mercoledì 27 ottobre 2010

Disagio e servizi sociali nel Lazio: i numeri di un’emergenza da affrontare

Il «Secondo Rapporto sui servizi sociali del Lazio» è stato realizzato, sulla base dei dati prodotti dal Sistema informativo dei servizi sociali del Lazio (Siss), dalla Fondazione Censis con il coordinamento della Direzione regionale Politiche sociali e famiglia-Area Sistema informativo sociale.

Il Rapporto fotografa in maniera dettagliata lo stato delle strutture e dei servizi socio-assistenziali del Lazio al 31 dicembre 2009. Quanti sono, quale la loro dislocazione sul territorio, a chi si rivolgono e quanta domanda riescono a soddisfare. Servizi e strutture per minori, anziani, disabili, persone con dipendenze e immigrati, persone in difficoltà o non autosufficienti. Oltre a rintracciare ed evidenziare sulla base di dati numerici le criticità di questo sistema, dal raffronto con i dati del 2007 il Rapporto ricava l’evoluzione dell’offerta socio-assistenziale nei due anni che hanno preceduto l’attuale amministrazione regionale.

25 mila utenti in più in due anni. A supporto dei soggetti fragili, cresce l’offerta di strutture e servizi socio-assistenziali nei diversi territori della regione. Sono oltre 270 mila gli utenti delle strutture e dei servizi del Lazio, aumentati di oltre 25 mila unità (+10%) rispetto al 2007. Di questi, oltre 184 mila sono anziani (il 68% del totale degli utenti, +5,7% rispetto al 2007) e più di 78 mila sono minori (quasi il 29% del totale, +21,2% rispetto al 2007). Sono questi i dati del monitoraggio periodico del Siss sull’offerta socio-assistenziale nei distretti del Lazio. Sul territorio l’offerta socio-assistenziale è fatta di 2.846 unità, cresciute di oltre il 16% rispetto al 2007, ma la loro ricettività è aumentata del 12,4%. Appare chiaro, quindi, come l’aumento dell’offerta sia andato di pari passo con la crescita della domanda e che, nonostante un aumento della spesa, non sia stato in grado di colmare il gap preesistente.

Un aumento insufficiente dell’offerta. Dall’indagine, infatti, è emerso che quasi il 43% delle strutture del Lazio dichiara di non avere potuto ospitare persone che rientravano nella propria tipologia di utenza: quasi il 42% nel Comune di Roma, il 51% a Frosinone, il 56% a Rieti, il 40% a Latina, il 42,2% in Provincia di Roma e il 25,6% a Viterbo. Nelle case di riposo per anziani ci sono oltre 7 mila ospiti (+6% rispetto al 2007). E sono 2.858 gli adulti con disabilità che hanno usufruito delle strutture e dei servizi (+1,5% rispetto al 2007), oltre 830 gli utenti dei servizi per persone affette da patologie invalidanti come l’Alzheimer e il Parkinson (+5,6%), oltre 600 le donne ospitate nelle strutture per donne in difficoltà (+11,2% rispetto al 2007).

La disomogeneità territoriale nella copertura dei servizi. Attualmente i tassi di copertura di strutture e servizi (rapporto tra posti disponibili e utenza potenziale) sono diversificati nella regione. Si passa da una copertura particolarmente elevata nelle province dell’Alto Lazio, come Viterbo (48,7 posti per 1.000 abitanti) e soprattutto Rieti (52,2 posti per 1.000 abitanti), a tassi di copertura meno elevati nella provincia di Frosinone (31,8 per 1.000 abitanti), nel Comune di Roma (30 per 1.000 abitanti) e soprattutto nelle altre province, come Latina (con 23,7 posti) e Roma (con 29,2 posti). Per gli asili nido si va da un tasso di 295 posti disponibili per 1.000 minori nel Comune di Roma a 84,4 per 1.000 nei distretti di Rieti, passando per 149,1 per 1.000 a Latina, 158 per 1.000 a Viterbo, 127,5 per 1.000 in provincia di Roma, 98,4 per 1.000 a Frosinone. Per gli anziani, è in provincia di Rieti che si registra il più alto tasso di copertura della rete di offerta (pari a 187,4 posti per 1.000).

I disagi più diffusi. Il Rapporto contiene anche un’indagine realizzata dal Sistema informativo dei servizi sociali del Lazio (Siss) in collaborazione con il Censis su un campione di 825 operatori sociali (assistenti sociali, volontari, operatori di cooperative, ecc.) attivi nei distretti del Lazio e nei municipi di Roma. Dall’indagine è emerso che i disagi più diffusi sono: nel caso dei minori, il conflitto nelle famiglie (61,7%), la droga e l’alcolismo (38%), il disagio economico (37,3%); per gli anziani, il disagio economico (47,1%), la solitudine (46,4%) e la difficoltà a spostarsi per le carenze dei trasporti (39,6%); per i disabili, le difficoltà nell’inserimento lavorativo (80%) e l’assenza di supporto nel lavoro (71,3%); per gli immigrati, il lavoro nero (85%) e il disagio abitativo (67,3%). Altri risultati significativi sono che nel Lazio è aumentato molto l’alcolismo secondo il 34,4% degli intervistati, per il 31,7% il consumo di droghe pesanti (eroina e cocaina), per il 30,6% quello delle droghe leggere.

Famiglia e volontariato in trincea. Di fronte a disagi sociali in crescita e sempre più articolati è forte l’impegno delle famiglie. In caso di inadeguatezza dell’offerta pubblica è la famiglia a dare copertura. Per il 90% degli operatori intervistati è così per le esigenze degli anziani (i familiari pagano di tasca propria badanti o strutture private), per l’80,8% sono i parenti a dare direttamente assistenza ai disabili, per il 69,5% è sempre la famiglia a farsi carico dei bisogni dei minori. Per i soggetti affetti da dipendenze, oltre alla famiglia (indicata da più del 62% degli intervistati), contano i volontari (come sostiene più del 53% degli operatori) e così per gli immigrati (per il 64% sono i volontari a fare supplenza).

Fonte: CENSIS

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