Fra
i capitati ritirati dagli investitori internazionali e quelli portati
all'estero dagli investitori italiani, hanno lasciato complessivamente il paese
110 miliardi di euro, circa il doppio della cifra registrata nel primo semestre
del 2011.
Un terzo del saldo negativo è costituito da danaro italiano. Non si
registrava una simile fuga di capitali all’estero dal 2008, anno di inizio
delle rilevazioni statistiche da parte di KRLS Network of Business Ethics per
conto di Contribuenti.it Magazine dell’Associazione Contribuenti Italiani.
“Poveri possidenti e ricchi nullatenenti” intimoriti dalle burrasche che scuotono i mercati finanziari e dalle manovre finanziarie lacrime e sangue del Governo Monti, spostano sempre più stesso i loro capitali in paradisi fiscali per non pagare le tasse.
“La sfiducia riflessa nell'aumento record del differenziale di rischio del debito italiano – afferma Vittorio Carlomagno presidente dell’Associazione Contribuenti Italiani - ha comportato nei primi 6 mesi del 2012 una fuga di capitali finanziari dall'economia senza precedenti”.
"La Guardia di Finanza, oggi, non dispone di risorse sufficienti per combattere fino in fondo l'evasione fiscale. E’ stata disarmata, lasciata priva di fondi con grave nocumento anche in danno dei diritti dei contribuenti - afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – Devono scendere subito in campo gli 007 per scoprire chi sono gli effettivi proprietari delle cassette di sicurezza o di conti correnti che puntualmente, ogni anno, vengono aperti nei principali paradisi fiscali ".
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