Un
mondo sull’orlo della ‘bancarotta economica ed ecologica’, dal 2008 preda di
una drammatica crisi finanziaria, ambientale e sociale, nonostante la ricchezza
mondiale prodotta negli ultimi 20 anni sia aumentata del 40%, con un Prodotto
Interno Lordo (PIL) globale passato, dal
1992 ad oggi, da 36 a oltre 63mila miliardi di dollari e, nello stesso periodo,
con uno spietato consumo di risorse naturali passato da 42 a 60 miliardi di
tonnellate di materie prime (+40%) che, se si considerano anche i cosiddetti
‘flussi di materia nascosti’ (consumo di suolo, materiali inerti, ecc.),
arrivano fino a 100 miliardi di
tonnellate (per un consumo procapite in media di 14 tonnellate nel mondo e
circa 15 nell’Unione Europea). E’ il quadro, presentato oggi nel dossier del
WWF “Verso Rio+20”, che i Grandi della Terra dovranno affrontare al Vertice
Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile ‘Rio+20’, che si terrà dal 20 al 22 giugno
a Rio de Jainero, 20 anni dopo lo storico Earth Summit del 1992, con l’intento
di riprogrammare l’economia mondiale dei
prossimi decenni nell’ottica di uno sviluppo sostenibile che garantisca
maggiore tutela ambientale ed equità sociale.
Un
appuntamento cruciale, quello di Rio+20, che rivelerà quanto i Governi mondiali siano davvero
disposti a rispondere all'attuale crisi economica in un modo più equo e
sostenibile per i sistemi naturali del Pianeta e i suoi abitanti, assumendosi
le proprie responsabilità nei confronti delle politiche economiche e
finanziarie finora adottate e ‘investendo’
sulla valutazione del ‘capitale naturale’, ovvero il valore economico delle
risorse naturali utilizzate, prevedendone la tranciabilità nei bilanci degli
Stati e delle imprese all'interno del proprio quadro normativo.
“La
profonda crisi economica e finanziaria che sta attraversando il mondo dal 2008
e della quale non riusciamo ad intravedere la fine, ci dimostra che l’epoca
basata su una crescita economica illimitata, senza regole, che inficia la
giustizia sociale e l’equità, che pesa sulle generazioni future e incrementa,
in maniera ormai drammatica, il deficit ecologico, è totalmente insostenibile e
non può proseguire nel futuro, come se nulla fosse”, afferma Gianfranco
Bologna, Direttore scientifico del WWF Italia.
“La
cosa preoccupante è che i testi negoziali di Rio+20 elaborati finora non
indicano impegni vincolanti. Le proposte per cambiare rotta non possono essere
basate da ‘impegni volontari nazionali’ che non impegnano i Paesi a raggiungere
target e tempi precisi. Per far sì che Rio+20 non si concluda in un’operazione
‘di facciata’ occorre che i Governi si accordino su obiettivi significativi,
indicando i tempi entro i quali devono essere raggiunti e i mezzi di
implementazione necessari per ottenerli, compresi quelli finanziari”, ha
aggiunto Mariagrazia Midulla, Responsabile Policy Clima e Energia del
WWF Italia, che è a Rio de Janeiro per seguire i negoziati. Il WWF è presente al summit con una delegazione
del WWF internazionale che oltre a seguire il percorso negoziale organizzerà
una ricca serie di “side events” e iniziative per rafforzare le proprie richieste
ai grandi del pianeta.
“CIBO,
ACQUA ED ENERGIA PER TUTTI, PER SEMPRE”: LE
PROPOSTE WWF. In particolare
il WWF promuove per Rio+20 una serie di proposte, sotto il titolo “Food, water
and energy for all. For ever”(“Cibo, Acqua ed Energia per tutti, per sempre”),
che vanno dalla ‘Dichiarazione del Capitale naturale’ - grazie alla quale l’associazione
del Panda e tre istituzioni finanziarie sue partner, entreranno a far parte di
un gruppo innovativo impegnato nella futura integrazione del capitale naturale nei
processi decisori, di rapporto e di contabilizzazione del settore privato – fino
a sistemi di produzione, consumo, finanziari e di gestione delle risorse
naturali volti a ridurre l’Impronta ecologica delle nostre società e delle
nostre economie.
1992-2012:
BILANCIO DEI 20 ANNI DALL’EARTH SUMMIT DEL ’92. Oltre che con le proprie
proposte a sostegno della ‘Green economy’ come strategia vincente per uscire
dalla crisi economica, il WWF approda al tavolo di ‘Rio+20’ con il bilancio dei
20 anni dall’ultimo Summit Mondiale sulla Terra, svoltosi sempre a Rio de
Janeiro nel 1992.
Ecco
le cifre fondamentali che raccontano, per voci specifiche, cosa è cambiato:
1.
Prodotto globale lordo: da 36mila
miliardi di dollari nel 1992 e oltre 63mila miliardi di dollari
oggi (+40%). Solo nel secolo scorso, dal
1890 al 1990, l’economia mondiale è cresciuta di 14 volte, la popolazione
mondiale di 4, l’utilizzo d’acqua di 9, le emissioni di anidride solforosa di 13,
l’utilizzo di energia di 16, le emissioni di anidride carbonica di 17 e la
pesca di ben 35 volte.
2.
