lunedì 25 ottobre 2010

Iraq: il sito Wikileaks documenta gli orrori; 109mila morti e torture sistematiche ai prigionieri

Dai 400 mila documenti secretati pubblicati su http://wikileaks.org/ emergono stragi e torture compiute dai militari americani


23 ottobre 2010 - Agenzia stampa AGI

(AGI) - Dubai, 23 ott. - La bomba di Wikileaks è esplosa sull'Iraq, con la pubblicazione di 400mila documenti secretati da cui emergono torture sistematiche praticate dalle truppe di Baghdad, migliaia di casi di vittime civili, gli aiuti forniti dall'Iran alle milizie sciite. Dai 'file' anticipati da Al Jazira e apparsi subito dopo sul sito di Julian Assange, si apprende che dall'inizio del conflitto in Iraq nel 2003 fino al 2009 sono morte più di 109.000 persone di cui oltre la metà, 66.000, erano civili. Di questi ultimi ben 15mila hanno perso la vita in incidenti di cui finora non si sapeva nulla e che nella maggior parte dei casi sono ascrivibili ai militari iracheni, ha riferito il gruppo londinese Iraq Body Count.

Washington aveva sempre negato di disporre di una contabilita' delle vittime in Iraq.

Nel racconto dell'orrore quotidiano della guerra emergono storie imbarazzanti per gli Usa che potrebbero avere effetti imprevedibili sulle elezioni di Mid-Term del 2 novembre.

Anzitutto la copertura delle torture praticate dai militari iracheni, ma anche tantissime le uccisioni di civili ai posti di blocco americani, 681 tra cui donne incinte e bambini.

Il Pentagono ha minimizzato osservando che molti episodi erano "stati a suo tempo ampiamente riportati in servizi di cronaca", ma il danno resta potenzialmente immenso. Da parte sua, il segretario di Stato, Hillary Clinton, ha condannato "nei termini il più chiari possibile" la divulgazione di qualsiasi documento che metta a rischio la vita degli americani. Nei file desecretati, c'e' il racconto delle torture inflitte ai prigionieri da parte dei soldati iracheni (abusi fisici di ogni tipo, con particolari raccapriccianti, comprovati dai referti sanitari) e sistematicamente ignorati dagli americani, tranne un intervento isolato nel 2005. Si parla di sistemi simili a quelli impiegati sotto Saddam Hussein: detenuti frustati ai piedi con cavi pesanti, altri appesi ai ganci fissati al soffitto o che ricevevano scosse elettriche sul corpo; e ancora la violenza sessuale o la sua minaccia (un detenuto ha raccontato di esser stato sodomizzato con una bottiglia d'acqua, un altro con un tubo flessibile).

Almeno sei detenuti, se non di più, sono morti per le percosse ricevute. I militari Usa scoprirono migliaia di vittime di esecuzioni sommarie, senza che questo venisse denunciato. C'è poi il caso di un elicottero Apache, quello già coinvolto nell'uccisione di due giornalisti della Reuters documentata da Wikileaks, che avrebbe sparato a due miliziani che volevano arrendersi. E si scopre che nel 2005 Al Qaeda voleva attaccare il carcere iracheno di Abu Ghraib, la "prigione delle torture" chiusa dall'Amministrazione Obama. (AGI) .

Fonte: AGI
 
AlJazeera


 
Torture sistematiche ai prigionieri e gli Usa sapevano


Torture sistematiche condotte con il tacito assenso delle truppe statunitensi (che sapevano ma non intervennero quasi mai); migliaia di vittime civili (donne anche incinte, bambini finiti sotto il fuoco dei soldati e dei contractor Usa ai check-point), gli aiuti dell’Iran alle milizie sciite. Wikileaks ha fatto quel che aveva minacciato e reso noto quasi 400mila file classificati sulla guerra in Iraq.

Nelle ultime dieci settimane, al - Jazeera ha avuto completo accesso al materiale e nella notte precedente all’annunciata divulgazione del materiale sul sito dell’organizzazione di Julian Assange, la tv satellitare qatara ha cominciato a rendere pubblici i documenti. Da quella che è la più corposa fuga di notizie della storia usa, emerge un spaccato molto imbarazzante per Washington: violenze, abusi e vittime innocenti. Secondo i documenti, la guerra ha fatto almeno 109mila vittime, tra il marzo 2003 e la fine del 2009, il 63% delle quali civili (gli Usa hanno sempre negato di aver un conteggio dei morti, ma evidentemente non era così).

Nei file desecretati, c’è il racconto delle torture inflitte ai prigionieri da parte dei soldati iracheni (abusi fisici di ogni tipo, con particolari raccapriccianti, comprovati dai referti sanitari) e sistematicamente ignorati dagli americani: “Gli Usa - fa notare al Jazeera - hanno speso milioni di dollari per creare prigioni, tribunali e la rule of law in Iraq; ma i documenti mostrano che le forze di sicurezza irachene violavano quotidianamente i più elementari diritti dei detenuti in loro custodia, con aggressioni, minacce alle loro famiglie, con gli stupri e anche le uccisioni”.

“Ancora più importante, molti dei rapporti sugli abusi ai detenuti suggeriscono che gli Stati Uniti hanno consapevolmente violato la convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura: la convenzione proibisce ai firmatari di trasferire un detenuto ad altri Paesi, se vi sono fondati motivi di ritenere che egli rischi di essere sottoposto a tortura; le accuse delle mille torture nelle carceri irachene, molte suffragate da prove mediche, chiaramente sembrano costituire fondati motivi per ritenere che i prigionieri trasferiti nelle carceri irachene potessero essere torturati. Eppure gli Usa trasferirono migliaia di prigionieri agli iracheni tra cui circa 2.000 detenuti consegnati nel luglio del 2010”.

“Le torture segnalate dai prigionieri sono spesso quasi identiche a quelle utilizzate dal deposto regime di Saddam Hussein: detenuti frustati ai piedi con cavi pesanti (una forma estremamente dolorosa di tortura, ma che lascia pochi segni sulle vittime); altri appesi ai ganci fissati al soffitto o che ricevevano scosse elettriche sul corpo; e ancora la violenza sessuale o la sua minaccia (un detenuto ha raccontato di esser stato sodomizzato con una bottiglia d’acqua, un altro con un tubo flessibile)”. Solo rari gli interventi delle truppe Usa per fermare le torture: accadde per esempio nel mese di agosto del 2005, ma scrive al Jazeera, “fu un’eccezione piuttosto che la regola”.

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