martedì 3 maggio 2011

SEVERGNINI, I TERRORISTI SIETE VOI.

« Internet non ha colpe: è il mezzo, non il messaggio. Ma è uno strumento perfetto per diffondere pericolose falsità travestite da dubbi. la calunnia, che ai tempi delle romanze era un venticello, ai tempi della banda larga è diventata un tornado. »
[beppe severgnini - corriere 03.05.2011 p.50]

Ci risiamo: il clichet è sempre quello. Quando un media mainstream parla della rete, lo fa sempre sempre e soltanto per evidenziarne i supposti aspetti negativi. L’altro giorno mi chiama mia madre: “Hai visto? Su Internet avevano detto che Sposini era morto”.

Mamma…cos’è internet? Internet è come andare al bar. E’ come quando parli con il salumiere al bancone. Scriverebbero mai un articolo di giornale perché uno che gioca a flipper, stamattina, ha detto a un’altro che beveva un cicchettino che era morto Sposini, davanti a qualche decina di avventori intenti a fare colazione, di cui forse solo qualcuno ha alzato gli occhi per dire “davvero?”. No, vero mamma? Perché allora un giornale come il Corriere della Sera commenta lo stesso tizio del flipper se apre una pagina facebook dove dice la stessa cosa, visitata distrattamente dalle stesse sparute poche decine di persone, e non scrive una riga su pagine pubbliche e siti web frequentati da decine di migliaia di persone dove invece si discute di politica, di società, dove si cerca di costruire un paese non so se migliore ma sicuramente nuovo, diverso 

Potrebbero fare un’operazione culturale strepitosa, Il Corriere, La Repubblica e tutti gli altri organi di stampa. Potrebbero presentare ogni giorno un blog, un canale Youtube, un profllo Twitter, un gruppo o una pagina Facebook dove quotidianamente a decine e a centinaia di migliaia gli italiani si incontrano per fare cultura, per fare proposte, per gettare il loro sasso nello stagno nella più totale libertà di pensiero. Invece se ne guardano bene! Lo evitano come la peste, immagino per mantere l’egemonia culturale e per allontanare l’irreversibile processo di depauperazione economica che li affligge da quando la rete ha reso i guadagni meno facili, se non talvolta impossibili, per tutti 

Quando parli di pericolose falsità travestite da dubbi, caro Severgnini, sei proprio sicuro di riferirti a internet e non piuttosto alla comprovata esperienza nel settore dei giornali e delle televisioni? Riflettici bene, fai un respiro e prenditi il tuo tempo. Se poi non sei ancora convinto guarda un’edizione serale del TG1 e del TG5 e confrontala con la stessa edizione del TG di LA7 di Mentana, magari in una giornata dove centinaia di migliaia di persone si sono ritrovate in piazza, 200 per la questura, nessuno per Minzolini e Mimun 

Del resto, che nel tuo articolo non parli certo della situazione italiana è evidente anche dal tuo riferimento alla banda larga. Perchè lo sai, vero, che l’Italia è al 53° posto in quanto a penetrazione di internet nella popolazione, e che la qualità della connessione alla rete per chi ha il privilegio di poter navigare, nell’amato stivale, è tra le peggiori in assoluto di tutto il mondo tecnologicamente avanzato? Come saprai di certo, perchè sei un giornalista attento e hai un blog di successo sul Corriere, che le risorse destinate allo sviluppo della banda larga, che se realizzata potrebbe contribuire all 15% del Pil italiano entro il 2015, sono continuamente promesse e poi drenate per far confluire i fondi sul digitale terrestre.

Smettetela di demonizzare la rete agli occhi dei pochi lettori che ancora, e lo dico con rammarico, vanno la mattina in edicola a comprare una copia del vostro giornale. Altrimenti, dato l’enorme potenziale del mezzo internet in termini di contributo alla conoscenza e di impulso al pieno sviluppo di una democrazia effettiva, nonché in termini di sviluppo economico, i terroristi siete voi, perché con le vostre bombe carta lanciate contro i luoghi di libertà dove i nuovi cittadini si ritrovano, tutti insieme, per cercare di cambiare le regole, spaventate i turisti dell’informazione che provengono da giornali e televisioni, creando un danno all’innovazione, all’economia e al futuro culturale e politico di tutto il paese.


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