martedì 26 ottobre 2010

AMAZZONIA: IN 10 ANNI SCOPERTA UNA NUOVA SPECIE OGNI 3 GIORNI”

L’appello del WWF ai Governi perché diventi area prioritaria di tutela

Nel pieno della Conferenza sulla Biodiversità che si sta svolgendo a Nagoya – Giappone – il WWF ha diffuso oggi in una conferenza stampa l’ultimo report “AMAZZONIA VIVA” che mette in luce la straordinaria ricchezza di specie di quest’area e evidenzia le minacce che ancora incombono.

Il Report illustra l’enorme biodiversità con 1200 specie nuove scoperte e descritte in appena 10 anni, tra il 1999 e il 2009: praticamente una nuova specie ogni tre giorni (e stiamo parlando solo di animali vertebrati – mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e pesci e di piante tralasciando le migliaia di specie scoperte di invertebrati). Questo dato conferma che l’Amazzonia è uno dei luoghi della Terra dove si riscontra la maggiore diversità e dunque un patrimonio inestimabile di cui tutti noi inconsapevolmente beneficiamo: malgrado la maggior parte della regione sia ancora al riparo da disturbi le minacce stanno aumentando velocemente. Durante gli ultimi 50 anni l’uomo ha causato la distruzione di almeno il 17% della foresta pluviale amazzonica, un’area più vasta del Venezuela e pari a due volte la Spagna. Una delle principali cause di questa trasformazione è rappresentata dalla rapida espansione dei mercati regionali e globali della carne, della soia e dei biocombustibili, che fanno aumentare la domanda di terreni. Si stima che l’80 % delle aree

deforestate dell’Amazzonia siano destinate a pascoli per il bestiame. Inoltre, i modelli di sviluppo non sostenibili, la rapida crescita economica regionale e il crescente fabbisogno energetico stanno esercitando un forte impatto sull’Amazzonia.

L’Amazzonia è una risorsa ‘vitale’ che va preservata proprio nell’interesse delle popolazioni locali: solo in Brasile sono oltre 30 milioni le persone che dipendono dalle risorse e dai servizi offerti dagli ecosistemi di quest’area. Una gestione responsabile dell’Amazzonia è dunque un fattore cruciale, in quanto garantirebbe servizi ambientali alla popolazione anche al di là dei confini dell’Amazzonia e non ultimo per via del ruolo che questa area svolge nell’ambito della battaglia contro i cambiamenti climatici globali.

Per il WWF è importante garantire lo sviluppo delle strategie di conservazione a livello regionale, promuovendo la gestione sostenibile delle risorse naturali e uno sviluppo ben pianificato delle infrastrutture, che si tradurranno poi in sviluppo economico, tenendo in considerazione, tra gli altri elementi, anche gli impatti sociali e ambientali. E’ questo il senso dell’appello lanciato ai delegati dei 193 paesi presenti a Nagoya ai quali è stata fatta una richiesta: inserire l’Amazzonia nella mappa mondiale dei luoghi prioritari per la conservazione e costruire un forte sostegno pubblico attorno alle iniziative di conservazione su grande scala in Amazzonia. Per le nazioni amazzoniche, una parte della soluzione per la protezione delle specie e degli habitat amazzonici è attualmente oggetto di valutazione da parte dei governi che si stanno incontrando proprio durante il Summit di Nagoya: un approccio transnazionale finalizzato a creare, nella regione amazzonica, un sistema di aree protette completo ed efficacemente gestito.

Scorrendo il Report del WWF si spalanca un vero caleidoscopio di forme e colori: 637 piante, 257 pesci, 216 anfibi, 55 rettili e 39 mammiferi, tra cui 6 nuove scimmie compresa la Mico acariensis scoperta nel 2000. Ve ne sono di straordinarie come la nuova specie di Anaconda, prima nuova specie di anaconda identificata dal 1936 che si aggiunge alle altre tre già note alla scienza, nella provincia boliviana dell’Amazzonia lunga ben 4 metri, il delfino rosa boliviano del Rio delle amazzoni, nuova specie scoperta grazie alle ricerche genetiche, sull’orlo dell’estinzione, la nuova specie di pesce gatto cieco dal colore rosso brillante che vive nelle acque sotterranee, e poi diversi pappagalli e altre specie di uccelli. Ma i veri dominatori sono gli invertebrati (principalmente i ragni), che da soli rappresentano il 90% degli animali presenti, con 50.000 specie diverse in appena 2,5 km quadrati di foresta tropicale.

