Confermata la previsione che la Banca centrale europea abbia deciso di lasciare invariato all’1% il costo del denaro – si legge nella nota dell’ADICO – il livello più basso nella storia dell’euro. Fermi anche i tassi di depositi e prestiti overnight, rispettivamente a 0,25% e 1,75%.
Si e' trattato di una previsione scontata sia perchè ampiamente diffusa, sia perché i mercati l’avevano già messa in conto. e', infatti, dal maggio del 2009 che l’Eurotower non mette mano alla leva monetaria spiegando a più riprese che “i tassi nell’area euro sono adeguati e che gli ultimi dati suggeriscono che l'economia rimane in ripresa pur se moderata”.
"Bisognerà, quindi, attendere ancora un paio di mesi prima di avere indicazioni più precise sulla exit strategy – spiega il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini – Eurolandia, infatti, sta continuando ad immettere sul mercato abbondante liquidità alle banche europee, cosi come deciso all’indomani del fallimento di Lehman Brothers nel 2008. Anche se, va sottolineato, che le banche europee stanno gia' riducendo la loro dipendenza dalla liquidita' della Bce e i tassi di mercato sono in graduale rialzo, segno che la morsa del credit crunch si sta allentando".
I numeri più delle parole. Nelle aste di rifinanziamento promosse dalla Bce, il sistema bancario ha chiesto 79 miliardi di euro in meno rispetto ai fondi in scadenza.
Durante il discorso di Trichet non e' comunque mancato il doveroso richiamo ai governi dell'Eurozona a risanare con azioni immediate e coraggiose i conti pubblici. Anche se il presidente dell’Eurotower ha detto che la Banca centrale puo' fare solo moral suasion, dal momento che la decisione arriva comunque dal Consiglio europeo dei ministri e dall’Ecofin.
Sul fronte dell’inflazione, invece, Trichet ha ribadito che la politica monetaria rimane accomodante e che non ci sono rischi. Le attese sull'inflazione nel medio-breve periodo resteranno, infatti, ancorate al di sotto del limite del 2%.
Dati che continuano a far concordare gli analisti sulla sulla data della prima stretta monetaria all’1,25%: si dovrà attendere il quarto trimestre del 2011 o, al più presto, la fine del terzo.
"Una politica monetaria che interesserà parecchio tutti gli italiani alle prese con le rate del mutuo di casa – conclude nell’intervento Carlo Garofolini – questo perchè se l’indice di rifinanziamento della Bce e’ fermo da più di un anno a quota 1%, l’Euribor a tre mesi (il tasso interbancario a cui si scambiano i soldi le banche ma anche tasso di riferimento per mutui a tasso variabile) si colloca allo 0,96%".
Fonte: ADICO
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