mercoledì 27 ottobre 2010

Iran, condannato a morte per 'atti immorali'

Un uomo è stato impiccato nel sud-ovest dell'Iran sabato scorso dopo una condanna per atti immorali

Impiccato per "atti immorali". Un uomo di cui si sanno solo le iniziali, M.S., è stato impiccato sabato scorso. Lo riferisce oggi il quotidiano Qods spiegando che l'esecuzione è avvenuta nel sud-ovest dell'Iran. Il Dipartimento di giustizia della provincia del Khuzistan ha confermato l'impiccagione.

L'Iran è il Paese con il più alto numero di esecuzioni capitali in rapporto alla popolazione. Si può essere condannati per numerosi reati, quali l'omicidio, la rapina a mano armata, il traffico di droga, lo spionaggio e la violenza sessuale. Meno comune, ma non impossibile, finire sul patibolo per adulterio e omosessualità.

Lo scorso sette ottobre otto persone erano state impiccate per traffico di droga facendo salire a 125 le persone uccise nel Paese dall'inizio dell'anno. Secondo un conto fatto dall'Afp (Agence France Preesse) nel 2009 erano state 270. La legge iraniana prevede che possano essere condannati alla pena di morte i maschi sopra i quindici anni e le femmine sopra i nove. Nel 2004 il parlamento ha approvato una legge che vieta l'esecuzione di minorenni, ma la sua applicazione spesso non viene rispettata. Nelo stesso anno Atefeh Rajabi, un'adolescente di 16 anni, è stata impiccata per "atti contrari alla castità".

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