mercoledì 27 giugno 2012

BASTONATE AI POVERI, CAREZZE AI RICCHI. FIRMATO MARIO MONTI


“Saremo intransigenti con i forti”, aveva detto un paio di giorni fa Mario Monti, ma nessuno lo aveva preso sul serio. Per fortuna, sennò sai che delusione!

Infatti, mentre si prepara a tagliare ancora una volta i servizi essenziali per la povera gente e a colpire la sanità, il governo ha salvato per l’ennesima volta le pensioni d’oro. Ha bocciato un emendamento che, oltretutto, era delicatissimo: chiedeva che le pensioni più alte non andassero oltre i seimila euro e i diecimila nel caso di pensioni cumulative. Mica una miseria… 

A Monti e al viceministro Grilli anche questa carezzina è sembrata uno sganassone insopportabile. Hanno affossato l’emendamento, però hanno promesso che prima o poi lo recupereranno. Però quando si tratta di promesse questi tecnici sono peggio dei marinai.

Avevano promesso che avrebbero risolto subito il dramma degli esodati. Ma ancora non riescono nemmeno a dire quanti sono. Avevano promesso che non avrebbero guardato in faccia a nessuno sulle liberalizzazioni, poi hanno ceduto a tutti quelli che puntavano i piedi. Avevano promesso che avrebbero assegnato le frequenze televisive con l’asta invece di regalarle a Berlusconi, poi se ne sono dimenticati e dell’asta non si è più sentito parlare.

Faranno così anche stavolta. Per Monti salvare i grandi manager e i pensionati d’oro da ogni minimo sacrificio è una fissazione. Lo aveva già fatto nel marzo scorso con un codicillo che esentava da ogni taglio i supermanager. Quando noi dell’Italia dei Valori abbiamo presentato un emendamento per correggere quella odiosa ingiustizia il governo ha dato parere negativo. Il nostro emendamento è passato lo stesso, ma certo non per merito loro.

Non sono sviste o errori innocenti. Questi signori sono davvero convinti che bisogna salassare la povera gente ma salvare i super-ricchi. Hanno ragione gli insegnanti di latino e greco, che oggi hanno manifestato di fronte al ministero della Pubblica istruzione: il governo è cambiato, ma la musica è rimasta la stessa.

E’ vero per quanto li riguarda, dal momento che questo governo ha confermato tutti i tagli per scuola e istruzione decisi da Berlusconi. Ma è vero anche in generale, perché la logica dei tagli è sempre uguale e anche le vittime sono sempre le stesse. Per cambiare musica, infatti, bisogna che a cambiare governo non sia qualche burattinaio, ma i cittadini, dal basso e con libere elezioni.



Nessun commento:

Posta un commento