lunedì 6 dicembre 2010

WWF: COMPLEANNO AMARO PER I PARCHI NAZIONALI

Nonostante l’intervento in extremis del Ministero dell'Ambiente, sui finanziamenti la situazione resta grave: il caso dello Stelvio, ridotto a parco "provinciale".

Compleanno amaro quello dei parchi secondo il WWF: il 6 dicembre di 19 anni fa il Parlamento italiano approvava la Legge Quadro sulle aree naturali protette (395/1991), una norma considerata all’avanguardia nel campo ambientale e nella gestione della aree protette che ha consentito di passare dall’1% del territorio protetto del 1991 ad oltre il 12% di oggi. Montagne, fiumi, vallate, foreste, aree umide, laghi, tratti di litorale e di mare protetti da un sistema di parchi e riserve nazionali, regionali, provinciali e comunali all’interno dei quali è conservata una grande parte della biodiversità italiana e quindi europea per un totale di 3.160.000 ettari di superficie protetta a terra ed oltre 2.800.000 ettari di superficie protetta a mare, con 658 km di costa tutelate. Ma il destino delle aree protette, a distanza di quasi 20 anni, è ancora incerto dato che l’intero  sistema sopravvive a stento e non ha mai visto il riconoscimento di uno ‘status’ di stabilità, condizione indispensabile per poter operare.    

A chiusura del 2010, Anno internazionale della biodiversità e che ha visto finalmente l’Italia  dotarsi di una Strategia nazionale sulla biodiversità, si deve rafforzare la positiva esperienza di parchi e riserve e promuovere maggiori investimenti e scelte politiche chiare che consentano realmente alle aree naturali protette di svolgere il loro compito fondamentale di tutela del patrimonio naturale di questo Paese – ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia.

Il sistema delle aree protette non è solo sotto lo ‘scacco’ del taglio finanziamenti, come si è visto nel dibattito di questi ultimi mesi: i parchi sono sempre più ‘ostaggio’ della politica locale che chiede interventi e modalità che non sempre si conciliano con gli interessi prevalenti dello Stato che peraltro in tema della tutela della natura  ha competenze  esclusive. 

Lo Stelvio: un Parco... provinciale?

Un caso esemplare è quello del Parco Nazionale dello Stelvio, uno dei quattro parchi nazionali storici del nostro Paese a rischio ‘declassamento’ per un patto politico teso ad attenere la non ostilità dei Parlamentari della South Tirolen Von Spartain rispetto alla fiducia sul Governo Berlusconi. In cambio della provincializzazione del Parco dello Stelvio il partito altoatesino ha dichiarato alla stampa locale che non parteciperà al voto di fiducia al Senato, abbassando il quorum richiesto, e si asterrà alla Camera. Un precedente pericolosissimo che evidenzia la tendenza a sacrificare sull’altare della politica la conservazione, la visione d’insieme della gestione, la coerenza e l’omogeneità degli interventi in maniera indipendente su tutto il territorio e in un momento in cui da più parti si chiede di modificare la legge quadro sulle aree protette. 

L'Italia non crede al valore della natura 

Sul fronte finanziamenti le aree naturali protette sono spesso le prime a subire tagli, non comprendendo come gli investimenti sulla tutela della natura siano altamente redditizi anche dal punto di vista economico considerati i vantaggi in termini di difesa del salute e del territorio e promozione turistica che essi comportano. Una situazione ancora più grave se si inserisce nel quadro generale dei tagli al Ministero dell’Ambiente sul quale la scure imposta dal Ministro Tremonti si è manifestata in modo ben più significativo rispetto ad ogni altro Ministero facendo sì che nel 2011 il bilancio complessivo del Ministero dell’Ambiente fosse di circa un terzo rispetto a quello del 2008. Per il 2011 e per il biennio successivo nella Legge di Stabilità sono stati  stanziati 6.868.000 milioni di euro nel 2011 e 7 milioni di euro per ciascuno degli anni 2012 e 2013 per l’attuazione dei programmi; mentre gli stanziamenti per il personale e per il funzionamento delle aree protette si trovano sul Bilancio di previsione 2011 del Ministero dell’ambiente e ammontano a 63.394.000 euro nel 2011 (28.938.000 previsti inizialmente +34.456.000 euro di integrazione introdotta alla Camera), e 63.398.000 euro (28.938.000+35.000.000 euro)  per ciascuno degli anni  2012-2013.  In questo quadro appare come sempre più debole il ruolo del Ministero dell’Ambiente che subisce la pressione di una  politica che non considera l’ambiente né come priorità, né come opportunità di  sviluppo.

Il WWF comunque apprezza, in questo contesto, l’azione del Ministro Prestigiacomo che si è finora adoperato per un’attribuzione straordinaria di risorse che compensi per il 2011 il taglio previsto inizialmente per i Parchi. 

Quello che occorre veramente è una revisione normativa che intervenga in modo strutturale cancellando il taglio previsto per legge attraverso l’equiparazione degli Enti Parco ad un qualsiasi altro Ente controllato da un qualunque Ministero – ha continuato Leoni. Eppure le aree protette italiane, quando sono state ben gestite, hanno dimostrato di poter rappresentare anche un efficace strumento per la crescita economica e sociale dei territori: nonostante ciò l’estate scorsa i fondi per i 24 parchi nazionali hanno subito tagli ingenti (dal 40 al 50%) mettendo in serio pericolo la loro stessa sopravvivenza e si spera che il rimedio posto in extremis copra la ‘falla’. Rimane invece drammatica la situazione delle 30 aree marine protette per le quali sarebbero stanziati solo 5,5 milioni di euro a fronte di una necessità che si aggira intorno ai 12 milioni. La situazione non migliora nelle aree protette regionali dove ai tagli fatti dalle Regioni per le politiche di riduzione della spesa si accompagna la riduzione dei trasferimenti statali.    

Parchi regionali: il caso della Sicilia

Grave e paradossale il caso della Siciliadove il taglio ai finanziamenti per le Riserve Regionali non ha tenuto neppure in conto in contratti di gestione in essere sottoscritti dalla Regione stessa. La Regione Siciliana in modo lungimirante, attraverso una propria normativa, aveva previsto che la gestione delle Riserve Regionali potesse essere affidata anche alle Associazioni Ambientaliste: questo ha dato vita ad una delle esperienze più straordinarie di conservazione, certamente quella che rappresenta il miglior rapporto tra investimento fatto e risultati ottenuti. Non solo il WWF, ma anche altre Associazioni Ambientaliste regolarmente riconosciute, gestiscono perle di natura, come le Saline di Trapani, l’Isola dei Conigli a Lampedusa, l’Isola delle Femmine, Monte Pellegrino e molti altri luoghi dove viene garantita la fruizione, l’educazione ambientale, la tutela e la promozione delle attività compatibili.   

In modo scellerato quest’esperienza sta per finire a causa dell’incapacità di trovare nell’immenso bilancio della Regione Siciliana quei pochi milioni che potrebbero non solo dare continuità gestionale a veri e propri gioielli, ma che consentono di continuare a proteggerli dall’assalto di speculatori sempre in agguatoha concluso Leoni Un esempio? E’ sotto gli occhi di tutti l’attuale degrado dell’Isola Bella di Taormina. Dopo una garanzia di tutela e gestione attenta e rigorosa da parte del WWF, 4 anni fa l’associazione è stata costretta a lasciare l’incarico ricevuto dalla Regione Siciliana e la situazione oggi è quella di un territorio in abbandono".
 
Fonte: WWF


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