martedì 3 luglio 2012

RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SULLA GRECIA: IL NUOVO GOVERNO DEVE AFFRONTARE LA VIOLENZA DA PARTE DELLE FORZE DI POLIZIA


Piazza Sintagma, Atene, 15 giugno 2011 
© AP Photo/Lefteris Pitarakis

In un nuovo rapporto diffuso oggi, Amnesty International ha accusato la polizia della Grecia di fare abitualmente uso di forza eccessiva, compreso il ricorso a spray contenenti sostanze chimiche, nei confronti di manifestanti in larga parte pacifici. Nonostante i numerosi resoconti sulle brutalità commesse durante gli arresti o la detenzione, le autorità rifiutano di riconoscere la dimensione del problema, creando in questo modo un clima d'impunità.
 
"Il nuovo governo greco ha ora l'opportunità di riconoscere il livello di violenza da parte delle forze di polizia, di prendere le misure necessarie per garantire che la polizia agisca con moderazione e mostri chiari segni identificativi durante le manifestazioni, nonché di rimediare alle carenze della stessa polizia, degli inquirenti e delle autorità giudiziarie nella conduzione di indagini imparziali ed efficaci, anche procedendo all'istituzione di un meccanismo realmente indipendente per ricevere denunce sull'operato delle forze di polizia. Se non lo farà, ulteriori violazioni dei diritti umani finiranno per essere impunite" - ha dichiarato David Diaz-Jogeix, vicedirettore del Programma Europa e Asia Centrale di Amnesty International.
 
Da troppo tempo le autorità greche si limitano a liquidare queste violazioni dei diritti umani come "incidenti isolati".
 
Le severe misure di austerità introdotte a causa della grave crisi economica della Grecia hanno alimentato molte manifestazioni, in larga parte pacifiche.
 
Numerose denunce ricevute da Amnesty International riguardano l'uso di forza eccessiva e l'impiego di sostanze chimiche irritanti e di granate stordenti in un modo che viola gli standard internazionali.
 
I manifestanti, specialmente quelli picchiati o colpiti dai gas, non sono in grado di presentare denuncia poiché mentre subiscono questi trattamenti non possono prendere nota dei numero identificativo degli agenti, che quando c'è viene posto sul retro dei caschi. 
 
Amnesty International ha ricevuto segnalazioni di percosse e diniego di contattare medici e avvocati durante l'arresto e la detenzione.
 
Trattamenti del genere colpiscono anche le persone che sono sospettate di far parte di gruppi armati locali e quelle appartenenti a gruppi vulnerabili, come i migranti e i richiedenti asilo in stato di detenzione e le comunità che vivono ai margini della società, tra cui molti rom.
 
"Spesso i responsabili di queste condotte criminali restano impuniti e le vittime non riescono a ricevere un rimedio effettivo né una riparazione" - ha commentato Diaz-Jogeix. "Ciò accade a causa delle carenze sistemiche nelle indagini, nei procedimenti e nelle sanzioni che riguardano le violazioni dei diritti umani".
 
Inoltre, la definizione di tortura contenuta nel codice penale greco è considerevolmente limitata rispetto a quella dei trattati internazionali di cui la Grecia è stato parte. Amnesty International è a conoscenza di un numero assai esiguo di casi in cui agenti di polizia sono stati incriminati per il reato di tortura. 
 
Il fatto che la Grecia non affronti in modo efficace le violazioni dei diritti umani commesse da pubblici ufficiali ha contribuito alla perdita di fiducia nel sistema giudiziario da parte delle vittime, che sono diventate riluttanti a sporgere denuncia. 
 
"Nessuno è al di sopra della legge, tanto meno le persone che hanno il potere di farla rispettare. Se le autorità greche non considereranno una priorità assoluta le violazioni dei diritti umani commesse dalle forze di polizia e le carenze sistemiche che le consentono, l'impunità continuerà a prevalere" - ha concluso Diaz-Jogeix. 

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