Carlo Troilo, Associazione Luca Coscioni
Nel novembre del 2007 Costantino Benedetti, uno dei maggiori esperti mondiali di terapia del dolore, documentava che l’Italia è all’ultimo posto in Europa nel campo delle cure palliative e dava una notizia drammatica: ogni anno nel nostro paese muoiono di cancro oltre 150 mila malati, e più del 70% di loro soffre dolori incoercibili per la mancanza di adeguate cure palliative. Gli stessi dati sono stati confermati, negli anni successivi, da esperti come il senatore Marino e il dottor Riccio, medico di Welby. Dopo molte promesse, il governo ha stanziato qualche mese fa 150 milioni di euro per il triennio 2010-2013 per potenziare le cure palliative. Lo stanziamento rientra nell’ambito della legge sul testamento biologico, in discussione (o forse è meglio dire “arenata”) alla Camera. D’altronde, si trattava di una misura doverosa sia per le carenze già ricordate sia perché la vergognosa legge “contro” il testamento biologico allunga l’attesa della morte, e dunque le sofferenze,, per i malati terminali e per quelli in stato vegetativo, rendendo “non rifiutabili” l’alimentazione e l’idratazione artificiali. In questi giorni si è però scoperto che questo stanziamento – benché misero - non ha ancora trovato la necessara copertura finanzaria.
Di fronte a questa notizia avvilente suonano ancora più incredibili le dichiarazioni rilasciate alla Camera dal ministro dell’Economia. Tremonti ha detto che l’abolizione delle province,, prevista nel programma del suo governo, non è necessaria perché a conti fatti il loro costo – togliendo le attività e i dipendenti, che dovrebbero comunque passare alle Regioni e ai Comuni - si limita a circa 200 milioni l’anno. Ed ha aggiunto che lo stesso ragionamento vale per le auto blu, che costano “solo” poche decine di milioni.
Si tratta chiaramente – ma sbalordisce ugualmente - di una uscita di caratterre elettorale gradita alla Lega, dato che un economista qualificato come Tremonti non può non sapere che l’abolizione del solo livello elettivo delle province – in base alle stime di qualificati esperti e giornalisti - porterebbe risparmi per circa 7 miliardi l’anno. Infatti, non è corretto considerare solo le retribuzioni degli oltre tremila consiglieri e non anche i costi, assai più elevati, derivanti da almeno altri quattro fattori: 1) la pletora di clienti e consulenti dei tremila consiglieri; 2) la eliminazione, e il conseguente risparmio,, delle costose e folcloristiche “saghe”; 3) la riduzione o la graduale eliminazione (per la quota facente capo alle province) delle innumerevoli aziende partecipate dal complesso degli enti locali, con un totale di 38.000 consiglieri di amministrazione;4) le ingenti somme che potrebbero derivare dalla alienazione di beni immobili non più necessari, tra cui molte prestigiose sedi dei governi provinciali.
Tutte le cifre, come noto, sono discutibili, ma resta il fatto che già con quei 200 milioni l’anno di cui parla Tremonti si potrebbe addirittura quadruplicare lo stanziamento,, anch’esso annuale, di 50 milioni l’anno per le cure palliative. Per non parlare delle “poche decine di milioni” per le auto blu: una frase che poteva pronunciare solo l’ esponente di una classe politica che ha perso il contatto (e il rispetto) con la realtà del suo paese.
Fonte: http://www.lucacoscioni.it/
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