
I rifugiati rimpatriati oggi fanno parte dei circa 10mila che faranno ritorno in Burundi nei prossimi mesi con un convoglio a settimana. La maggior parte di loro sono originari delle province di Bubanza, Bujumbura e Cibitoke, nel Burundi occidentale, o della provincia di Bururi, nel sud. Una volta tornati a casa, i rimpatriati beneficeranno dei programmi di reintegrazione dell’UNHCR, inclusi quelli relativi alla sanità, all’istruzione e agli alloggi.
Questo è stato il primo convoglio che l’UNHCR sia riuscito a organizzare dalla provincia del Sud Kivu, nella RD del Congo, dove finora la mancanza di sicurezza aveva impedito di programmare i rimpatri. I rifugiati che si trovano lì - 15mila in tutto e soprattutto nelle regioni di Uvira e Fizi - sono quelli rimasti delle decine di migliaia di cittadini del Burundi fuggiti a causa degli scontri etnici avvenuti nel loro paese nel 1972 e poi nei primi anni ’90. Tra coloro che si trovano nel Sud Kivu, in 10.000 hanno affermato di voler tornare a casa. Dei restanti 5.000, molti sperano di potersi stabilire definitivamente nella RD del Congo e l’UNHCR sta lavorando con il governo per cercare di soddisfare le loro necessità per l’integrazione.
Nella RD del Congo ci sono 16.500 rifugiati del Burundi, inclusi quelli nel Sud Kivu, e ce ne sono quasi 80mila negli altri Paesi che circondano il Burundi. Negli ultimi sei anni oltre mezzo milione di rifugiati ha fatto ritorno volontariamente a casa, la maggior parte con il supporto dell’UNHCR. Altri si sono integrati nei Paesi in cui si trovavano: la Tanzania, ad esempio, ha dato la cittadinanza a 162mila di loro.
Il Burundi stesso ospita molti rifugiati, ci sono 41mila rifugiati congolesi in quattro campi e nelle aree urbane. 2.000 di questi hanno chiesto l’aiuto dell’UNHCR per fare ritorno nella RD del Congo e i rimpatri dovrebbero partire dal 20 ottobre. Questo programma di rimpatri a doppio senso - i rifugiati del Burundi in una direzione e i congolesi nell’altra - è il risultato di un accordo trilaterale tra UNHCR, Burundi e RD del Congo firmato l’11 dicembre dello scorso anno.
Fonte: UNHCR
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