I reati commessi dai cittadini cinesi in Italia riguardano prevalentemente la violazione delle norme sull'immigrazione, corrispondenti nel periodo 2004-2010 a 28.464 persone denunciate, tra queste 5.329 per promozione e favoreggiamento dell'immigrazione illegale.
E' quanto emerge dal Rapporto, presentato oggi al Cnel alla presenza del ministro dell'Interno Roberto Maroni, su ''Le caratteristiche della criminalita' organizzata cinese in Italia'' realizzata dall'Osservatorio Socio-Economico sulla Criminalita' del Cnel. Nel periodo 2004-2010, spiega il Rapporto, seguono, in ordine ecrescente, lo sfruttamento della prostituzione (1.896), le lesioni dolose (1.357), la contraffazione di marchi (1.069), i furti (920), l'associazione a delinquere ex art. 416 c.p. (849), le estorsioni (491), i reati legati agli stupefacenti (441), le rapine (349), i tentati omicidi (181) e gli omicidi volontari consumati (108).
Caratterizzati da un numero oscuro probabilmente molto alto, i reati riconducibili ai cittadini cinesi ''evidenziano valori di gran lunga inferiori rispetto ad altre collettivita' straniere presenti in Italia''. I principali mutamenti avvenuti nell'ambito dell'immigrazione illegale riguardano l'ampliamento delle aree di origine dei migranti cinesi: in passato circoscritte alle province del Zhejiang e Fujian, oggi interessano in particolar modo il Nord-Est della Cina.
Per coloro che arrivano in aereo direttamente dal paese di origine - oggi la modalita' prevalente - il costo del trasporto illegale e' sensibilmente diminuito: da 15 mila euro di alcuni anni fa a circa 8-9 mila euro. Mentre in passato il percorso via terra poteva prolungarsi per mesi se non addirittura per alcuni anni, ed era reso particolarmente difficoltoso dal superamento di vari confini nazionali, oggi molti migranti arrivano con visto turistico, salvo poi rimanere sul territorio italiano oltre il periodo consentito dal permesso d'ingresso.
Tra i fenomeni segnalati dal Rapporto c'e' la presenza di bande giovanili che, insieme alla rapida crescita della domanda di droghe tra i giovani cinesi, indicano un indebolimento dei legami familiari e comunitari che in precedenza erano un disincentivo verso l'adozione di comportamenti devianti e antisociali. Stesso discorso vale per la parallela crescita, in questi ultimi anni, della prostituzione al chiuso e all'aperto.
Quanto alla contraffazione, nel 2010 la Guardia di Finanza ha sequestrato circa 110 milioni di prodotti di provenienza cinese. Cio' costituisce il principale business delle organizzazioni criminali cinesi, cui prendono parte anche esponenti delle organizzazioni mafiose italiane. Roma e' il principale centro di smistamento della merce contraffatta proveniente dalla Cina. A livello territoriale, rileva ancora il Rapporto, le province di Prato e Milano presenziano i valori piu' alti per i reati violenti, come gli omicidi e le lesioni dolose; per i reati di tipo predatorio, come furti, rapine, estorsione e sequestri di persona. La provincia di Roma ha invece i valori piu' alti per il reato di contraffazione. Il Rapporto sottolinea poi che a Prato c'e' lo scenario piu' preoccupante sia sotto il profilo sociale che criminale. I capi delle bande criminali hanno stabilito collegamenti con alcuni elementi influenti della comunita' locale.
Fonte: http://www.cnel.it
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