblica.
Nello stesso periodo la RAI, tradendo la propria funzione quale concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, con l'obiettivo prioritario di realizzare un'informazione imparziale ed equilibrata, ha riconosciuto ad alcuni partiti spazi enormemente superiori rispetto a quelli accordati alle altre formazioni politiche che pure hanno preso parte alla consultazione elettorale. Comportamento già accertato e sanzionato ripetutamente dall'AGCOM.
Tutti gli abbonati RAI hanno subìto la cancellazione del proprio diritto, costituzionalmente garantito, a una informazione libera e plurale in un momento particolarmente delicato della vita politica del Paese, momento nel quale il servizio pubblico radiotelevisivo costituisce - o meglio, dovrebbe costituire - il principale strumento per la formazione consapevole da parte di ciascun cittadino della propria volontà politica. Non è tutto: negli ultimi mesi la RAI ha iniziato a distribuire la propria programmazione su una nuova piattaforma satellitare denominata TIVUSAT, mettendo a disposizione dei propri abbonati delle smart card a pagamento con costi che variano dai 12 a 21, 60 euro. Anche in questo caso la RAI ha violato i diritti dei propri abbonati i quali, in base al Contratto di servizio, devono poter usufruire della programmazione RAI su qualsivoglia piattaforma tecnologica - satellitare, digitale terrestre, via cavo - senza alcun costo aggiuntivo rispetto a quello rappresentato dal cosiddetto canone RAI.
Altroconsumo ha chiesto che il Tribunale riconosca a ciascun abbonato che ne faccia richiesta tramite l'associazione l'importo minimo di € 500,00 a titolo di risarcimento Inoltre, per gli abbonati che hanno acquistato le cosiddette smart card TIVUSAT, Altroconsumo ha chiesto che la RAI venga condannata a restituire il prezzo indebitamente pagato dagli utenti per un servizio che quest'ultima ha l'obbligo di fornire senza addebitare agli abbonati ulteriori costi rispetto al canone.
Fonte: Altroconsumo
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