giovedì 5 maggio 2011

RIFORMA DEI PRONTO SOCCORSO: A FAZIO ARRIVA L’OK DA SINDACATI E REGIONI

Ripensare interamente la rete sanitaria di emergenza-urgenza, rielaborando le linee guida, decongestionando i Pronto Soccorso, che in futuro dovranno occuparsi solo dei codici gialli e rossi, e affidando i casi più lievi, ovvero quelli classificabili come codici bianchi e verdi, a una cabina di regia che vedrà la presenza di rappresentanti della medicina del territorio e che “coinvolgerà largamente” medici di famiglia e pediatri. 

È questo il progetto di riforma dei Pronto Soccorso che il ministro della Salute Ferruccio Fazio, ha presentato ieri mattina in via preliminare alle sigle sindacali mediche ospedaliere e territoriali e che nel pomeriggio ha avuto anche anche la “condivisione” delle Regioni. Un progetto di riforma che fa seguito all’indagine conoscitiva della commissione Sanità di palazzo Madama, che ha confermato le forti criticità del settore e l’urgenza di intervenire per porvi rimedio, e che verrà inserito negli Obiettivi di piano, così da poter essere finanziato con una quota dei 350 milioni di euro, pari al 25% del fondo destinato agli Obiettivi di piano, destinati alle cure primarie. 

“L’ipotesi è quella di rifondare completamente il settore creando una quarta macro area all’interno del fondo sanitario nazionale in aggiunta alle 3 tradizionali (prevenzione, ospedale e territorio)”, ha spiegato il ministro al termine dell’incontro con i sindacati, sottolineando la necessità di costituire una cabina di regia ospedale-territorio che possa anche ridefinire le procedure di triage del servizio 118. Un obiettivo ambizioso, dunque, che i sindacati, che nei prossimi tempi dovranno presentare a Fazio le loro proposte nel dettaglio, hanno dichiarato di condividere nelle linee di intervento generali. Al tempo stesso però, le sigle sindacali hanno evidenziato, in una nota congiunta, che “il vero problema dei Pronto soccorso è l’eccesso di domanda di ricovero soprattutto nell’area medica per cause epidemiologiche e demografiche”, augurandosi che il ministero della Salute possa dare “risposte urgenti al problema degli organici, procedendo anche a rivedere le linee guida che governano il sistema dagli anni ’90″.


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