mercoledì 20 ottobre 2010

Nuove analisi in Ungheria: rischio alta concentrazione di microparticelle tossiche nell'aria

Un paese tinto di rosso, il colore di un mix micidiale, fatto di arsenico, cromo e mercurio. 


I risultati delle ultime analisi di Greenpeace, commissionate all’Università di Vienna, mostrano che circa il 70 per cento dei fanghi rossi dell'Ungheria contengono particelle ultrafini, addirittura al di sotto dei due micron. Queste microparticelle, una volta essiccate, possono raggiungere le parti più profonde dell'apparato respiratorio, mettendo a rischio la salute della popolazione locale.

"Crediamo sia giunto il momento che le autorità ungheresi - sostiene Vittoria Polidori, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace - informino adeguatamente la gente, invece di pensare solo a terminare l’evacuazione del villaggio di Kolontar."

La presenza di sostanze pericolose come l’arsenico, rilevate da Greenpeace nei precedenti test, determina un ulteriore rischio. Quando il fango si secca, infatti, può essere trasportato dal vento come polvere fine e mettere a rischio la popolazione locale che respira queste particelle contenenti sostanze tossiche. L’arsenico è pericoloso per piante e animali, e può danneggiare il sistema nervoso degli uomini.

"Se nei prossimi giorni il tempo in Ungheria dovesse diventare più secco e con vento forte, la concentrazione nell’aria di queste particelle fini crescerà molto. Per questo - continua Polidori - chiediamo al governo ungherese di tenere chiuso l’impianto di produzione dell’alluminio della Mal, fino a quando una commissione internazionale e indipendente di esperti attesti la totale sicurezza della struttura e fornisca una valutazione dei rischi sanitari attuali e a lungo termine.”
 
Fonte: Greenpeace

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