L’Europa deve accogliere le persone in fuga dalla Libia: MSF critica l’inconsistenza dell’Europa che proclama di proteggere i civili impegnandosi in una guerra mentre chiude le sue frontiere a chi fugge dal conflitto.
Una lettera aperta di Medici Senza Frontiere è stata pubblicata oggi su 13 quotidiani europei e inviata ai leader degli Stati membri dell’Unione Europea impegnati nella guerra in Libia. Nella lettera, l’organizzazione medico umanitaria critica la politica contraddittoria europea, che da un lato proclama di condurre una guerra per proteggere i civili e dall’altro chiude le sue frontiere alle vittime della guerra stessa, con il pretesto di prevenire un afflusso massiccio di immigrati irregolari.
"Gli Stati europei impegnati nella guerra in Libia si stanno sottraendo ai loro obblighi, legali e morali, e stanno dimenticando le vittime della guerra di cui sono parte," afferma Konstantinos Moschochoritis, Direttore generale di Medici Senza Frontiere Italia. "Le parole e le azioni dei nostri leader, presentate nella logica della lotta all’immigrazione clandestina, attualmente restringono l’accesso in Europa delle vittime della guerra. Questo cinismo politico è vergognoso."
MSF enfatizza la discrepanza tra l’accoglienza offerta da Tunisia ed Egitto, che hanno già accolto oltre 630.000 persone in fuga dalla Libia, e quella offerta dagli Stati europei che hanno voltato le spalle alle persone che attraversano il Mediterraneo rischiando le loro vite per raggiungere l’Europa.
"Le persone che stiamo vedendo a Lampedusa ci raccontano delle violenze e delle minacce che hanno subito in Libia: alcuni sono stati picchiati, altri hanno visto i propri familiari morire davanti ai loro occhi", dichiara Loris De Filippi, Direttore delle operazioni di MSF. "Arrivano esausti, spesso in stato di ipotermia, dopo aver viaggiato per diverse ore, rischiando la vita. Quello che trovano quando raggiungono l’Europa sono condizioni di accoglienza inaccettabili e totale incertezza sul loro futuro".
La lettera aperta evidenzia anche l’obbligo legale di proteggere i diritti delle vittime di guerra “garantendo il loro non-respingimento dalle acque e dal territorio europei verso zone di guerra e assicurando che esse siano accolte adeguatamente in Europa e abbiano accesso alle procedure di asilo quando richiesto”.
La lettera aperta è stata pubblicata oggi su: Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, L'Unità e Terra in Italia; Le Monde in Francia; El Pais in Spagna; Le Soir e De Standaard in Belgio; Berlingske Tidende in Danimarca; Svenska Dagbladet in Svezia; Le Temps in Svizzera; Die Presse e Der Standard in Austria; Kathimerini in Grecia; European Voice.
Leggi il testo completo della lettera >>
La lettera è stata inviata a:
Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri (Italia); Nicolas Sarkozy, Presidente della Repubblica (Francia); Angela Merkel, Cancelliere (Germania); David Cameron, Primo Ministro (Regno Unito); José Luis Rodríguez Zapatero, Primo Ministro (Spagna); Yves Leterme, Primo Ministro (Belgio); Mark Rutte, Primo Ministro (Olanda); Jean-Claude Juncker, Primo Ministro (Lussemburgo); Fredrik Reinfeldt, Primo Ministro (Svezia); Lars Løkke Rasmussen, Primo Ministro (Danimarca); Jens Stoltenberg, Primo Ministro (Norvegia); Petr Necas, Primo Ministro (Repubblica Ceca); Herman Van Rompuy, Presidente del Consiglio d’Europa; Jerzy Buzek, Presidente del Parlamento Europeo; José Manuel Barroso, Presidente della commissione europea; Catherine Ashton, Vice-Presidente della commissione Europea e Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza.
I team di Medici Senza Frontiere sono attivi in Italia (Lampedusa), in Libia (Misurata, Bengasi e Zintan) e in Tunisia per assistere le vittime della guerra in Libia. Ogni giorno sono testimoni delle conseguenze del conflitto sui civili.
Le attività di MSF comprendono:
Lampedusa
• MSF si occupa del triage dei pazienti al porto e di seguire le successive fasi del soccorso medico presso i centri di accoglienza e detenzione. Ha anche il compito di valutare le loro condizioni di vita e accesso ai servizi sanitari nei centri dislocati in Italia. Finora, circa 11.175 migranti e richiedenti asilo fuggiti dal conflitto in Libia hanno raggiunto l’Italia.
• Da febbraio 2011, MSF ha effettuato più di 1.700 visite mediche a migranti e rifugiati a Lampedusa, fornendo un totale di 2.500 kit igienici, 4.500 coperte e 3.500 bottiglie d’acqua.
Libia
• Le équipe di MSF sono presenti in Libia dal 24 febbraio e stanno attualmente lavorando a Zintan, Misurata e Bengasi.
• A Misurata, dal 18 aprile, circa 20 membri dello staff di MSF hanno fornito assistenza medica e chirurgica in tre ospedali (Al Abbad, Kasr Ahmed e Ras Tuba) e stanno lavorando per aumentare il numero di pazienti presi in carico da queste strutture.
• A Bengasi, MSF sta supportando le due farmacie centrali attraverso la fornitura di medicinali essenziali. MSF ha anche valutato le condizioni delle famiglie sfollate attorno a Bengasi a causa del conflitto. L’équipe prevede ora di cominciare le attività nel campo di Al Bayda, dove circa 900 famiglie hanno cercato rifugio. MSF sta anche continuando a supportare il Comitato medico di Bengasi a prendersi cura delle vittime di violenza sessuale e di genere, inclusa l’assistenza psicologica. Continua anche ad aiutare i pazienti affetti da malattie croniche attraverso la fornitura di medicinali per l’HIV e la TB.
• Dal 30 aprile, una équipe di MSF ha fornito assistenza al personale medico dell’ospedale di Zintan, una città a sud ovest di Tripoli, al fine di far fronte al gran numero di feriti. Circa un centinaio di persone ferite sono state ricoverate nell’ospedale di Zintan dai primi di maggio, a causa degli scontri tra le forze pro Gheddafi e i ribelli.
Tunisia
• Fin da marzo, gli psicologi di MSF hanno fornito assistenza alle persone fuggite dal conflitto in Libia, cercando rifugio nei campi vicino al confine. Finora, sono stati forniti più di 4.000 consulti psicologici. Fin dai primi di aprile, più di 40.000 famiglie libiche hanno attraversato il confine con la Tunisia per sfuggire alle violenze nel proprio paese. MSF sta svolgendo attività con le cliniche mobili per fornire assistenza psicologica ai rifugiati che si trovano presso i centri di accoglienza, le cliniche o ospiti presso famiglie lungo la strada che da Dehiba conduce a Tataouine. MSF sta anche supportando alcuni centri sanitari nelle aree dove si trovano i rifugiati, per aiutare il personale medico locale a far fronte all’aumento di pazienti.
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