Il Report elenca il numero di specie descritte in ciascun paese dove il record di scoperte è diviso tra Brasile, Perù e Ecuador. Viene anche illustrato il ruolo determinante dell’Amazzonia nell’ambito della regolazione del clima globale: le sue foreste immagazzinano, infatti, un’enorme quantità di carbonio e in caso di gestione inadeguata c’è un enorme rischio potenziale di alterazione del clima a livello globale. L’Amazzonia contiene 90-140 miliardi di tonnellate di carbonio, ed il rilascio anche solo di una porzione di questo quantitativo accelererebbe in modo significativo il processo di riscaldamento globale. Attualmente la riconversione dei terreni e la deforestazione in Amazzonia comportano un rilascio che arriva a 0,5 miliardi di tonnellate di carbonio l’anno, senza includere le emissioni causate dagli incendi forestali. Grande importanza riveste anche lo scambio energetico generato dalla evapotraspirazione dalla superficie delle foglie, dato che l’area ospita la più estesa, densa e ininterrotta copertura di vegetazione presente sulla Terra.

L’energia coinvolta in questo processo contribuisce alla regolazione del clima globale pompando acqua nell’atmosfera e fornendo energia al regime dei venti a livello globale. L’effetto di raffreddamento dato da questo particolare "sistema di condizionamento d’aria globale” è cruciale per il sostegno della vita sulla Terra.

Questo rapporto dimostra chiaramente l’incredibile diversità della vita in Amazzonia”, ha dichiarato Francisco Ruiz, Responsabile dell’Iniziativa Living Amazon del WWF. E ci ricorda , ha aggiunto Ruiz,, anche quanto dobbiamo ancora apprendere riguardo a questa regione unica e cosa potremmo perdere se non cambieremo il nostro modo di concepire lo sviluppo e promuovere la conservazione a livello regionale, garantendo così benefici economici, sociali e ambientali alle popolazioni di questa regione e della vasta zona soggetta all’influenza climatica dell’Amazzonia”.

Attraverso la sua Iniziativa Living Amazon, il WWF sta lavorando a un approccio complessivo finalizzato alla collaborazione con i governi, la società civile e il settore privato, per promuovere il processo di trasformazione necessario per dare vita a uno scenario alternativo che possa preservare più efficacemente la biodiversità dell’Amazzonia. L’obiettivo è una visione condivisa della conservazione e dello sviluppo che risulti ambientalmente, economicamente e socialmente sostenibile, la adeguata valutazione degli ecosistemi naturali in base ai beni ambientali che forniscono, la pianificazione della destinazione d’uso e dei diritti di proprietà della terra e delle risorse, l’implementazione delle migliori pratiche di gestione per l’agricoltura e l’allevamento e l’ottimizzazione della pianificazione delle infrastrutture energetiche e dei trasporti per ridurre al minimo gli impatti ambientali e l’impoverimento della diversità culturale.

Yolanda Kakabadse, Presidente del WWF-Internazionale, ha dichiarato : Molte delle scoperte di nuove specie sono avvenute nell’ambito della rete delle aree protette amazzoniche. Quest’anno, l’Anno della Biodiversità, ha aggiunto Kakabadse, rappresenta una eccellente opportunità per i Capi di Stato per contribuire a proteggere ancora di più la biodiversità amazzonica per garantire la sopravvivenza delle specie che vivono in queste aree e la continuità della fornitura dei beni e servizi ambientali dai quali tutti traiamo beneficio.

Fonte: WWF

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