di Marco Cedolin
Inframmezzate fra la sitcom strappalacrime delle nozze fra William e Kate e la beatificazione di Papa Wojtyla, le poche notizie che arrivano dalla Libia sono simili a frustate vigorose che dovrebbero per forza di cose produrre copiose ondate di sincera indignazione, se solo la coscienza popolare non fosse ormai anestetizzata in profondità e l’opinione pubblica gestita a proprio piacimento dai mestieranti della politica.
Le bombe” intelligenti” americane o forse i caccia francesi, oppure i droni in partenza da Sigonella, o ancora i “razzi” di estrema precisione che abitano l'immaginario di Silvio Berlusconi , fanno scempio di Tripoli e dintorni e nonostante le strette maglie della censura mediatica, qualche immagine sfocata riesce a giungere fino a noi. Una scuola per bambini down (obiettivo militare di primaria importanza) rasa al suolo e trasformata in polvere di uranio impoverito, la residenza di Gheddafi sventrata e un suo figlio ammazzato, insieme a tre dei suoi nipoti.....
Bombardamenti a tappeto che fanno strage di civili, distruggendo case ed infrastrutture e omicidi mirati che applicano sentenze di morte mai discusse in nessun tribunale, il tutto sotto l’ombrello di una risoluzione ONU semplicemente delirante e totalmente infondata, ormai superata dai fatti e dalle azioni dei “volenterosi” che si sono spinti ben oltre il delirio esperito nel palazzo di vetro.
In Italia la politica fa spallucce, mentre il governo si appresta a scaricare sul prezzo della benzina oltre ai costi della “cultura” anche quelli dei bombardamenti, fidando sul convincimento che comunque vadano le cose milioni d’italiani saranno comunque costretti a muoversi forsennatamente con la propria auto, se non per un weekend di sole e mare, almeno per recarsi al lavoro tutte le mattine.
Le uniche proteste, sia pure blande, arrivano da quel partito xenofobo e razzista che è la Lega Nord che sembra deciso (il sembra è indispensabile quando si disserta di politica) ad imporre al premier una mozione in 6 punti, che certo non si manifesta come un documento rivoluzionario, ma comunque tenta affannosamente di mettere qualche paletto sul percorso guerrafondaio intrapreso dal nostro paese.
Contemporaneamente il partito dei diritti umani, ma anche della guerra, dei più deboli, purchè stiano dalla parte giusta e dell’accoglienza, continua a fare orecchie da mercante, trincerandosi dietro la figura dell’amico Obama e alla necessità di proteggere il popolo libico, fingendo di non accorgersi che proprio il popolo libico crepa sotto le bombe sganciate con la sua complicità.
Gli “xenofobi” ed i “razzisti” stanno facendo una sceneggiata di mero stampo utilitaristico ed elettorale. Può darsi.
Ma il PD e buona parte degli “intellettuali” di centrosinistra, compreso il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che xenofobi e razzisti non lo sono affatto e si vantano di essere la quintessenza del pacifismo ed i paladini dei diritti umani sempre e comunque, cosa fanno?
Pontificano sulla necessità di difendere i civili di Bengasi, ammazzando quelli di Tripoli, si rammaricano per una guerra sanguinosa ma necessaria, si offrono come cassa di risonanza per la demonizzazione di Gheddafi e si prodigano a gran voce perché le bombe dei “volenterosi” arrivino presto anche in Siria.
Quanto è triste un paese dove l’unico scampolo di buon senso (ad essere generosi) deve essere affidato al partito che più di ogni altro è additato come razzista ed intollerante, mentre gli altri restano in silenzio ed avallano le stragi con un’alzata di spalle.
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