mercoledì 15 dicembre 2010

MDC: A TAVOLA FIDARSI È BENE, NON FIDARSI È MEGLIO

MDC Benevento: "Il 70% dei consumatori sanniti modifica modo di fare la spesa dopo notizie di illeciti, solo il 29% si fida dei controlli".

Batteri, virus, inquinanti ambientali, ormoni e diossina. Questi i rischi maggiormente percepiti dai consumatori sanniti in tema di sicurezza alimentare. Cittadini che si sentono persi e in balia delle emergenze mediatiche: circa il 70% di loro modifica il proprio modo di fare la spesa nel caso in cui vi siano notizie su illeciti alimentari. Solo il 29% ha fiducia negli organi di controllo. Il dato positivo è la grande richiesta non solo di sicurezza, ma soprattutto di qualità testimonianza di una maggiore consapevolezza del consumatore: l’88% è disposto a pagare di più per un prodotto garantito e certificato.    

E’ quanto emerge dalla 1° “Indagine sulla percezione dei rischi alimentari e degli stili di consumo su un campione di famiglie sannite” svolta nell’ambito del progetto “Educazione al consumo consapevole di prodotti alimentari e promozione dei prodotti tipici” realizzato dal Movimento Difesa del Cittadino, in partnership con Federconsumatori e Lega Consumatori. L’iniziativa è stata svolta con il contributo della Camera di Commercio di Benevento. Obiettivo dell’indagine era analizzare la percezione dei rischi alimentari e degli stili di consumo di un campione di famiglie sannite. In particolare, sono stati somministrati 300 (252 risposte) questionari direttamente, telefonicamente e online, in tutto il territorio sannita.     

Come sottolineato dal Presidente Provinciale MDC Francesco Luongo, “l’obiettivo del progetto è quello di fornire strumenti di autotutela ai consumatori vittime delle frodi alimentari qualificando anche la domanda con una educazione al consumo consapevole dei prodotti che permetta di mangiare in modo più sano risparmiando”.    

Stili di consumo, vince la Gdo. Gdo o mercati rionali? La grande distribuzione, che si tratti di discount o supermercati, è il principale canale di vendita per le famiglie sannite: 59% e 24% rispettivamente presso il discount e il supermercato. Abitudine questa, quella della spesa quasi tutti i giorni, che riguarda solo alcune realtà sannite come l’area del Fortore (75%), le colline beneventane (43%) e l’alto Tammaro (40%). A Benevento, invece, si preferisce fare acquisti per il 56% almeno una volta settimana e per il 44% 2 volte a settimana.   

Fresco o surgelato? Dipende da reddito. I prodotti fra quelli freschi e quelli surgelati che intaccano maggiormente nel budget familiare è per i soggetti che spendono fra il 30-50% del proprio reddito pressoché paritario (51% per i surgelati e 49% per i freschi). Mentre per le persone che utilizzano fino al 30% del proprio reddito per l’acquisto di beni alimentari è speso per l’81% per i prodotti freschi e per il 19% per i surgelati. La tipologia di soggetti che acquista prioritariamente prodotti freschi sono gli impiegati per il 29% seguiti per il 15% dagli operai (15%) e così via. Invece gli acquirenti di prodotti surgelati sono in primis i liberi professionisti (26%), seguiti pari merito dai pensionati, commercianti, tale dato conferma la situazione nazionale, cioè del pranzo veloce monoporzione e sempre pronto, senza la necessità di prepararlo in quanto lo stile di vita non consente più la cura del pranzo, o almeno nelle giornate lavorative.  

A tavola fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Solo il 29% del campione intervistato ha fiducia nelle istituzioni preposte ai controlli nel comparto agroalimentare. Un dato che può spiegare la grande influenza che i consumatori subiscono dalla comunicazione mediatica: il 68% ha dichiarato di modificare il proprio modo di fare la spesa nel caso in cui vi siano notizie su illeciti nel campo alimentare ed agroalimentare. Soprattutto perché si ravvisa nella non sicurezza del prodotti alimentare dei fattori di rischio legati per il 22% a batteri e virus, 19% inquinanti ambientali, 14% ormoni ( problema legato ai prodotti non di stagione), 14% diossina, solo 8% mucca pazza. Esiste invece una fetta non indifferente del campione (18%) che ammette di non avere alcun interesse alla sicurezza o meno di ciò che mangia!       Tale dato è stato scorporato per singola area di provenienza è che per la valle caudina i maggiori rischi ravvisato sono quelli legati ai residui farmaceutici (29%) ( probabilmente a causa della presenza della discarica) e per la presenza di pesticidi e diossina( 19%) .

Per la Valle Telesina l’indagine mostra come i rischi più sentiti sono quelli legati alle biotecnologia (22%) e ai batteri e virus e ormoni ( 22%) dovuti alla forte attività vitivinicola a cui si legano anche quelli inerenti agli inquinanti ambientali (11%). Diversa è la situazione nelle Colline beneventane dove le percentuali maggiori riguardano la diossina ( 43%) sicuramente dovuta alla presenza delle ex discariche e dell’area industriale. Nell’area dell’Alto Tammaro invece il maggior rischio è per così dire quelli tradizionali legati alla presenza di batteri e virus ( 80%) quindi anche legati alla cattiva conservazione dei prodotti. Il Fortore , come il Tammaro, presenta rischi inerenti alla igienicità dei prodotti e non alla contaminazione fa fattori esterni. La situazione nella città di Benevento mostra una maggiore percezione nei confronti dei rischi legati alla presenza di inquinanti ambientali (68%).     

I consumatori chiedono sicurezza e qualità. I rischi alimentari sono chiaramente percepiti dai consumatori sanniti, tanto che l’88% dichiara di essere disposto a spendere di più per un prodotto garantito e certificato. Le motivazioni sono dovute per il 48% sulla certezza della provenienza ,per il 16% rispetto dell’ambiente, il 13% invece, tiene conto delle caratteristiche organolettiche, e il 21% è convinto che una marca conosciuta sia sintomo di sicurezza e igienicità. Per stare tranquilli i cittadini sanniti preferiscono comunque rivolgersi all’ipermercato o al supermercato in quanto si ha la certezza che siano qualitativamente ed igienicamente più sicuri degli altri luoghi di vendita , senza però disdegnare gli altri infatti i dati sono pressoché stabili. La scelta di chi rivolge invece alla vendita diretta ( pescheria, panetterie, mercato rionale etc.) lo fa in quanto ha fiducia nel venditore (26%),lo conosce e quindi è sicuro del prodotto che vende (21%).

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