domenica 10 ottobre 2010

ADICO: contro le pratica dello spinnamento (finning), inizia la settimana europea dello squalo

Inizia la settimana europea per mettere un freno al "finning” che potremmo tradurre coniando il termine di "spinnamento", ossia alla pratica della pesca dello squalo con immediata asportazione delle pinne e conseguente scaricamento a mare dell'animale così orrendamente menomato – si legge nel comunicato dell’ADICO.

Tutta la carne del corpo, pari al 95-99% dello squalo, è infatti buttata via, e l'animale privato delle pinne, se non è già morto quando viene tirato a bordo è comunque destinato ad una inutile agonia.

Gli squali sono animali estremamente vulnerabili, soprattutto a ragione del fatto che hanno dei meccanismi di riproduzione delicati. Impiegano diversi anni per raggiungere la maturità sessuale; hanno periodi di gestazione lunghi, che giungono fino ad un massimo di due anni; infine producono un numero di piccoli basso o comunque relativamente ridotto per volta, da uno ad alcune decine di individui, anziché migliaia o milioni come avviene invece nei pesci ossei.

Per le pinne vengono cacciate numerose specie, senza fare alcuna discriminazione di taglia, anche perché un giovane squalo è spesso comunque un grosso pesce.

"Una pratica tra le più barbare e crudeli che esista – spiega il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini – con conseguenze disastrose per numerose popolazioni di molte specie di squali, che sono state e continuano ad essere decimate selvaggiamente".

L'Italia è stata fino al 2000, secondo le statistiche della Fao, il maggior importatore del mondo di squali . Nel 2005 era al quinto posto per importazione di squali e prodotti di squali, dietro a Spagna, Corea del Sud, Cina, e Messico.

Ma dove finiscono le 93 mila tonnellate di squali uccisi dai paesi europei?

La risposta è semplice. Sulle nostre tavole, camuffati con nomi di fantasia: palombo, gattuccio, smeriglio, ma anche missola in Liguria, nizza nelle Marche, penna in Puglia, "vitello di mare" a Venezia.

Nel Mediterraneo si è già registrato un crollo del 42 per cento, con punte del 97 per cento.Gli squali e i loro vicini parenti, le razze, sono particolarmente vulnerabili al sovrasfruttamento, in quanto sono animali caratterizzati da una crescita lenta, raggiungono tardi la maturità sessuale e hanno una scarsa fertilità.
 
"L'Europa, avendo un ruolo significativo nella cattura, nel consumo e nel commercio globale di squali, ha il dovere di adottare politiche di conservazione efficaci", ha detto Uta Bellion, coordinatore delle attività europee di Shark Alliance.
 
Fonte:ADICO

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