lunedì 30 maggio 2011

EDITORIALE – GIOVANI E LAVORO, IL SOGNO INFRANTO

In Italia per lavorare bisogna avere poche aspirazioni. D'altronde i politici lo dicono da tempo: "Giovani, fate i lavori manuali"

In Italia ormai trovare un lavoro, soprattutto a tempo indeterminato, sta diventando un’utopia, un sogno condiviso e allo stesso tempo un’ansia angosciante per milioni di ragazzi. Accusati di essere un popolo di bamboccioni, i giovani italiani sono invece continuamente alle prese con contratti che scadono e con annunci di lavoro che tolgono ogni speranza a chi li legge. Sono spesso richiesti anni ed anni di esperienza lavorativa difficili da accumulare durante l’università (che nel frattempo è stata allungata di un anno), almeno tre lingue, la conoscenza del pacchetto Office. E poi possibilmente essere single. Impossibile non scoraggiarsi di fronte a certi requisiti che sembra possedere solo un supereroe.

L’estero come unica soluzione. Ai giovani avevano detto che lo studio li avrebbe premiati con un futuro sicuro. Eppure, sembra che un incredibile paradosso si stia radicando nel nostro Paese: più si hanno titoli di studio e qualifiche, più è difficile trovare un lavoro. Per avere un contratto a tempo indeterminato ed una buona posizione, si punta ai concorsi pubblici, luogo prediletto dai “raccomandati”. Ma i concorsi vengono banditi sempre più raramente a causa della mancanza di soldi della pubblica amministrazione. Troppi titoli di studio, poca esperienza lavorativa e l’età avanzata (26/27 anni), non rendono competitivo un candidato che decide di puntare al settore privato. Per molti allora si inizia a prospettare un’unica soluzione, andare all’estero.

Parola d’ordine: ridimensionare le proprie aspirazioni. Chi sono i giovani disoccupati “volontari”? Persone che non sono alla ricerca di un lavoro qualsiasi ma di un lavoro che soddisfi almeno la metà delle proprie aspettative. Non è facile accettare un lavoro qualsiasi dopo tanti sacrifici ed investimenti. Ma l’Italia non è il posto per questo tipo di persone. È un paese dove, per trovare lavoro, è imposto un ridimensionamento delle proprie aspirazioni ed ambizioni. A volte però non è sufficiente neanche questo. Spaventano infatti i dipendenti particolarmente qualificati, sono difficili da controllare.

Meglio un lavoro oggi o una laurea domani? Cosa consigliare allora ai ragazzi che devono scegliere tra liceo ed istituto tecnico, università o lavoro? Difficile rispondere a questa domanda se si considera che non è neanche chiaro se in Italia i laureati siano troppi o troppo pochi. In questa confusione generale e con la scusa della crisi non manca poi chi se ne approfitta facendo lavorare in modo del tutto gratuito e senza prospettive future chi cerca disperatamente e ad ogni condizione di scrivere qualcosa sul proprio curriculum.

Alla fine, inevitabilmente, l’entusiasmo che ha sempre spinto ad andare avanti, ad affrontare gli ostacoli, a non abbattersi di fronte alle delusioni, si scontra con una realtà così contorta e negativa che è difficile da comprendere fino in fondo soprattutto da parte di chi tutto questo non lo ha attraversato. Dicono che per raggiungere i propri sogni ci si debba credere, si debba sempre inseguirli senza mai arrendersi, accompagnando a tanta volontà altrettanto lavoro. Ma in Italia basta tutto questo? I ragazzi italiani non sono assolutamente dei bamboccioni sono solo persone che vorrebbero di più o meglio, o semplicemente ciò che meritano.


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