Se gli operatori economici, industriali o commerciali che siano, si azzardassero ad aumentare il prezzo della pasta o del pane o di qualsiasi prodotto derivante dalla trasformazione del grano, compierebbero una manovra sicuramente speculativa, sostiene Rosario Trefiletti Presidente Federconsumatori.
Infatti pur con gli aumenti di questi giorni dovuti allo stop sui mercati internazionali del grano russo o per riduzioni produttive negli USA, oggi lo stesso viene quotato attorno a 22-23 centesimi al kg ( per quello duro mentre per il tenero attorno a 25-30 in media ). Meno della metà di quanto era arrivato sui mercati quando iniziò l’ascesa del prezzo del grano sino a raggiungere gli oltre 50 centesimi al kg (per quello tenero attorno ai 30- 32). Già a quelli aumenti della materia prima, che si verificarono a cavallo 2007-2008, oltretutto ponemmo l’obiezione che tale materia prima incideva in una filiera caratterizzata anche da 8 passaggi, solo per il 10 al 15% del prezzo finale.
Da tempo, con queste motivazioni, abbiamo richiesto, mai realizzata, una forte riduzione dei prezzi al dettaglio dei derivati di questo prodotto alimentare. Quindi, oggi, se ci sono da modificare i prezzi, i ritocchi devono essere fatti al ribasso, altrimenti di fronte ad una evidente speculazione che già è costata alle famiglie italiane per quei particolari consumi di pane, pasta e trasformati di oltre 200 euro annui, porteremo la questione davanti all’Antitrust, oltre che la messa in campo di ogni azione legale di contrasto.
Fonte:Federconsumatori
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