La delegazione del Consiglio di Sicurezza in visita in Sudan, si è recata nelle aree devastate dalla guerra della regione del Darfur ed ha espresso la sua preoccupazione per l’escalation del conflitto, la protezione civile, le violenze sessuali ed il traffico illegale di armi, proprio mentre le ricerche per i membri della missione congiunta di pace delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana, rapiti in zona, continuano.
L’ambasciatore britannico Mark Lyall Grant, a capo della missione in Darfur, ha espresso la preoccupazione del Consiglio di Sicurezza in occasione di un meeting con il governatore del Darfur settentrionale, svoltosi ad El Fasher. Lyall Grant ha affermato che il Consiglio intende offrire il proprio sostegno alla missione di pace congiunta Nazioni Unite-Unione Africana in Darfur, conosciuta anche con il nome di UNAMID.
La missione fu creata nel 2007 con l’obiettivo di proteggere la popolazione civile in Darfur, dove circa 300,000 persone sono state uccise, e altre 2,7 milioni obbligate a lasciare le proprie case dal 2003, data di inizio delle violenze e delle asperità tra le forze governative, supportate dalle milizie alleate Janjaweed, ed i ribelli.
Le autorità sudanesi e le forze UNAMID stanno anche conducendo ricerche estensive per salvare l’uomo ungherese, membro dell’UNAMID, rapito con altri due impiegati della missione mentre si trovava nel suo residence in El Fasher.
I rappresentanti del Consiglio hanno anche visitato il campo profughi di Abu Shouk, dove hanno incontrato la polizia del centro comunitario. La delegazione si è poi recata a Khartoum.
Gli ufficiali delle Nazioni Unite hanno reso noto che la situazione umanitaria in Darfur è peggiorata nell’ultimo anno, a causa degli scontri tra le forze governative ed i ribelli, ma anche dell’intensificazione delle lotte tribali. I ripetuti attacchi contro le forze di pace della missione Nazioni Unite - Unione Africana, i rapimenti e i maltrattamenti perpetrati ai danni del personale delle Nazioni Unite, dimostrano l’aggravarsi della situazione.
Durante una visita a Juba, nel Sudan meridionale, i rappresentanti del Consiglio di Sicurezza hanno ribadito la necessità che i referendum previsti per gennaio si svolgano nei tempi previsti e in un’atmosfera pacifica, nel pieno rispetto dell’accordo di pace tra il nord ed il sud della regione.
“Siamo qui per confermare la determinazione del Consiglio nell’offrire il proprio sostegno a tutte le parti dell’Accordo di Pace Globale”, ha affermato l’Ambasciatrice USA Susan Rice. Il prossimo mese di gennaio, gli abitanti del Sudan meridionale voteranno sulla secessione dal resto del paese, mentre i residenti dell’area centrale di Abyei decideranno sulla propria annessione alla parte meridionale o settentrionale.
Il referendum costituirà la fase finale dell’implementazione dell’Accordo di Pace Globale, che fu firmato nel 2005 per porre fine a due decenni di guerra tra il governo sudanese, installato a nord del paese ed il Movimento Armato di Liberazione del Popolo del Sudan (SPLM/A), che si trova invece nella parte meridionale.
Fonte: UNRIC
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