Estrazione globale di materie prime: da 42 miliardi di tonnellate nel ‘92 ai 60
miliardi di oggi (+40%), che, considerando i cosiddetti
‘flussi di materia nascosti’ (consumo di suolo, materiali
inerti, ecc.) diventano 100 miliardi di tonnellate, per un consumo procapite in
media di 14 tonnellate nel mondo e circa 15 nei 27 Stati dell’Unione Europea,
dove la domanda per le materie prime è così intensa che circa il 20-30% delle
risorse utilizzate sono importate. Un prelievo insostenibile delle risorse
naturali se si pensa che il tetto massimo dovrebbe essere, secondo molti studiosi,
di 6 tonnellate a persona annue.
3.
Popolazione: da circa 5,5 miliardi di persone nel 1992 a oltre 7 miliardi nel 2012, per un incremento di un miliardo e 450 milioni in
più (+26%) e una stima per il 2050 di 9 miliardi e 310 milioni di persone e,
per il 2100, di 10,1 miliardi, con una
concentrazione nei paesi ad alta fertilità, che comprendono 39 paesi africani,
nove asiatici, sei in Oceani e quattro in America Latina.
4.
Urbanizzazione e megacittà: la popolazione urbana in 20 anni è passata da circa
2,4 miliardi di abitanti nel 1992 a oltre 3,5 miliardi nel 2012 (+45%) e le
megacittà (le città dove vivono almeno 10 milioni di abitanti) sono aumentate
da 10 a e 21, per un incremento complessivo del 110% (oggi la
più grande megacittà è Tokyo, con 37 milioni di abitanti). Oggi più del 50%
della popolazione umana vive ormai in aree urbane e si prevede che nel 2050 la
popolazione globale urbana potrebbe raggiungere i 6 miliardi sui 9.3 miliardi
previsti (2 persone su 3). Si prevede inoltre che 350mila miliardi di dollari
saranno spesi globalmente per le infrastrutture urbane nei prossimi trent’anni.
5.
Emissioni e concentrazione in atmosfera di CO2: da 22 miliardi di tonnellate
nel 1992 e oltre 30 miliardi di tonnellate di oggi (+36%) con una concentrazione in atmosfera di 357
parti per milione di volume (ppmv), nel 1992, a 396 ppmv, nel 2012. Il budget
del ciclo del carbonio 2010 ci documenta che il tasso annuale di crescita di
biossido di carbonio nell’atmosfera è stato, nel 2010, di 2.36 ppm, uno dei
tassi maggiori del decennio scorso e nel 2050 la concentrazione atmosferica di gas
serra potrebbe quindi raggiungere le 685
ppm, con un aumento della temperatura media della superficie
terrestre dai 3° C ai 6° C rispetto ai livelli pre industriali.
Dal
1990 al 2010 le emissioni da combustibili fossili sono aumentate del 5.9% per
un totale di 33.4 miliardi di tonnellate di CO2 (+49%). Il contributo alle
emissioni totali provengono, nell’ordine, dai seguenti stati: Cina, USA, India,
Federazione Russa e Unione Europea. I
serbatoi naturali rappresentati da suolo, foreste e oceani sono riusciti a rimuovere il 56% di
tutto il biossido di carbonio emesso dalle attività umane nel periodo tra il
1958 ed il 2010. Le emissioni di
carbonio dovute a deforestazione e ad altre modificazioni di uso del suolo
hanno contribuito per altri 900 milioni
di tonnellate al bilancio globale e mostrano un declino dovuto a qualche
modesto passo in avanti sul fronte della
deforestazione e di nuove politiche per l’utilizzo del suolo.
6.
Deforestazione: l’area ricoperta da foreste sin dal 1990 risulta ridotta di 300
milioni di ettari (una superficie superiore a quella dell’intera Argentina).
Attualmente le foreste nel mondo coprono il 31% della superficie terrestre,
(più di 4 miliardi di ettari per una media pro capite di 0,6 ettari).
Le
5 nazioni più ricche di foreste (Federazione Russa, Brasile, Canada, Stati
Uniti e Cina) coprono per più della metà
il totale delle aree forestali mondiali.
La deforestazione mondiale, dovuta soprattutto alla conversione delle
foreste tropicali in terre agricole, è decresciuta negli ultimi 10 anni, anche
se prosegue ancora, ad un tasso
allarmante, in molti paesi del mondo. Globalmente ogni anno, in quest’ultimo
decennio, circa 13 milioni di ettari di foresta sono convertiti ad altri usi o
perduti a fronte dei 16 milioni di ettari di foreste scomparsi ogni anno dal
1990 al 1999.
7.
Consumo di carne pro capite: da 34 kg nel 1992 a 43 kg. nel 2012 (+26%), mentre
i capi di allevamento (bovini, capre, pecore, polli, maiali, dromedari, anatre, lepri, conigli, tacchini,
oche ecc.) sono passati dai 9 miliardi del 1970 ai 26,7 miliardi attuali. A
tale proposito il WWF ricorda che uno sviluppo eccessivo degli allevamenti e un
consumo di carne in grandi quantità ha un forte impatto ambientale sia per la
biodiversità trasformata in prati di allevamento che per l’impronta idrica e di
carbonio legata a questa filiera industriale.
Fonte: http://www.wwf.it
Nessun commento:
Posta un commento