giovedì 28 ottobre 2010

WWF: “SERVE ‘COLPO DI CODA’ DEL GOVERNO ITALIANO PER CONTRIBUIRE AL PIANO D’AZIONE GLOBALE SULLA BIODIVERSITÀ”

Il WWF è ancora ottimista: timidi progressi a Nagoya su protocollo ABS – risorse genetiche - contabilità ambientale e aree protette

A giudicare dal ruolo che sta giocando in queste ore di negoziati alla Conferenza delle Parti sulla Biodiversità sembra che il Ministro dell’Ambiente italiano sia stato inviato dal nostro Governo a Nagoya a ‘mani vuote’. Non risulta, infatti, ancora nessun impegno dell’Italia sulla partita più importante che si sta giocando al livello internazionale, ovvero, il finanziamento da parte dei paesi sviluppati al Piano d’Azione per la riduzione della perdita di biodiversità entro il 2020.

Ci aspettiamo che nelle prossime ore il Governo italiano dia un ‘colpo di coda’ dimostrando il proprio impegno sia su scala globale sia su scala nazionale. Basterebbe, infatti, prevedere nella Manovra 2011 (collocando un accantonamento in Tabella A della Legge di Stabilità 2011, tabella in cui vengono previsti impegni di spesa corrente finalizzati ad iniziative speciali o nel decreto legge previsto per fine anno) un adeguato impegno economico che consenta di avviare la realizzazione della Strategia nazionale della biodiversità, approvata lo scorso 7 ottobre, dopo 16 anni dalla ratifica da parte del nostro Paese della Convenzione internazionale della biodiversità (1994),

Trovando adeguate risorse per dare gambe alla Strategia nazionale della Biodiversità il nostro Paese, dimostrerebbe in ambito internazionale e sul piano interno alle Regioni, di voler veramente arrestare la perdita di biodiversità – ha dichiarato Isabella Pratesi, responsabile conservazione del WWF Italia – Questa è una condizione sine qua non per contribuire alla costruzione di un Piano strategico globale che punti ad arrestare la perdita di biodiversità nel Pianeta. E’ importante rilevare che per ora l’Italia, si è presentata alla COP 10 di Nagoya sostanzialmente a mani vuote rispetto agli impegni richiesti su scala internazionale ai singoli Paesi per contribuire alla condivisione degli obiettivi e dei traguardi su scala globale”.

Il WWF chiede inoltre che nel 2010 - Anno internazionale per la biodiversità e della COP 10 di Nagoya – il nostro Paese dimostri con i fatti di voler considerare il patrimonio naturale e i servizi che vengono resi dagli ecosistemi un vero valore, iniziando con l’introdurre il capitale naturale nella contabilità nazionale, un tema che in questi giorni a Nagoya sta assumendo sempre più concretezza.

LE RICHIESTE DEL WWF SUL PIANO D’AZIONE

Restano ancora 2 giorni per arrivare alla condivisione di un Piano di azione globale capace di arrestare la perdita drammatica di specie e di risorse naturali. I delegati che si sono riuniti da lunedì a Nagoya per la decima conferenza della parti (COP10) sulla Convenzione per la Diversità Biologica (CBD) hanno consegnato nelle mani dei Ministri dell’Ambiente il documento che dovrà essere concluso venerdì prossimo.

Per il WWF non c’è solo necessità di ‘stanziare’ fondi adeguati: si tratta di un vero e proprio cambio dei ‘parametri’ economici che i Governi tutti dovrebbero adottare inserendo nel Piano strategico della Biodiversità il valore economico dei servizi naturali, una ‘pietra miliare’che contamini i sistemi di contabilità nazionale nonchè gli impegni riguardanti l’eliminazione dei sussidi perversi dannosi per la biodiversità nel campo agricolo, ittico, energetico, infrastrutturale, forestale, idrico. E’ importante anche inserire ulteriori impegni da assumere entro il 2020 come l’ottenimento a del tasso zero di deforestazione, il raggiungimento di almeno il 20% delle aree protette significative e rappresentative degli ecosistemi planetari ed efficacemente gestite e l’eliminazione dell’ overfishing –sovrasfruttamento delle risorse di pesca.

IL ‘BAROMETRO’ DEI NEGOZIATI DI NAGOYA

I colloqui hanno visto nei giorni scorsi una contrapposizione tra paesi sviluppati e non, e lo stallo è soprattutto sulle questioni finanziarie e sull’approccio alla questione della proprietà delle risorse genetiche degli ambienti naturali che mette a rischio il Protocollo ABS sull'accesso e la condivisione dei benefici (Access and Benefit Sharing Protocol). Infatti, molte nazioni insistono nel dichiarare che non vi sarà alcun piano per la biodiversità se non saranno stanziati finanziamenti aggiuntivi per implementare il Protocollo e in mancanza di un accordo su questo.
Notiamo che alcuni ministri stanno tentando di giungere a un compromesso sul Protocollo ABS. Sollecitiamo gli altri paesi a unirsi a questo sforzo, a mettere da parte le rispettive divergenze e a individuare i punti sui quali è possibile addivenire a un accordo” – ha dichiarato Jim Leape, direttore generale del WWF Internazionale.

Uno slancio di ‘generosità’ è giunto in queste ultime ore dal Giappone che ha annunciato uno stanziamento di 2 miliardi di dollari in tre anni ai Paesi in via di sviluppo per la tutela della biodiversità, un impegno auspicato nei giorni scorsi anche dal WWF. I negoziati relativi a una serie di obiettivi previsti dal piano per la biodiversità hanno registrato alcuni progressi. Ora sembra probabile che si possa raggiungere un accordo riguardo all’inclusione, per la prima volta, dell’obiettivo richiesto ai governi di inserire la contabilità ambientale nei bilanci di spesa nazionali e sembra probabile che si raggiunga un accordo anche sull’obiettivo che richiede di porre fine al sovrasfruttamento delle risorse ittiche.

Il WWF ha chiesto, infine, al livello globale un obiettivo del 20 per cento di aree protette per la terraferma e le aree marine e costiere: è possibile essere ottimisti riguardo all’obiettivo per la terraferma, dove attualmente si discute di una quota compresa tra il 15 e il 25 per cento, mentre per quanto riguarda le aree marine e costiere il dibattito è ancora molto acceso e si sta discutendo di una quota compresa tra il 6 e il 15%.

Fonte: WWF

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