martedì 10 maggio 2011

AUMENTO DEI PREZZI DEI BENI ALIMENTARI: RISPOSTE A 10 DOMANDE

Gli ultimi dati mostrano che i prezzi dei beni alimentari, dopo otto mesi di continuo aumento, a marzo hanno registrato un lieve calo. Tuttavia, ѐ ancora troppo presto per affermare se questo sia l’inizio di un abbassamento dei prezzi. Molto dipenderà da quello che accadrà nelle prossime settimane. Per il momento gli effetti degli aumenti sono già stati sentiti in tutto il mondo.
Quando aumentano i prezzi degli alimenti, le famiglie povere
spesso smettono di mangiare cibi nutrienti come le verdure fresche.
 (Co[yright: WFP/Martin Penner).
Le cause e gli effetti degli attuali alti prezzi del cibo sono vari. Qualche informazione in basso per capire cosa sta succedendo.

1. Quanto sono alti, realmente, i prezzi del cibo?

L’Indice globale dei prezzi dei beni alimentari, prodotto dalla FAO, ha raggiunto un picco storico di 237 punti a febbraio, nettamente maggiore rispetto al picco dei 213,5 punti raggiunti nel 2008. Successivamente, a marzo, ѐ leggermente sceso a 230 punti a seguito, in particolare, del calo del prezzo di olio e zucchero.

2. Quindi i prezzi caleranno ulteriormente?

Il calo a marzo rappresenta certamente una tregua gradita, ma sarebbe prematuro concludere che il rialzo dei prezzi dei beni alimentari abbia invertito tendenza. Anche tenendo conto del calo, i prezzi sono più alti del 37% rispetto a marzo 2010. Nelle prossime settimane si saprà se gli agricoltori stanno aumentando la quantità delle semine per rispondere alla domanda. A quel punto, sarà più semplice capire quale sarà l’andamento dei prezzi.

3. Ci sono buone notizie?

I rifornimenti delle maggiori derrate alimentari sono piú abbondanti rispetto a due anni fa. I raccolti dell’Africa meridionale ed orientale sono stati buoni, mantenendo stabili i costi di prodotti come il mais bianco . Le riserve di riso, grano e mais bianco (i prodotti di base più importanti in molti paesi in via di sviluppo) sono adeguate e ciò diminuisce i rischi che si ripeta una crisi come quella del 2007/2008.

4. Gli eventi in Medio Oriente e in Nord africa hanno un effetto su tutto questo?

Gli eventi in Medio Oriente e in Nord Africa stanno contribuendo all’incertezza e alla volatilitá dei prezzi – cosí come vi contribuiscono gli effetti delle devastazioni in Giappone. Inoltre, la FAO ritiene che gli aumenti del prezzo del grano probabilmente subiranno un calo nei prossimi mesi poichѐ le tensioni in Nord Africa stanno ritardando le importazioni e causando un calo della domanda globale (l’Egitto ѐ il piú grande importatore di grano del mondo).

5. Quali paesi sono più esposti all’aumento dei prezzi dei beni alimentari?

I prezzi elevati del cibo rappresentano un problema per i paesi poveri che importano grandi quantità di prodotti alimentari. I paesi a rischio sono anche quelli che hanno già un’alta inflazione, riserve valutarie estere limitate e con una valuta locale svalutata rispetto al dollaro. La Banca Mondiale ha dichiarato che, da giugno 2010, 44 milioni di persone sono precipitate in condizioni di estrema povertà e di fame, nei paesi in via di sviluppo, a causa degli aumenti dei prezzi dei generi alimentari.

6. Come affrontano il problema le popolazioni dei paesi poveri?

In molti paesi in cui opera il WFP vi sono famiglie che spendono per la spesa alimentare circa il 60-80% del loro reddito. In tali contesti ѐ evidente che i prezzi elevati colpiscono duramente la popolazione. Le famiglie diminuiscono il numero di pasti che consumano al giorno, acquistano alimenti più economici ma meno nutrienti e spendono meno per le spese mediche e per l’ istruzione.

7. L’innalzamento dei prezzi potrebbe rappresentare un vantaggio per gli agricoltori poveri?

I prezzi alti dei beni alimentari potrebbero rappresentare un vantaggio per persone che vivono di agricoltura. Tuttavia il problema ѐ che molte di queste persone non producono abbastanza cibo nemmeno per se stesse e certo non possono venderlo. Molti non hanno accesso ai mercati, dove i prezzi sono più elevati, né hanno le risorse necessarie, come per esempio i fertilizzanti, per migliorare la produzione agricola.

8. In che modo l’innalzamento dei prezzi condiziona il lavoro del WFP?

Gli alti prezzi dei beni alimentari si ripercuotono sul WFP in due modi: primo, per noi costa di più acquistare gli alimenti destinati a chi soffre la fame e, secondo, il numero di persone che hanno bisogno di assistenza alimentare aumenta. Se i prezzi continuassero a salire, o anche a rimanere agli stessi livelli alti per il resto dell’anno, il WFP si troverà di fronte a un serio deficit. A quel punto saremo costretti a dover prendere delle decisioni difficili come nel 2008, cioè ridurre le razioni, diminuire i beneficiari o cercare ulteriori risorse.

9. Quanto cibo acquista il WFP?

Nel 2010, il WFP ha acquistato beni alimentari per un valore di 1,25 miliardi di dollari. Di questi, 975 milioni sono stati spesi acquistando cibo da paesi in via di sviluppo. L’iniziativa del WFP di continuare ad acquistare alimenti quando i prezzi di mercato erano bassi durante il 2010 ha aiutato a minimizzare l’impatto sul nostro bilancio. tuttavia, ogni aumento del 10% al nostro paniere alimentare significa ulteriori 200 milioni di dollari all’anno per acquistare la stessa quantità di alimenti.

10. Che speranze ci sono?

Ѐ incoraggiante che questi temi siano nell’agenda degli incontri del G20 di quest’anno, insieme ai modi di fronteggiare possibili reazioni come, ad esempio, il divieto d’esportazione. I divieti non dovrebbero condizionare il lavoro umanitario. Ci si aspetta anche che i governi discutano della possibilità di creare delle riserve di cibo in prossimità delle aree a potenziale insicurezza alimentare.


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