giovedì 14 ottobre 2010

LA SPECULAZIONE DEI BUONI PASTO

E' inaccettabile la condanna a morte dei buoni pasto decretata dagli speculatori che si arricchiscono alle spalle di lavoratori e consumatori”. E’ quanto dichiara Casper, il Comitato contro le speculazioni e per il risparmio, fondato da Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Unione Nazionale Consumatori.


Se molti esercenti stanno cominciando a rifiutare di accettare i buoni pasto -incalza Casper- ciò accade infatti per colpa dei soliti approfittatori: sono proprio le grandi aziende con molti dipendenti (e cioè i gruppi bancari, le compagnie di assicurazione, le società telefoniche, ma anche le pubbliche amministrazioni) a selezionare le società emittenti dei buoni pasto sulla base di gare al ribasso, imponendo sconti fino al 20% del valore nominale del tagliando (un "buono" da 5 euro viene venduto di fatto a 4 euro). Le società che emettono i buoni pasto sono dunque costrette a rivalersi sugli esercenti, come bar, ristoranti, supermercati, etc. e così, essendo troppo costoso accettare buoni pasto, i ristoratori sono spesso costretti a smettere di farlo”.

Questa conclusione -afferma Casper- danneggia il lavoratore-consumatore che nell'uso del buono pasto ha una utilità data non solo dalla comodità di utilizzo ma anche dal fatto che, sotto un certo importo, i buoni non sono soggetti a tassazione”.

Ma la speculazione delle grandi imprese con molti dipendenti -prosegue il Comitato contro le speculazioni e per il risparmio- può portare a conseguenze ancora più gravi e cioè ad un indiscriminato aumento dei prezzi di vendita dei generi alimentari gonfiati allo scopo di ammortizzare il maggior costo delle convenzioni che si riversa però a danno anche di chi non utilizza i buoni pasto”.

La speculazione dei buoni pasto -spiega Casper- dimostra una volta di più che il mercato ha bisogno di regole e di costanti verifiche della loro applicazione a garanzia di tutti gli attori del sistema, impedendo distorsioni che, in ultima analisi, ricadono sull'anello più debole del mercato e cioè i consumatori (ai quali, tuttavia, andrebbe ricordato che il "buono pasto" dovrebbe essere utilizzato per le esigenze alimentari quotidiane e non per acquistare ogni genere di prodotto al supermercato)”.

Ci sono circa 2,2 milioni di consumatori - conclude Casper - che utilizzano quotidianamente i buoni pasto per un giro d'affari di 2,5 miliardi di euro: é davvero troppo per lasciare mano libera agli speculatori!

Fonte: Movimento Difesa del Cittadino

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