Lampedusa, 30 marzo 2011 © Amnesty International |
Questa mattina la delegazione di Amnesty International presente a Lampedusa ha reso note alla stampa le prime conclusioni della missione di ricerca effettuata sull'isola nelle ultime 48 ore. La delegazione è composta da Charlotte Phillips del Segretariato Internazionale, Anneliese Baldaccini, dell'Ufficio Istituzioni europee e Giusy D'Alconzo della Sezione Italiana dell'organizzazione per i diritti umani.
"La gestione fallimentare della situazione creatasi a Lampedusa nelle scorse settimane ha determinato una crisi umanitaria che poteva e doveva essere evitata" - ha dichiarato Charlotte Phillips. "Nelle ultime settimane, migliaia di cittadini stranieri sono stati abbandonati sull'isola, nonostante provenissero da paesi colpiti dalla povertà, dalla guerra o in piena crisi politica".
"Tutto ciò risulta incomprensibile, soprattutto alla luce del numero di arrivi a Lampedusa, veramente poco rilevante se paragonato al flusso di circa 400.000 persone che in queste settimane hanno cercato rifugio nei paesi confinanti con la Libia, come Tunisia ed Egitto" - ha proseguito Charlotte Phillips.
Senza accesso a servizi igienico-sanitari ed esposte alle intemperie, ancora ieri circa 4000 persone dormivano come capitava: per terra, sulla spiaggia, senza coperte. I più fortunati si sono organizzati con tende fatte di sacchi per la spazzatura recuperati in giro.
"Nonostante questo quadro agghiacciante, ognuno è rimasto calmo e si è adattato alla situazione, compresi gli abitanti di Lampedusa che hanno dimostrato solidarietà e generosità" - ha dichiarato Giusy D'Alconzo.
La delegazione di Amnesty International ha espresso preoccupazione per il futuro delle persone trasferite e in via di trasferimento da Lampedusa. "Abbiamo riscontrato come le persone arrivate a Lampedusa non abbiano ricevuto informazioni su ciò che le attende" - ha proseguito D'Alconzo. "Non è ancora chiaro dove saranno inviate e quale sarà lo status giuridico dei centri destinati ad accoglierle. In assenza di un piano preciso, il rischio è quello di un ricorso generalizzato alla detenzione".
"I bisogni individuali di tutte le persone che hanno raggiunto e raggiungeranno l'Italia devono essere esaminati in modo adeguato" - ha precisato Anneliese Baldaccini. "A queste persone dev'essere garantito l'accesso a procedure effettive ed eque di asilo, ciò che non è evidentemente stato possibile sinora a Lampedusa a causa della situazione caotica creatasi sull'isola. Le autorità italiane devono tener fede ai loro obblighi internazionali sui diritti umani. Ciò significa venire incontro agli immediati bisogni di queste persone e desistere da espulsioni collettive o rimpatri sommari".
Anneliese Baldaccini ha poi criticato l'atteggiamento dell'Unione europea, i cui governi devono "riconoscere la responsabilità di aver condotto e concluso negoziati con paesi terzi, senza garanzie sui diritti umani. Non si è ancora sentita una voce chiara e netta di autocritica per gli accordi fatti in questi anni con Tunisia e Libia, improntati sul blocco dei flussi piuttosto che sul rispetto dei diritti umani".
La delegazione di Amnesty International spera di visitare oggi pomeriggio il "villaggio della solidarietà" di Mineo, in provincia di Catania, dove sono stati trasferiti, secondo una logica incomprensibile, molti richiedenti asilo le cui procedure erano state già avviate e che erano pronte a essere esaminate dalle commissioni territoriali per il riconoscimento dell'asilo.
Fonte: www.amnesty.it
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