In occasione della Giornata europea dei Parchi che si celebra oggi, il WWF Italia ricorda la funzione delle 871 aree protette italiane e soprattutto i gravi rischi che incombono su di esse: dallo smembramento del Parco Nazionale dello Stelvio, ai tagli scriteriati fatti ai trasferimenti delle Regioni, dalle trivellazioni per l’estrazione degli idrocarburi, alle infrastrutture inutili previste nei parchi.
La lista delle criticità è molto lunga, ma oggi il WWF vuole lanciare un grido di allarme per le aree marine protette, importantissimo presidio dell’ecosistema marino oggi ridotto allo stremo delle forze a causa di un tagli ai trasferimenti statali che non consente nemmeno la sopravvivenza dell’Ente.
Le 27 aree marine italiane ricevono ad oggi dallo Stato poco più di 5 milioni di euro. Ce ne vorrebbero almeno il doppio, visto che per sopravvivere avrebbero bisogno di almeno 400.000 euro ciascuna che moltiplicati per 27 superano i 10 milioni di euro.
“Se le aree marine non saranno di nuovo rimesse nella possibilità di operare, - dichiara Dante Caserta consigliere del WWF Italia delegato alle aree protette - si perderanno le competenze e le conoscenze che hanno permesso in questi anni di gestire in modo eccellente molte aree marine. Sono enti che hanno permesso anche la gestione sostenibile di quelle attività generalmente impattanti come la pesca”.
Il sistema delle aree protette del nostro Paese ha raggiunto importantissimi risultati grazie alla legge quadro sulle aree protette, la L. 394/91 che ha permesso di passare dallo 0.6% del territorio italiano protetto negli anni ’60 all’odierno 11%.
Le 104 Oasi del WWF di cui pochi giorni fa si è celebrata la consueta Giornata di festa, sono una parte importante di questo sistema a cui contribuiscono con i loro oltre 30.000 ettari, tra cui 10 riserve dello Stato di cui fanno parte le tre marine di Miramare a Trieste, Torre Guaceto in Puglia e la recentissima oasi affiliata della Punta a Pioppi nel Cilento.
A fronte però di una superficie di tutto rispetto, la situazione dei parchi italiani è ancora critica.
Ogni anno infatti ci si batte per far assegnare alle aree protette nazionali e regionali i fondi necessari per la loro sopravvivenza, cosa che è garantita in tutti i Paesi del mondo.
Inoltre la stessa legge quadro che tra pochi mesi compirà 20 anni, non è stata del tutto applicata, si pensi ai piani di assetto o ai regolamenti, alla operatività degli incentivi o alla disciplina delle aree contigue o al mancato trasferimento delle Riserve Statali agli Enti gestori dei Parchi.
Si continua a parlare solo e sempre di sopravvivenza senza però neanche il minimo accenno ad una politica a lungo termine capace di riconsegnare alle aree protette la loro funzione di arrestare la perdita di biodiversità e di costituire i nodi della rete ecologica nazionale mettendole a sistema anche con i siti Natura 2000.
Da parte sua il WWF prosegue fino al 29 maggio la grande raccolta fondi per salvare tre boschi e farli diventare oasi protette, allargando così il patrimonio salvato e gestito dall’associazione.
Per dare il proprio contributo: si dona via sms o chiamata da rete fissa al 45507 oppure tramite gli sportelli automatici (ATM) Unicredit in tutta Italia.
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