giovedì 7 ottobre 2010

Il Clandestino day è un reato



A Castiglione delle Stiviere, il successo del Clandestino day fa ancora discutere. La Lega denuncia i promotori per «apologia di reato», mentre il Pd contesta il titolo dell’iniziativa che ha portato in piazza decine di associazioni e migliaia di persone. Di seguito un articolo pubblicato dal mensile La Civetta, distribuito in tutta la provincia di Mantova.

Ha dell’incredibile, se non fosse questa l’epoca in cui ci si trova a vivere, quanto è accaduta a seguito della festa in Piazza Dallò di Castiglione delle Stiviere di domenica 26 settembre. Il dibattito pubblico e le posizioni della Lega Nord, ma anche di vari esponenti politici locali, che si sono espresse in settimana sono il segno di un clima politico ammalato, ma soprattutto di una prassi ormai del tutto fuori controllo, che guarda a logiche ben lontane dalla realtà quotidiana e, soprattutto, dai reali problemi dei cittadini.

Prima di tutto i fatti. Un vero successo di pubblico e di iniziative ha accompagnato la festa per i diritti organizzata in Piazza Ugo Dallò, nell’ambito de L’Altro Festival, con la partecipazione di molte associazioni da tempo impegnate sul territorio in materia di immigrazione, mediazione culturale e denuncia di soprusi e violazione dei diritti. La festa è stata caratterizzata da musica e spettacoli, ma anche da dibattiti e incontri. I punti ristoro hanno distribuito the e dolci alle mandorle preparati dalle varie comunità. Per cena kebab preparato fresco sul luogo. Il nome della manifestazione, «Clandestino day – Tutti in piazza per i diritti», era concordato da tempo e legato all’evento nazionale che porta lo stesso nome, promosso da Carta in tutta Italia.

La bagarre che ne è seguita, oltre a essere del tutto inattesa, ha dell’incredibile. La Lega Nord, il giorno dopo, a mezzo stampa per bocca di Bottari e Dara [consigliere comunale di Castiglione], accusa il sindaco Paganella di aver concesso la piazza a una manifestazione che inneggia a un reato. Dara rincara la dose e grida «all’apologia di reato» [come se insultare la bandiera e l’inno, invece, fosse di fatto solo una boutade… a cui aggiungere la normalità di un ragazzotto, neppure promosso alla maturità, che frequenta tranquillamente i vertici di maggioranza e i consigli dei ministri… a cui aggiungere la chiamata alle armi e alla sovversione armata dell’ordine costituito… a cui aggiungere insulti vari e atti di razzismo reiterati … a cui aggiungere scuole e strade pubbliche dipinte di verde e infestate di simboli di, di fatto, una setta di scalmanati … tutto questo, è evidentemente, legale nel mondo magico, nella Terra di Mezzo, della Lega Nord].

Gli assessori interpellati, Novellini e Maghella, rispondono che nulla è stato fatto con quello spirito, semplicemente si è concessa la piazza per una manifestazione, come normalmente accade in queste occasioni. A tutto questo si aggiunga la presa di posizione, in consiglio comunale, di Giovanni Saviola, esponente del Pd, che esprime dissenso sul titolo della manifestazione – pur approvando la scelta del sindaco di aver concesso la piazza [in questo differenziandosi un poco dalla Lega] – perché, appunto, richiama e celebra un reato [quello di clandestinità].

L’assurdità della faccenda è accresciuta, oltre che dall’oggetto del contendere, dalla dinamica in cui il tutto si è sviluppato e che è necessario comprendere onde guardare il dito e non vedere, di fatto, la luna che vi sta dietro. Il primo dato significativo è che nessun giornale ha chiamato in causa gli organizzatori, e nemmeno la Lega, che infatti ha contestato solo il sindaco Paganella e, ulteriore sintomo, l’assessore Maccari, entrambi colpevoli e rei, per il Carroccio, di essere i veri organizzatori della manifestazione. Anche in questo caso, dunque, si annuncia una campagna elettorale lunga e senza esclusione di colpi, come accadde in primavera per le Regionali. Che le elezioni siano prossime è chiaro anche dalle posizioni del Pd, pur se espresse da un singolo consigliere [ma con un peso specifico particolare], che si distanzia sulla parola «clandestino» delegittimando, di fatto, tutto il lavoro sin qui fatto da oltre 50 associazioni e dalle comunità migranti.

L’assurdo, però, è nel fraintendimento in cui si lascia cadere l’intera vicenda. E’ noto che di una stessa parola possono esistere più significati. «Clandestino day» non vuol dire – come affermano anche gli organizzatori nazionali e locali della manifestazione – che si vuole celebrare una giornata dell’orgoglio clandestino, come lo si è voluto far passare, ma semplicemente che si pone l’accento sulla condizione dell’essere clandestino. La carta degli intenti è chiara, ma di ciò nessuno ha parlato. La campagna elettorale, insomma, di fatto è iniziata nel migliore dei modi e con i mezzi che ognuno ha a sua disposizione. Per ora.

[articolo pubblicato dal mensile La Civetta]

Fonte: http://clandestino.carta.org/

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